Ebbene sì, il caldo viene dal freddo. Paradossale? Non tanto se si parla di meteorologia.
Vi siete chiesti da dove viene questa prima passata di temperature estive per il Mediterraneo e per l’Italia? E’ presto detto, il flusso perturbato principale, ossia quel treno di vento che separa l’aria polare da quella delle medie latitudini e da quella subtropicale, è molto basso di latitudine. Cioè, molto semplicemente, l’aria fredda formatasi durante la stagione invernale occupa ancora una bella porzione di emisfero.
A riprova di ciò, basta dare un’occhiata alla posizione della ITCZ (Linea di Convergenza Intertropicale) sull’Africa, quella fascia dove si formano perennemente gli imponenti temporali che hanno il compito di portare su il calore ricevuto in eccesso dalle zone tropicali. Quel calore viaggia poi verso nord fin oltre i tropici per ridiscendere verso la superficie formando delle aree di alta pressione permanente e chiudendo il meccanismo della cella di Hadley, una delle tre celle di circolazione nelle tre dimensioni in cui si sviluppa la circolazione generale dell’atmosfera.
Quando arriva l’estate, l’ITCZ sale di latitudine e così fanno anche le correnti verso il basso del ramo discendente della cella di Hadley. E noi, a più riprese, ci becchiamo le ondate di calore subendo un tempo atmosferico altrimenti tipico delle zone desertiche del Nord Africa, per esempio.
Quando invece l’ITCZ è bassa e così il flusso principale, le perturbazioni che si formano a latitudini più basse del solito in Atlantico forzano l’aria calda del Nord Africa a salire verso il Mediterraneo. Il risultato è lo stesso, ma il meccanismo è diverso. Nel primo caso è l’avanzare della stagione che scalda la ‘pancia’ del pianeta e restringe il territorio dell’aria polare; nel secondo la discesa di aria fredda in Atlantico che innesca la risalita di quella calda verso il Mediterraneo. In soldoni, questi 2/3 giorni di caldo sono arrivati perché la buona stagione – intesa con i complessi meccanismi di scambio di calore tra equatore e polo attivati dalla componente astronomica, orbita della Terra attorno al Sole e rotazione attorno all’asse terrestre – era in ritardo. Era, perché dal monitoraggio dell’ITCZ della NOAA, si nota come questa sia velocemente risalita verso nord appena tre settimane fa da una posizione di netta anomalia negativa sia nella componente est che in quella ovest; una risalita che ha anticipato questa fase di irruzione dell’aria subtropicale continentale sul Mediterraneo sommandosi alla componente della circolazione. Già, perché nonostante l’aria fredda occupi ancora parecchio territorio nell’emisfero, il Sole alto nel cielo è già da qualche settimana che scalda ben bene l’Africa settentrionale.
E’ strano? No, perché le serie storiche sono piene di giorni caldi nel mese di maggio, specie perché quanto descritto sommariamente più su attiva anche venti di superficie dai quadranti meridionali, soprattutto scirocco. E lo scirocco si chiama così perché viene dalla Siria, dove notoriamente fa abbastanza caldo.
Ora, con i probabili 35°C e oltre della Sardegna, della Sicilia e dell’entroterra del meridione, oggi sentirete parlare di clima pazzo, mentre il clima non è mai stato più savio di così. A meno che non fosse pazzo chi ci ha insegnato queste cose ben prima che tutto iniziasse a dipendere dall’AGW.
Per finire…
http://www.meteogiornale.it/notizia/38145-1-record-ondata-di-caldo-diversi-locali-uno-europeo
C’è anche la spiegazione che Fabrizio Giudici chiedeva.
Mai registrati 40 gradi così presto in Europa! Record di una certa importanza, ma è tutto normale… È solo caldo, in breve
“Mai registrati 40 gradi così presto in Europa!”….chiosa lapidaria che fa il paio con “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire…”
Va bene… alla grande cappellai!
Gentile Fabrizio, la temperatura del link di Meteogiornale si riferisce al 4 maggio, 24,2° mentre il link CEDOC si riferisce al 5 maggio, 32,7°, quando stava entrando il maestrale.
San Vito c’entra perché è la località del Sarrabus, sud-est della Sardegna, che il 4 maggio ha fatto registrare la temperatura di 40 e rotti gradi.
E’ molto semplice e facilmente spiegabile. Basterebbe conoscere la posizione di Cagliari e quella di San Vito per capire che non hanno “scritto cazzate”. San Vito ha “beneficiato” di venti di caduta dalle montagne che la dividono dal mare mentre Cagliari, con quegli stessi venti, ha beneficiato dell’ancora fresca temperatura della superfice del mare.
Ribadisco la mia richiesta sopra. Non ci si può fare un’idea in questo bailamme di dati se non vengono spiegati i contesti intorno ai dati, perché non si può conoscere la geografia locale di tutta Italia per interpretare questi dati.
Quindi i 32,70°C erano a San Vito?
Gentile Fabrizio Giudici, nei link che tu stesso hai postato ci sono le località corrette con le temperature e le spiegazioni geografiche. A maggior ragione non avresti dovuto scrivere “hanno scritto una cazzata” senza sapere di cosa si stava parlando. Cagliari città, con i venti dai quadranti meridionali, difficilmente raggiunge i 32/33° anche in piena estate ma sono temperature insopportabili per l’umidità. Per contro con il maestrale, che arriva dalla pianura del Campidano, facilmente sfiora o supera i 40° ma con umidità anche inferiore al 20%. E si dorme…
Non ci siamo. 🙂
Su Cagliari il link dice 24°C. CEDOC (penso che la pagina citata da Donato sia questa: http://www.sardegnacedoc.it/idrografico/elaborazioni/421300/30965/50409/7) dice che la massima è stata 32.70°C, in un sensore nominato “Comune di Cagliari”, “SERBATOI MEDI S.VINCENZO”. Dalla mappa vedo che è in centro (e San Vito francamente non ho capito cosa c’entri nella discussione).
Prima di proseguire non voglio leggere nessuna disquisizione sui venti di caduta, l’umido o la geografia sarda. Voglio sapere semplicemente un dato puntuale, se la temperatura massima di CAGLIARI CITTA’ era di 24°C o di 32°C. In tre giorni non l’ho ancora capito, e figuriamoci un giornalista o un lettore qualsiasi che volesse capire se veramente il caldo era eccezionale o no.
Per carità, come sempre ottima spiegazione dei fenomeni ma resta il fatto che ieri in alcune aree della Sardegna la giornata è stata storica con valori over 40°, dire quindi che “il clima non è mai stato più savio di così” mi sembra un’affermazione quantomeno azzardata. Traggo dal meteogiornale: “tra le stazioni del Servizio Meteo Italiano, la più calda oggi è stata Decimomannu (sud Sardegna), che raggiungendo 38,4°C ha battuto il proprio record di temperatura massima mensile che era di 36,4°C”. E’ sempre tutto normale, ma intanto a ogni giro qui cascano record di caldo…
Vediamo di fare chiarezza. Io per primo: i 24°C per Cagliari ieri li ho letti qui:
http://www.meteogiornale.it/notizia/38090-1-caldo-record-in-sardegna-punte-eccezionali-prossime-ai-40-gradi
“basti pensare alla stessa Cagliari, dove il termometro ha stentato a superare i 24 gradi anche in centro città.”
ma evidentemente hanno scritto una cazzata.
Peraltro sempre girando leggo:
http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=17886
A maggio temperature simili si registrano saltuariamente a fine mese: è successo nel 1999 quando le massime superarono i 40 gradi in alcune località della provincia di Sassari. Per domani i meteorologi dell’Arpas prevedono che l’onda di calore lascerà la Sardegna e si sposterà sulle regioni dell’Italia meridionale.
Su Meteo.fr vedo che c’è un record di 36°C a Dax, sulla costa vicino ai Pirenei francesi, eccetera. In tutto questo casino di fonti, da non esperto di fonti, non ci capisco più niente. Esiste una fonte dati affidabile con gli storici facilmente leggibili, in modo che si faccia chiarezza? Grazie.
Intanto oggi nella zona del mio paese (costa sud est sarda) toccati i 40,5 gradi, (fonte rete idrografica sardegna cedoc) che è nuovo record italiano del mese, che potremmo dire anche clamoroso visto che oggi è solo il 5 maggio, e le medie del periodo sono ben inferiori all’ultima decade del mese. (La media delle massime in questo periodo è sui 22 gradi) Perché è così semplice battere nuovi record di caldo in area mediterranea mentre è quasi impossibile battere quelli di freddo?
Mi sembra di aver letto che la massima a Cagliari era solo di 24 gradi. È corretto? Se sì, a cosa è dovuta questa differenza di quasi venti gradi in poche decine di chilometri, se capisco bene?
Prima di tutto mi complimento per il bel sito del CEDOC: chiaro, ben navigabile, dettagliato.
Si tratta di doti non sempre comuni ai siti, diciamo così, istituzionali.
Per il resto ho qualche dubbio circa il dato 40.5°: le stazioni CEDOC nei dintorni di Cagliari segnano un valore massimo (medio) di circa 35-36° (Pula, S. Anna Arresi, Villacidro, Villasor, Sinnai, Capoterra, Cagliari) con valori più elevati per le zone interne. In particolare a Cagliari la temperatura massima è stata di 32,70°.
Ciao, Donato.
Caro Guido, ti ringrazio per la visione ampia che coinvolge la posizione dell’ITCZ, struttura meteorologica cui confesso di aver sempre pensato molo poco, e da questo punto di vista il sito NOAA che segnali è davvero interessantissimo.
Guardando le previste di temperatura l‘ondata di caldo sul meridione mi pare una “fiammata” destinata ad esaurirsi in 2-3 giorni ed in base a ciò la colloco fra le ondate di caldo di breve durata.
Dal punto di vista circolatorio guardando le carte a 500 hPa colgo una struttura di blocco con promontorio subtropicale sulla nostra area e robusta saccatura sul vicino Atlantico. Immagino poi che, come spesso accade per le ondate di caldo di breve durata, giochino un ruolo chiave le correnti a getto (dalle carte previste del vento a 300 hPa mi pare d’intuire la presenza di un ramo di getto sull’Italia meridionale in coincidenza con il picco del caldo, anche se confesso che di correnti a getto ne so davvero poco…). Puoi dirci qualcosa di più?
Grazie.
Luigi
Luigi,
la presenza del getto sull’Italia meridionale è appunto il segnale della dinamicità che la circolazione ancora conserva alle medie latitudini. Nel medio periodo, a livello emisferico e in Atlantico ci saranno ancora velocità zonali relativamente basse, dato questo evincibile dal segno neutro o leggermente positivo della AO. Questo significa che l’impulso in atlantico produrrà un’altra incursione dell’aria subtropicale verso il Mediterraneo, coinvolgendo però più la Penisola Iberica che il settore centrale del bacino, dove invece sussisterà un flusso retrogrado più fresco e instabile: arriva la convezione diurna. A seguire, per tornare al getto, sembra che questo torni ad essere più sostenuto sul Canada, quindi alto di latitudine, e questo conferirà più velocità zonale alla circolazione in area europea, restituendo ‘normalità’ alla configurazione.
gg
Avrei una domanda: con il flusso perturbato atlantico a latitudine inferiore al solito, è lecito attendersi un’estate fresca e piovosa, oppure ci sono giá altri fattori (es. Nino in crescita) che potrebbero invece cambiare questo quadro?
Grazie in anticipo e complimenti per l’analisi climatica, sintetica e chiara come sempre.
E’ difficile a dirsi Fabio. Da un certo punto di vista potrebbe essere possibile, più che nel quadro della posizione attuale del flusso, in quello di una tendenza di lungo periodo del fronte polare ad essere più basso. Al riguardo ti consiglio di leggere il lavoro di Carlo Colarieti Tosti che trovi in home page. Circa l’ENSO, le teleconnessioni per l’area mediterranea non sono chiare né solide, in più siamo ancora dietro la predictability spring barrier, per cui non è dato sapere se si tratterà di un evento intenso o meno.
gg