La quinta giornata della COP21 non è molto diversa da quelle precedenti: non succede assolutamente nulla. Almeno non di concreto.
I media ci informano che i sindaci del mondo (700 primi cittadini) hanno deciso che è necessario essere al 100% rinnovabili. Benissimo, peccato che contano meno di niente: solo retorica e nulla più. Come i blocchi di banchisa groenlandese messi a sciogliere su una piazza di Parigi e tutte le altre “iniziative” in corso. Una domanda sorge spontanea: quanto è costato in termini di emissioni di CO2 spostare i 700 sindaci che da varie parti del mondo sono sbarcati a Parigi? E a quale scopo?Ancora. Quanto è costato in termini di emissioni di CO2 prelevare 80 tonnellate di ghiaccio groenlandese e portarlo a sciogliersi davanti al Pantheon a Parigi? E a quale scopo?
Scopriamo anche che sui social la COP21 è stata un flop totale: naviga nelle posizioni di coda delle varie classifiche surclassata da eventi frivoli come partite di calcio di serie inferiori et similia. La notizia la dice lunga circa l’interesse dei cittadini europei per il clima che cambia e che cambia male. La notizia è reperibile, per chi è interessato, su asknews.
Altra nota di colore è che l’associazione “Notre affaire à tous” intende denunciare il governo francese per i danni che ha arrecato ed arreca all’ambiente a causa della sua inerzia nell’affrontare il cambiamento climatico. Mah, quante ne dobbiamo vedere!
Vediamo, comunque, ciò che è trapelato oggi dalle segrete stanze del potere (dove avvengono le cose che contano).
Oggi sono state rese pubbliche due bozze di accordo: quella emersa dalla conferenza di Bonn ed emendata ieri di circa 50 pagine e una a firma dei co-presidenti e co-facilitatori che è molto (ma non troppo) più snella e meno controversa: le parentesi quadre sono passate da circa 1400 (ieri si parlava di 1200, però potrebbero aver sbagliato a contare) a 750 e le opzioni da 200 a 100. Nella nottata di oggi e nelle prime ore di domani dovrebbero sciogliere tutti i dubbi e le perplessità. Credo che si tratti di una pia illusione. In realtà già si dice che domani i delegati consegneranno a L. Fabius entrambi i testi: ai ministri l’ardua sentenza.
La scelta, davvero bizzarra, è stata motivata con la necessità di non urtare la suscettibilità dei Paesi in via di sviluppo. A Copenhagen, visto che non si trovava un’intesa, i co-presidenti cercarono di forzare la mano producendo un testo in modo autonomo: i Paesi in via di sviluppo si offesero e mandarono tutto a carte quarantotto. Mah, non finiremo mai di imparare!
I numeri sembrerebbero mostrare notevolissimi progressi: in realtà i problemi più scottanti sono rimasti tutti sul tappeto. Nessuno degli obbiettivi che elencò il presidente Hollande nel suo discorso introduttivo è stato raggiunto. Le parole di Hollande furono chiare: la conferenza sarebbe stata un successo solo se i tre obiettivi fossero stati raggiunti. Ad oggi non sono stati raggiunti e quindi il successo non c’è. Almeno per ora.
Restano irrisolti i due problemi più spinosi: gli sforzi che devono fare i Paesi più sviluppati e quelli meno sviluppati sul fronte delle riduzioni delle emissioni e gli aspetti finanziari, ovvero i trasferimenti ai Paesi in via di sviluppo. Su questi temi le posizioni non si sono smosse di un millimetro rispetto a ieri e non credo che si smuoveranno stanotte.
Nel frattempo la COP21 è sparita dalle prime pagine di quasi tutti i media generalisti (e non solo). Sarà un segno?
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