Tutto il mondo è paese, anche se di questo passo quel che resterà sarà, appunto, il fantasma di un paese, come Fabbriche di Careggine, nella foto, sommerso dal lago artificiale di Vagli nel 1947. Perché il ricorso a questo luogo comune? Per promemoria, una sorta di post-it da incollare alla variegata scrivania delle vicende socio-politico-climatiche e, naturalmente, economiche.
Mi è capitato sotto agli occhi questo articolo: Elon Musk’s growing empire is fueled by $4.9 billion in government subsidies. Chi è Elon Musk ce lo dice Wikipedia. E’ un genio della finanza, l’uomo che ha inventato Pay Pall e ora dirige Tesla Motors, Solar City e Space X, più altre super aziende accessorie. I soldi veri però pare li abbia fatti e li stia facendo con le prime due, la fabbrica di auto elettriche e di tecnologia fotovoltaica. Soldi in larga misura provenienti da sussidi governativi, documentati in questo articolo in 4,9 miliardi di dollari.
Come recita Wikipedia, tanto per Tesla quanto per Solar City, Musk ha deciso di buttarsi nell’impresa per unirsi alla lotta al riscaldamento globale. Un eroe quindi. Non è dato sapere però quanta CO2 sia sottratta al suo malefico compito in atmosfera mentre lui conta i miliardi, probabilmente però non abbastanza da coprire nemmeno uno dei lanci del vettore spaziale che costruisce con Space X.
Se a qualcuno fosse sfuggito, qui da noi il giro di incentivi per le sole tecnologie rinnovabili ammonterà al 2020 a 220 miliardi di Euro. Morale: salvare il mondo rende bene, molto bene.
Ascoltando i vari notiziari, i vari talk-show, leggendo i vari giornali e i vari siti, si odono e si leggono, da anni, i lai lamentosi di sindacalisti, politici, imprenditori, economisti, ecc., ecc. relativi al fatto che l’Italia (e anche l’Europa) non crescono più. Tutti tuonano contro gli organismi sovranazionali (assimilati alle plutocrazie d’antan) che con i loro vincoli di bilancio hanno strangolato la “domanda interna”, “gelato i consumi” , “bloccato la crescita”. Ci si affanna a raschiare il barile per trovare qualche manciata di milioni per tamponare le varie falle che si aprono nel bilancio e, nel frattempo, ci avviamo mogi mogi verso la “decrescita (in)felice”.
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Stasera sono stato dal barbiere e il tapino mi ha confidato che in questo primo scorcio dell’anno ha perso oltre venti clienti che sono emigrati, in quanto dalle mie parti c’è poco o nulla da fare ed altri (fortunatamente di meno) passati a miglior vita per ragioni anagrafiche. Ecco un altro bell’esempio di “decrescita (in)felice”. Nel frattempo le tasse hanno raggiunto livelli insopportabili, i beni immobili perdono continuamente valore, il mercato immobiliare è fermo da anni, le imprese chiudono per mancanza di commesse o di consumo e le attività agricole perché non in grado di reggere la concorrenza dei prodotti d’oltremare. Si è innescato un processo autorafforzante (altro che runaway greenhouse effect) che sta spopolando le zone in cui sono nato ed ho vissuto. .
E nel frattempo questi continuano a romperci con le loro fisime pseudo ambientaliste e con i sussidi da attribuire a fonti energetiche cosiddette rinnovabili che senza incentivi non sarebbero neanche nate. Ieri sera mentre facevo zapping mi è capitato di ascoltare un servizio (mi sembra nell’ambito della trasmissione TV 7, su Rai1) in cui un sindaco pugliese si vantava di essere riuscito a fornire gratis i libri di testo ed il buono pasto a bambini bisognosi grazie ai proventi dei certificati verdi conseguenti a diverse installazioni fotovoltaiche su edifici pubblici. Un altro bell’esempio di assistenzialismo fine a se stesso. Mi chiedo come sia possibile che nella testa di quel sindaco non sorga una domanda: una volta che ho fatto studiare questi ragazzi cosa faranno? Se l’economia non decolla, se la ripresa non parte in modo vigoroso, se, vivaddio, non ricominciamo a crescere che ce ne faremo dei sussidi verdi e dei diplomi o lauree che quei ragazzi avranno conseguito?
Mi sa che i brandelli di paese nella foto in cima al post sono ben esemplificativi del destino che ci attende.
Ciao, Donato.
Tesla, la sola compagnia automobilistica che a differenza delle altre non è mai entrata in crisi: ci è nata proprio così, senza avere mai fatto un solo anno di profitti positivi dai suoi inizi ad oggi (controllare per credere).
Spiccioli rispetto ai 5.300 miliardi alle fossili calcolati un paio di settimane fa dall’IMF. E poi: da quanti anni vengono sussidiate le rinnovabili? E da quanti anni vengono sussidiate le fossili?
Giusto, salvo la sottile differenza che le fonti fossili mantengono in piedi il sistema, quelle rinnovabili no.
gg
Dici bene “calcolati”, peccato che il calcolo sia meno ancora che sbagliato.
Infatti parte da premesse folli contando come sussidi alle fossili i costi sociali, tipo la manutenzione stradale e altre voci assurde.
L’intento è quello di smuovere gli indecisi con un’operazione di sfacciata propaganda (disinformazione) di cui tutti i media sono pieni.