Ci risiamo, ad appena qualche settimana dal consolidamento (alquanto stentato) delle condizioni di El Niño, i centri di previsione stanno alzando le probabilità che si possa assistere nei prossimi mesi ad un deciso rinforzo dell’evento. Praticamente un déjà vu, una nuova previsione di super El Niño.
Fanno festa, fino a un certo punto, sulla west coast americana, recentemente inaridita da una prolungata siccità cui tale evento porrebbe fine. E faranno festa anche nelle sedi del movimento salva-pianeta, perché questo potrebbe dare l’incipit ad un rinnovato aumento delle temperature medie superficiali. Che possa avvenire per ragioni del tutto naturali, sarà, naturalmente, accessorio.
Però, però, siamo in aprile, ossia nella stagione in cui storicamente le performance dei modelli climatici a breve termine, quelli impiegati per la previsione dell’ENSO, calano drasticamente rasentando l’inutilità. Si chiama appunto barriera di primavera (qui, su CM). Di seguito, a titolo di esempio, le immagini della previsione emessa dall’ECMWF nell’aprile del 2014 per l’area 3.4 (Pacifico centrale):
Centrato il segno positivo dell’ENSO, cioè il cambiamento di fase, gravemente sovrastimata l’evoluzione. Sempre di seguito, la previsione emessa a marzo 2015, stessa area, più quella dell’IRI, il multimodel ensemble:
Non è la più aggiornata, ma è quella liberamente accessibile dal web. Si nota già che l’osservazione è nel limite inferiore dello spread tra i diversi run del modello.
Tuttavia, se l’anno scorso è venuta meno la componente atmosferica, cioè non si sono verificate le condizioni di mantenimento del cambiamento della temperatura di superficie del Pacifico equatoriale, quest’anno le cose potrebbero andare diversamente, perché è in atto una inversione degli Alisei, che scorrendo e mantenendo una direttrice ovest-est aiuterebbero l’acqua più calda a fluire verso est, e c’è un chiaro segnale di attenuazione della radiazione ad onda lunga uscente innescata dalla convezione nell’area centrale dell’oceano. Le due immagini che seguono vengono dell’ENSO blog della NOAA e dalla previsione mensile che la stessa NOAA ha emesso di recente:
Inoltre, proprio l’inversione degli Alisei, di cui potrebbe essere responsabile l’occorrenza di numerosi tifoni nell’area equatoriale, potrebbe favorire il mantenimento della kelvin wave (onda di gravità diretta da ovest verso est) sviluppatasi di recente in un ambiente più favorevole al suo mantenimento di quanto non sia accaduto per lo stesso tipo di evento l’anno scorso.
Anche questa immagine viene dalla previsione della NOAA. In rosso l’anomalia positiva e in blu quella negativa che si alternano con il passare dei mesi.
Ad oggi, c’è, secondo la NOAA, un 60-70% di probabilità che El Niño si intensifichi e arrivi al picco verso la fine di quest’anno, ma date le premesse potrebbe essere un altro fuoco di paglia.
Staremo a vedere.
[…] costituisce un autentico spauracchio per i modelli di previsione sull’ENSO, Come abbiamo già raccontato molte volte, la ‘spring barrier‘ è davvero difficile da superare in termini […]
Anche io mi fido poco delle previsioni che prospettano eventi così estremi.
Guardo però con attenzione l’andamento delle acque sottosuperficiali, che spesso anticipa il reale andamento dell’ENSO. Suggerisco di tenerlo d’occhio durante le prossime settimane.
Che dite, se scommetto che indovino che numero esce buttando un dado, e faccio vedere un run di diversi modelli “dadologici” (per cui qualsiasi numero esca, ce l’ho), me la danno per buona ?
O devo far parte del mainstream ?
😀
Buona la seconda! 🙂
Ciao, Donato.