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Il declino degli uragani

I cicloni tropicali, che in Atlantico si chiamano uragani e nel Pacifico tifoni, sono gli eventi atmosferici più potenti e distruttivi, se non in valore assoluto perché i Tornado lo sono di più ancora, certamente in relazione alla scala spazio-temporale cui hanno luogo. Sono però anche eventi la cui frequenza di occorrenza ha una elevata variabilità interannuale, che spesso deve essere anche composta in quello che accade sull’Oceano Atlantico e sul Pacifico orientale (attorno alle americhe) e quello che accade sul Pacifico centro-occidentale, nel continente marittimo e sull’Oceano Indiano.

Gli ultimi anni del secolo scorso e i primi di questo, sono stati anni di intensa attività per i cicloni tropicali in Atlantico, pur nel contesto di una frequenza complessiva globale e una potenza sprigionata che non ha subito variazioni significative, pur continuando ad oscillare anche in modo importante. Sebbene le serie storiche di questi eventi siano piuttosto difficili da interpretare, essendo divenute affidabili praticamente solo da quando siamo entrati nell’era satellitare che ha consentito l’osservazione continuativa della vastità degli oceani, l’intesa attività degli anni a cavallo del cambio di secolo è qualcosa che ha attirato l’interesse di parecchi studiosi del settore. Poi, secondo schemi per noi ancora abbastanza oscuri, piuttosto improvvisamente, il numero dei cicloni tropicali che nascono in Atlantico durante la stagione di formazione (giugno-novembre), è andato altrettanto inspiegabilmente calando. Al contempo, specialmente negli anni più recenti, è salita la frequenza di occorrenza degli eventi che nascono sugli altri oceani.

Due ricercatori dell’università del Colorado, nomi noti nel settore degli uragani, si sono chiesti se non sia giunto alla fine il ciclo – ammesso che ne esista uno – di intensa attività di cicloni tropicali in area atlantica. Secondo loro, la spiegazione potrebbe essere in una modifica della circolazione atmosferica che ne favorisce lo sviluppo, all’origine della quale ci sarebbero la temperatura e la salinità di una porzione specifica dell’Atlantico settentrionale, nei pressi della Groenlandia.

Active Atlantic hurricane era at its end? (Nature Geoscience)

Alle variazioni di questi due parametri, ritengono infatti di poter associare l’esistenza o meno delle condizioni favorevoli allo sviluppo dei cicloni tropicali, una fra tutte, la variazione del vento lungo l’asse verticale, tecnicamente wind-shear, che ad esempio quest’anno sta letteralmente bloccando sul nascere tutti i tentativi di innesco di tempeste tropicali prima e cicloni tropicali poi. Queste variazioni di temperatura e salinità, sempre secondo loro, sarebbero cicliche, persistendo per circa due decadi.

C’è da dire che altri eminenti esperti del settore hanno alzato più di un sopracciglio rispetto a questa teoria, tuttavia,  se avessero ragione loro, potrebbe esserci almeno un ventennio sottotono per quel che riguarda gli uragani in Atlantico. Buone notizie per le popolazioni dei Caraibi e dell’America centrale. Meno buone per le previsioni di aumento degli eventi estremi in relazione ai cambiamenti climatici.

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Published inAttualità

5 Comments

  1. Alessandro

    Ciao Guido e ciao a tutti 🙂

    Articolo interessante ! ( come sempre )
    volevo però avere una delucidazione su un articolo comparso stamattina sul sito dell’Ansa, ovvero:
    http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/clima/2015/09/11/clima-oceano-antartico-ha-ripreso-ad-assorbire-co2_98d96ca1-6c54-4b4d-9f64-5bbbcedea5bd.html

    spesso sorrido nel leggere articoli in materia di cambiamenti climatici proposti dal sito in questione, ma a volte mi preoccupa la sicurezza e l’ostinatezza con le quali autori sconosciuti di articoli simili diffondano notizie a mio parere inadeguate. Per me è assodato che il clima cambia in modo naturale. Lo decide il pianete, senza chiederci il permesso.. . Ad ogni modo mi colpisce il finale dell’articolo “linkato”, ovvero, l’ultima frase che dice :-il futuro rimane incerto- ecco!.
    Buona Domenica
    Alessandro.

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