Appena ieri mi è capitato di leggere un post di Judith Curry sul suo blog. Lì per lì avevo deciso di non riprenderlo, perché l’argomento, sebbene importante, è anche piuttosto logoro. Si tratta della confusione di ruoli tra scienziati e attivisti.
I primi, come noto e auspicabile, dovrebbero essere soggetti ad una certa etica della scienza, quella per esempio che dovrebbe tenerli lontani dall’assumere atteggiamenti soggetti a condizionamento o, peggio, innescati dal condizionamento.
I secondi, per loro natura, sono esattamente il contrario. L’unico obbiettivo è la causa (giusta o sbagliata che sia) e battersi per quella può comprendere l’essere condizionati possibilmente per condizionare qualcun altro, cioè, far proseliti.
Domanda: secondo voi l’editore capo di una rivista scientifica come Science, il cui impact factor è probabilmente secondo solo a quello di Nature, da scienziata priva di specifiche competenze in materia di clima, può permettersi di essere anche un’attivista climatica? Prima di rispondere leggiamo cosa scrive Marcia McNutt, appunto Editor in Chief di Science, in un articolo dal titolo eloquente: The Beyond the two degrees Inferno.
Il tempo del dibattito è terminato. L’azione è urgentemente necessaria. L’International Energy Agency con base a Parigi ha recentemente annunciato che gli attuali impegni di riduzione delle emissioni [noti come Intended Nationally Determined Contributions (INDCs)] delle nazioni del pianeta sono insufficienti per evitare di scaldare l’intero pianeta di più di 2°C oltre il livello pre-industriale. Per stabilire obbiettivi più aggressivi, le nazioni sviluppate devono ridurre le loro emissione pro-capite ben oltre e, nel farlo, devono generare un percorso che consenta a quelle in via di sviluppo di saltare verso tecnologie di infrastruttura energetica a basse emissioni piuttosto che centrali di produzione a carbone mentre espandono la loro capacità energetica.
Applaudo la franca affermazione di Papa Francesco, attualmente il nostro più visibile campione nel mitigare il cambiamento climatico e lamento il vuoto di leadership politica negli Stati Uniti. Non è questo il tempo per attendere che emergano campioni politici. Così come la California ha deciso di fare da se, ogni settore (trasporti, manifattura, agricoltura, costruzioni, etc.) e ogni individuo devono fare tutto quanto possibile per ridurre l’inquinamento da carbonio risparmiando energia, adottando tecnologie energetiche alternative, investendo nella ricerca e catturando la CO2 alla fonte.
Nell’Inferno, Dante descrive i nove gironi dell’inferno, ognuno dedicato a diversi tipi di peccatori, con quelli più esterni dedicati a quelli che non avevano saputo far meglio e quelli più interni riservati ai più infidi peccatori. Mi chiedo in quale dei nove gironi Dante avrebbe messo tutti quelli tra noi che stanno approfittando della Terra in nome della crescita economica, accumulando un debito ecologico nel bruciare combustibili fossili, le cui conseguenze ricadranno sui nostri figli e nipoti? Agiamo ora, per salvare le future generazioni dalle conseguenze dell’inferno oltre i due gradi.
Due giorni dopo l’uscita di queste ponderate e altamente scientifiche affermazioni, Marcia McNutt ha ottenuto la candidatura alla presidenza della National Academy of Science americana. L’integrità, la compostezza e la sobrietà, pagano, sempre.
Un sincero in bocca al lupo a tutti quanti, magari al lume di candela per risparmiare energia, dovessero decidere di sottoporre a Science uno studio che possa minimamente mettere in dubbio il fatto che il mondo sta per diventare un inferno dantesco.
Buona giornata.
Queste persone le ammiro. Anch’io, da negazionista incallito, avrei detto ai quattro venti queste cose se avessi guadagnato una promozione o anche un aumento di introiti. Il denaro rende la vista ai ciechi. In tutto questo non capisco come papa Francesco sia potuto cadere nell’errore che ha fatto. Certamente non per soldi, forse solo per ignoranza e perché è stato mal consigliato. Resto dell’idea che nella sua posizione aveva il dovere di informarsi bene prima di mettere nero su bianco. Ciao a tutti.
La mossa di Papa Francesco non può che essere deliberata. Non è neanche lontanamente pensabile che un Papa possa scrivere un’enciclica in modo così superficiale.
Il problema è l’appeal che questi personaggi hanno e l’utilizzo che ne fanno: e controbattere al fideismo non è esattamente un’impresa così semplice in un mondo dove al posto degli articoli si leggono solo i titoli.
Immagino che sarà stata contentissima delle dichiarazioni di ieri di Giaever, premio nobel per la fisica nel 1973, sul “non-sense” del riscaldamento globale, e su Obama mal consigliato sul tema…
Se ti riferisci al suo intervento al Meeting dei premi Nobel di Lindau, ha suscitato un bel vespaio! 🙂
Piccola nota di colore: il video del suo intervento è uno di quelli più visti.
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Alla fine del meeting alcuni dei partecipanti hanno firmato una dichiarazione in cui esprimono viva preoccupazione per il cambiamento climatico di origine antropica in corso e lanciato un appello a porre immediatamente fine alle emissioni di CO2 ed altri gas serra ed a tutte le azioni contro l’ambiente. La dichiarazione si chiude con un accorato appello ai decisori politici affinché non perdano l’occasione della prossima Conferenza delle Parti di Parigi.
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La dichiarazione è stata firmata da 36 dei 65 laureati partecipanti: consenso del 55% (molto diverso dal 97% di cui si parla da più parti).
E l’altro 45%? Giaever non ha firmato a causa delle sue convinzioni scettiche che lo portarono anni fa a dimettersi dalla NAS a causa del suo profondo disaccordo con la posizione ufficiale dell’Associazione (e per questo è stato definito negazionista da uno dei firmatari 🙂 ) il resto trincerandosi dietro un “diplomaticissimo”: “non ho abbastanza conoscenze per esaminarla” (diciamo che se ne sono lavate le mani 🙂 ).
http://elpais.com/elpais/2015/07/03/ciencia/1435912689_756352.html
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p.s.: L’articolo di El Pais si apre, come ormai tutti gli interventi su clima ed ambiente, con un “doveroso” tributo all’enciclica “Laudato si'” (ad ulteriore prova del peso che essa sta assumendo nel dibattito pubblico sulla questione climatica ed ambientale in genere).
Ciao, Donato.
Errata corrige: Giaever non si dimise dalla NAS, ma dalla APS (American Physical Society)
http://www.climatemonitor.it/?p=19419
Mi scuso per l’errore.
Ciao, Donato.
” …. da scienziata priva di specifiche competenze in materia di clima, può permettersi di essere anche un’attivista climatica?”
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Secondo me si. L’importante è che la sua posizione sia chiara e non stupidamente ipocrita come capita in altri casi in cui, parandosi dietro l’oggettività scientifica, si dicono e scrivono cose che scientifiche non sono. McNutt ha il pregio della chiarezza: il dibattito è finito, per lei non c’è più spazio per i dubbi e le perplessità, da ora innanzi ha abbandonato la scienza ed ha abbracciato la fede, come del resto fece Hansen qualche tempo fa. Da oggi sappiamo per certo che ciò che pubblica Science in materia di clima è affetto da un bias “a prescindere”: la fede che infervora la sua direttrice. Bisogna tenerne conto quando si legge e commenta un articolo in tema di clima pubblicato dalla rivista. Allo stesso modo in cui si considerano gli articoli di quotidiani come “Il Giornale” o “Il Manifesto”: informati ad una linea editoriale profondamente ideologizzata. Punto.
Ciao, Donato.