Salta al contenuto

Che cosa significa 5 Sigma?

Un interessante articolo dell’editore di The Lancet – rivista open source – in cui si prende lo spunto dalla spiegazione della significatività statistica del risultato di un indagine scientifica per fare una panoramica sullo stato di ‘salute’ della scienza.

Non esattamente in forma, si direbbe. L’ho incrociato su twitter, ve lo ripropongo così com’è. A questo link.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

Un commento

  1. Luigi Mariani

    Che la cattiva letteratura scientifica stia scacciando la buona è un’impressione di vecchia data. Anni orsono se ne lamentava Kary Mullis nel suo “Ballando nudi nel campo della mente” quando scriveva (cito a memoria perché non ho con me il libro) che tu puoi proporre la ricerca più utile del mondo ma solo se minacci di sterminio l’umanità avrai il finanziamento. La critica di Mullis era rivolta alla medicina, la quale vive di catastrofismo per ottenere fondi e lo fa ad esempio paventando pandemie di tutti i generi ma si adatta benissimo all’enfasi catastrofica assunta da molta letteratura scientifica climatologica, per cui ad esempio (e qui cito un lavoro commentato alcuni mesi fa su CM) se il 92% delle 11mila stazioni globali analizzate mostra che non vi sono trend significati nelle piogge massime annue sul 20° secolo (una notizia fantastica per il 92% dell’umanità), il messaggio che passa è invece che, essendovi uno squilibrio fra stazioni con trend positivo (8%) e quelle con trend negativo (2%) il clima sta cambiando e sta cambiando male.
    Che fare? Da parte mia non ho ricette perché si tratta di una politica della ricerca che fa leva su grandi interessi da un lato e su archetipi profondamente radicati nel genere umano dall’altro. Fra l’altro uno dei maggiori artefici di tale deriva è a mio avviso l’Unione Europea. Ricordo anni fa’ un sottosegretario all’agricoltura (Guido Tampieri – http://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Tampieri) che, in un convegno tenutosi a Novara arringò una platea di ricercatori mondiali su riso sostenendo che a livello UE sul cambiamento climatico e sui suoi effetti devastanti era ormai tutto chiaro e dunque i ricercatori non dovevano far altro che dare ai politici il giusto supporto per le loro scelte illuminate. Voi capite che su tali basi il risultato della ricerca è già noto prima ancora di farla: occorre dire che il cambiamento climatico sta minando la produzione agricola e se lo scrivi ottieni i fondi, altrimenti no. A fronte di tale priorità poco conta se le produzioni agricole delle 4 principali colture (frumento, mais, riso, soia – quelle che nutrono il mondo) salgono a livello globale dell’1-2% l’anno, con performances veramente lusinghiere….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »