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Eventi estremi lontano da noi…ma meno di quel che si creda

Le immagini del video qui sopra risalgono ai primi giorni di febbraio. Un intenso ciclone extra-tropicale sul Mediterraneo centrale, forti venti di scirocco prima e di grecale poi innescati dalla caduta della pressione atmosferica sull’alto versante adriatico, piogge abbondanti e persistenti nell’entroterra con relativo ingrossamento dei fiumi; su tutto questo si è inoltre sommata una marea favorevole. Quello che vedete non è lo straripamento di un fiume perché ha ceduto un argine, è uno Storm Surge. Qualcosa che in Italiano definiremmo inondazione costiera per il sollevamento del livello del mare.

Lo Storm Surge o coastal event, come viene normalmente definito nelle segnalazioni di allerta nei paesi dove è codificato, scaturisce sostanzialmente da due fattori, pur in concomitanza con altri. Sono soprattutto la ventilazione e il relativo effetto di trascinamento, insieme alla diminuzione della pressione (effetto barometro inverso) a favorirne l’insorgenza. La conformazione dei fondali e il moto ondoso che si genera, nonché la forma della costa, con accentuazione degli effetti se concava, forniscono gli elementi a contorno, insieme, eventualmente, ad un abbondante run-off dei fiumi in caso di forti precipitazioni.

Tutte cose accadute tra il 5 e il 6 febbraio sulla costa romagnola, soprattutto intorno a Ravenna dove ci sono stati i danni strutturali più gravi. Tuttavia, come per molti altri eventi estremi, quello che succede da noi con gli Storm Surge è poca cosa rispetto a quello che succede da altre parti del mondo, specialmente dove gli eventi sono innescati dai cicloni tropicali, la cui intensità del vento e caduta barica sono di gran lunga più importanti. Infatti, se nel Ravennate il livello del mare è salito oltre lo zero igrometrico di poco più di un metro, lo Storm Surge innescato sulla costa est degli USA con l’arrivo dell’uragano/tempesta tropicale Sandy ha superato i 3m, con le conseguenze che conosciamo.

In questa pubblicazione c’è la trattazione di alcuni case study di Storm Surge occorsi nel Mar Baltico (ciclone extra-tropicale) e in Cina (ciclone tropicale). E’ una lettura interessante che magari vorrete far precedere dalla consultazione delle pagine che la NOAA dedica a questo tipo di eventi. Infine, dal punto di vista operativo e prognostico, presso il Joint Research Centre della Comunità Europea (JRC), è attivo un gruppo di ricerca che collabora con l’ISPRA e che ha messo a punto un modello di previsione degli eventi di Storm Surge utilizzando come forzanti atmosferiche i dati di output sia del modello del Centro Europeo sia del LAM COSMO. In questo documento c’è una spiegazione del loro lavoro, mentre su questa pagina è possibile consultare on-line i bollettini in tempo reale, prodotti che magari vorrete aggiungere alla vostra check-list al prossimo passaggio di un’intensa perturbazione.

Post Scrittum

Quando si dice il caso. Ieri su Science Daily è uscito un pezzo sugli Storm Surge, un’analisi storica degli eventi occorsi negli ultimi 500 anni nei Paesi Bassi e di come – cause naturali a parte – le inondazioni costiere siano state usate anche a scopo bellico. L’ultima volta è successo nel 1940. Nel 1953, invece, ci fu l’evento più disastroso mai accaduto in Europa: il livello del mare si alzò di 4,5-5 m e ci furono 2100 vittime (1800 in Olanda e 300 in Inghilterra), più quasi 100.000 persone evacuate. Il tutto per il passaggio di un altro soggetto atmosferico scomodo ma ben noto, una weather bomb, ossia una depressione extratropicale che si approfondisce di oltre 24hPa in 24 ore, che si infilò dal Mare del Nord nel Canale della Manica portando venti settentrionali fino a forza 10-11 della scala Beaufort lungo un fetch ben disteso (info qui e qui).

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Published inAttualità

4 Comments

  1. […] di Storm Surge o evento costiero sulle nostre pagine, è stato nel giugno dell’anno scorso in questo post. Il fenomeno è poco noto dalle nostre parti, un po’ perché per fortuna ha effetti per lo […]

  2. Esperienza personale: vado abitualmente in campeggio ai lidi ferraresi
    (Comacchio) e mi è successo di visitare il mio campeggio il 12 febbraio
    scorso, circa una settimana dopo l’evento descritto nel filmato. Ho trovato
    la spiaggia, che normalmente è allo stesso livello di un
    camminamento in cemento per poi degradare lentamente verso il mare,
    circa 1.70-2 metri più in basso del camminamento (vedere la foto qui. E’ il
    dislivello che la persona sta percorrendo). Anche i resti di una vecchia
    duna (si vede vicino alla locandina in legno bianco) sono stati pesantemente
    ridimensionati. Nello stesso giorno dell’evento a Ravenna, anche a Porto
    Garibaldi, il porto canale e i suoi dintorni sono stati pesantemente allagati
    (v. ad esempio <a
    href="http://video.gelocal.it/lanuovaferrara/locale/il-maltempo-ai-lidi/38182/3
    questo filmato).
    Non sapevo nulla di questi eventi e al tempo mi ero chiesto come fosse stato
    possibile perdere tanta spiaggia in una notte. Adesso ho capito e devo
    ringraziare Guido per le informazioni che ci fornisce in continuazione.
    Grazie Guido!
    Franco

  3. L’effetto del “surge” è una cosa diversa dall’erosione delle coste, in quanto è temporaneo (finisce quando finiscono le condizioni meteo che lo causano). Certamente, in quanto azione aggressiva del litorale, può contribuire all’erosione, insieme ad altri fenomeni.

    Come dice Guido, il sea surge è tutt’altro che raro in Europa: non solo sul versante atlantico (ne sanno qualcosa i francesi), ma è capitato anche in Costa Azzurra (http://refmar.shom.fr/applications_maregraphiques/alertes_aux_tempetes). Chiaramente nel Mediterraneo il fenomeno è più contenuto anche perché le “aggravanti”, come le alte maree, sono di entità minore.

    Comunque, mi pare interessante questo passaggio relativo al fenomeno atlantico subìto dai francesi nell’occasione del ciclone Xynthia:

    A mobile home park built close to the sea wall was particularly hard-hit.[6] The sea wall was about two hundred years old, built in the time of Napoleon; critics said that situating a mobile home park so close to the sea wall showed poor coastal development practices.[6]

    […]

    In response to the coastal flooding brought by Xynthia, the French Government announced on 8 April 2010 that it had decided to destroy 1,510 houses in the affected areas of which 823 were in the Vendée and 595 were in Charente-Maritime.[15] The government promised to fully compensate all home-owners, based on the value of the real estate prior to the storm, with the ministry of finance stating that they would pay €250,000 per house.[15] In Vendée of the 823 homes designated by the French state to be destroyed, nearly 700 homeowners accepted the compensation terms by the state with demolition taking place in March 2011.[15] In 2011 there remained 79 people who decided fight the destruction of their homes via the legal system.[15]

    http://en.wikipedia.org/wiki/Cyclone_Xynthia

    In sintesi: Napoleone aveva fatto costruire un sistema di dighe, perché evidentemente il fenomeno era già noto all’epoca. In tempi più recenti, vari furboni hanno pensato bene di costruire abitazioni ed altre costruzioni in aree dove non era il caso di costruire niente. E le autorità hanno preso l’unica soluzione possibile: abbattere quello che non è possibile difendere, ovviamente provvedendo ad una giusta soluzione economica per i proprietari. Tanto per dimostrare che le soluzioni concrete passano prima per la politica locale – con decisioni “semplici”, come la politica edilizia – e non per i massimi sistemi climatici.

  4. Io ho notato che negli ultimi anni il livello del mare è salito, oppure è colpa delle coste che sono state “erose” e la sabbia “rubata” dal mare. Ci sono spiagge qui in Sardegna ( ma ho visto anche in altre parti d’ Italia ) che si sono ridotte persino di 1/3.

    Sta salendo il livello dei mari, sono le coste ad abbassarsi, evapora meno acqua oppure la causa è un’ altra?

    Ciao e complimenti per il sito

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