Una carrellata di notizie, alcune curiose, altre inutili, altre ancora decisamente ridicole. Naturalmente tutte frutto del solito giro di blog e quotidiani. Complice la primavera però, non ho avuto molto tempo per approfondire, magari vorrete farlo voi.
Si comincia dal climate change, guarda un po’. Da non crederci, è stato appena pubblicato un nuovo paper che ha trovato tracce di repentini cambiamenti climatici parecchi millenni fa. Variazioni millenarie, secolari e decadali, proprio come le attuali o, forse, si dovrebbe dire come quelle di sempre. Ma questo non si può dire, perché quello che accade oggi è per definizione senza precedenti. Qui su WUWT e qui il paper vero e proprio.
Eppure tutto questo finirà, almeno per noi. Basta leggere quanto riportato con dovizia di particolari dall’Huffington Post. Il problema pare non esista, infatti non avremo un run-away greenhouse effect, cioè un riscaldamento senza limiti pronto a innescarsi al raggiungimento del punto di non ritorno, perché la nostra civiltà collasserà prima. Naturalmente sempre per effetto del clima che cambia e cambia male. Di lì in avanti, venuti meno tutti i nostri sforzi per continuare a farci del male, gli effetti delle nostre malefatte si dissiperanno e, tutto d’un tratto, il mondo tornerà ad essere l’eden che era quando si campava a malapena trent’anni e c’erano risorse solo per chi era in grado di procurarsele nei dintorni della propria caverna.
Arrivare a questo collasso, tuttavia, non sarà una passeggiata. Pensate infatti ai poveri sudditi di Sua Maestà la Regina d’Inghilterra: a causa del riscaldamento delle acque dell’Oceano Atlantico, dovranno rinunciare al fish ‘n chips. Pare infatti che le previsioni sulla distribuzione della fauna ittica siano più fosche di quelle che puntualmente vengono diramate ogni anno all’approssimarsi dei ponti di primavera. Solo chips, quindi, ammesso e non concesso che non arrivi qualche catastrofe ammazza tuberi.
Vi sono sembrato ironico? Impressione sbagliata, sono profondamente convinto della fondatezza di quanto riportato qui sopra. Il perché è semplice, sono un meteorologo; una recente indagine ha certificato che ormai il 90% di quelli che vi ammazzano le ferie da questa o da quella emittente radio-televisiva o da questo o quell’altro sito web, è convinto che il clima cambi e lo faccia per lo più per colpa nostra. Un’altra percentuale bulgara quindi, che si aggiunge a quella ormai consolidata del 97% degli scienziati climatici. Evidentemente, più di qualcuno deve aver messo il naso fuori della finestra e pensato: “You don’t need a weatherman to know which way the wind blows”.
Per prendere visione della mia definitiva conversione, vi prego di seguire questo link. Buona giornata.
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