Forse più che sotto l’ombrellone per qualcuno sarà sotto l’ombrello, ma sempre di lettura si tratta.
Qualche settimana fa, quando anche sulle nostre pagine c’è stato un po’ di dibattito (qui e qui), sono rimasto colpito dal commento lasciato da uno dei nostri lettori.
Fantastico, veramente: una scienza alla ricerca dell’avallo dell’autorità religiose! Forse se lo dice il Papa allora le teorie sono definitivamente provate vere. Stanchi del fallibilismo cercano un po di infallibilità.
La questione mi è tornata in mente leggendo un altro (l’ennesimo) editoriale che Nature ha dedicato all’argomento:
Faith and science can find common ground
Dunque fede e scienza possono trovare un terreno comune. Nulla da eccepire, specialmente nella chiave di lettura fornita dall’editorialista, quella cioè che vede nella ‘discesa in campo’ della Chiesa sul tema dell’ambiente e, più nello specifico dei cambiamenti climatici, la possibilità di unire interessi di persone che normalmente sono separate dall’ideologia, ovvero dall’appartenenza a diverse fazioni politiche.
Non è su questo però che voglio richiamare la vostra attenzione – se ne avete voglia leggete l’editoriale – quanto piuttosto su questa riga di testo corredata di link: Pope Francis described environmental degradation with great scientific accuracy (Papa Francesco ha descritto il degrado ambientale con grande accuratezza scientifica). Ecco, non fosse altro perché al punto 188 dell’enciclica si legge: Ci sono discussioni, su questioni relative all’ambiente, nelle quali è difficile raggiungere un consenso. Ancora una volta ribadisco che la Chiesa non pretende di definire le questioni scientifiche, né di sostituirsi alla politica, ma invito ad un dibattito onesto e trasparente, perché le necessità particolari o le ideologie non ledano il bene comune. E, infatti, c’è più di qualche inesattezza scientifica nel testo papale, specie in materia di clima.
Ora, ognuno è libero di recepire il messaggio etico e morale che il Papa ha ritenuto opportuno diffondere, ma forse Nature, prima rivista scientifica al mondo per lettori, livello dei contributi e impact factor, dovrebbe prestare un po’ più di attenzione agli aspetti scientifici, altrimenti fa opinione, con il rischio, tornando al commento di poche righe fa, di cercare l’avallo dell’autorità religiosa su teorie che la scienza non riesce a consolidare.
E non è bello.
Ho letto due volte l’enciclica Laudato si e l’ho trovata ricca di spunti innovativi: la cura dell’ambiente come indicatore delle scelte etiche della politica e, viceversa, l’abbandono dell’ambiente sempre in funzione di un’assenza dello stato e di una politica corrotta. Bello il rapporto tra l’ecologia della natura connessa direttamente all’ecologia umana, cioè non c’è sensibilità verso l’ambiente se non c’è amore verso lo stato umano. Giustamente si scaglia coraggiosamente verso quell’economia neoliberista senza alcun valore che sta distruggendo rattrappendo lo spirito umano e che condiziona sempre più, non solo le masse, ma anche i governi dei Paesi. Interessanti gli spunti che riguardano anche l’agricoltura, che deve essere indirizzata verso la sostenibilità ambientale e salvaguardandone il suo valore anche culturale delle popolazioni locali. Si, l’enciclica parla anche di probabile origine antropica del riscaldamento globale, forse spingendosi troppo verso questa causa, ma lasciando aperto lo spazio anche al dubbio. Non mi pare per altro che questa parte dell’enciclica sia quella più importante e d’indirizzo, ma piuttosto un prendere spunto da un’opinione condivisa dai più, per dire cose poi che riguardano l’uomo e la sua condizione.
È molto probabilmente così, ma una regola semplice di comunicazione dice che, quando si parla o si scrive, si deve dedicare una quantità di parole proporzionale all’importanza dei temi. Ora, provate a misurare quanto spazio dell’enciclica è dedicato all’AGW e quanto ai temi di “ecologia umana”. Non c’è da stupirsi se questo tema, che dovrebbe essere quello principale, viene poi totalmente snobbato. Provate a leggere il commento di Fulco Pratesi: ah, grande Papa, grande ecologia, sul controllo delle nascite però ha torto (e ovviamente non si menzionano neanche lontanamente altri temi, come quello sulla “famiglia bio”).
Senza contare che tutte le iniziative in Santa Sede, sia precedenti che seguenti la presentazione dell’enciclica, sono state condotte a “senso unico”. Ricercatori ed opinionisti, anche cattolici, che hanno espresso dissenso sono stati bollati come “venduti alle industrie del petrolio” da mons. Sorondo, cancelliere delle Pontificie Accademie:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-aborto-e-climain-vaticanoce-chi-da-i-numeri-12779.htm
con un atteggiamento velenoso che non solo contraddice platealmente la “misericordia”, tema primario di questo papato (contraddizione costante in una gran parte di collaboratori di Francesco non appena arrivano in una posizione di potere), ma è totalmente inaccettabile a livello scientifico.
Parzialmente d’accordo…Anche io sono un cattolico praticante, ma per questo non sono un cieco. Credo che ognuno di noi abbia una propria personalità gestita arbitrariamente e che abbia nel suo profondo la capacità di discernere o almeno tentare. Detto questo anche io non ho condiviso la parte inerente i cambiamenti climatici nell’enciclica, a caldo o persino dubitato della buona fede del Papa ma a freddo dando spazio a quella capacità di discernere, ho pensato, che come detto da Guido Guidi, Il Papa non è uno scienziato e che il suo compito era quella di diffondere e sensibilizzare un senso etico e morale della questione ambientale, di cui questo mondo ha certamente bisogno. Ma principalmente che si sia semplicemente e “ingenuamente” fidato troppo solo di chi grida più forte ( Al Gore, IPCC, …) Quindi a questo punto mi chiedo, non sarebbe il caso che gli scienziati di parere diverso cercassero di farsi sentire di più anche al di fuori del web? Penso ad esempio a Guido Guidi, per la profonda conoscenza della materia ed i suoi illuminanti articoli e per la sua presenza sulle reti Rai. Insomma una trasmissione sullo stile di quella fatta da Mercalli, per par condicio, ma forse non è una buona idea?
Due risposte da due cattolici praticanti che hanno una buona/ottima capacità di discernimento tra ciò che è scienza e la fede: mi complimento. Anch’io sono cattolico ma non praticante e vivo in mezzo a molti praticanti che, invece, la parola del Pontefice è stata recepita, purtroppo, nel verso peggiore. Il fatto che lo ha detto anche “Papa Francesco ” che il clima cambia e cambia male a causa dell’uomo, ha dato e dà una forza a questa visione ( tema così complesso) catastrofista inimmaginabile.
Quelle rarissime volte che mi trovo a tentare di confutare questa visione vengo preso quasi per un visionario. La sensazione di sentirmi molto isolato è forte, speriamo che i lettori di CM aumentino altrimenti….! Saluti Franco
Caro Guido, sono d’accordo con la frase finale del tuo articolo circa la ricerca dell’avallo dell’autorità religiosa. Sono un cattolico praticante, ma non ho affatto condiviso l’enciclica per quanto attiene alle affermazioni che contiene circa il riscaldamento gobale. Papa Francesco poteva risparmiarsi di entrare così maldestramente sull’argomento nella prima parte della sua enciclica che contiene molte inesattezze. Lo scorso 2 luglio ho inviato a Papa Francesco una lettera (raccomandata) con le mie osservazioni in merito. Purtroppo non ho ricevuto finora alcuna risposta ne credo di riceverla in futuro. Ritengo che Fede e Scienza debbano essere tenute ben distinte; non si può fare Scienza con la Fede; no quindi al Fideismo. La storia ci insegna molte cose al riguardo; basta ricordare Galileo Galilei. Grazie per avere proposto questo tema.