…nè, ovviamente, di ciliegi giapponesi, scientificamente noti come Prunus x yedoensis, quelle fantastiche piante che popolano i giardini del Giappone e sono considerate un bene nazionale. Ma, dicevo, non ne sentiremo parlare, perché pare che la fioritura sia in ritardo. La leva climatica, quindi, ha funzionato al contrario. Naturalmente tutti gli esperti del settore, dai meteorologi ai botanici – la fioritura è appunto anche un affare meteorologico – sono al lavoro per prevedere con il giusto e tradizionale anticipo il giorno in cui il 70% dei fiori sarà aperto.
Con il periodo tra il 1992 e il 2013 che ha visto la fioritura realizzarsi alla data media del 31 marzo, quest’anno si parla di un giorno compreso tra l’11 e il 14 aprile, ossia solo pochi giorni dopo le date di apertura del 10 e del 9 aprile, rispettivamente per il 2014 e il 2013; parecchio dopo l’apertura del 2012, che arrivò addirittura il 20 marzo.
Quest’anno, quindi, niente da fare. Il disfacimento climatico si è distratto. I ciliegi, invece sempre attentissimi e un tantino più informati di noi, aspettano.
Caro Guido,
riporto I risultati di una discussione con l’amico Gabriele Cola che per l’area italiana segue con continuità la fenologia di vite, sambuco, robinia, cipresso e olivo (ciliegio per ora no) nell’ambito del progetto IPHEN (http://cma.entecra.it/iphen/), progetto a base eminentemente volontaria che vede impegnati un buon numero di fenologi vegetali del nostro Paese.
Premesso che:
– per vite (ma questo dovrebbe valere anche per diverse altre specie) l’anticipo nelle fasi fenologiche primaverili (germogliamento, sviluppo foglie, sviluppo organi fiorali, fioritura, allegagione) è guidato più dalle temperature massime che dalle minime: più le temperature massime sono alte (ovviamente entro certi limiti) e più le fasi sono anticipate.
– suolo ricchi d’acqua si scaldano più lentamente rallentando l’attività radicale e la stessa temperatura dell’aria e di risentono gli organi aerei delle colture.
A nostro avviso il relativo ritardo può giustificarsi con i seguenti due fenomeni:
1. suoli freddi per effetto dell’eccesso idrico
2. nuvolosità superiore alla norma che ha ridotto i valori delle temperature massime.
Questa è la nostra ipotesi per l’Italia; sul Giappone chiediamolo ai giapponesi…
Precocità a parte, auguro a tutti noi (ed in particolare all’amico di Vignola) un anno ricco di gustosissime ciliegie. Se non si parlerà dei fiori, che almeno si parli, in bene, dei frutti!
Ciao.
Luigi
Dalle mie parti sono in piena fioritura i mandorli e gli albicocchi! I ciliegi dormono ancora profondamente e passeranno ancora molti giorni prima che le gemme comincino ad ingrossarsi e poi a sbocciare. In buona sostanza la primavera (astronomica) è già iniziata, ma le piante se la stanno prendendo comoda (in generale perché in località riparate e ben esposte le cose vanno diversamente e le fioriture sono già abbastanza avanti anche se per i ciliegi è ancora presto anche in queste aree). Per quel che posso valutare, mi sembra tutto nella norma tranne le piogge: sono particolarmente abbondanti e fastidiose in quanto impediscono e/o ostacolano le lavorazioni del terreno propedeutiche all’impianto delle colture primaverili ed estive.
p.s. versante tirrenico meridionale, alt. 485 m s.l.m. Lat: 41.25° Lon: 14.87° (giusto per essere pignolo 🙂 )
Ciao, Donato.
Anche le forsizie sono un po’ in ritardo…
M.
Sono di Vignola (MO)il paese delle ciliegie, si in effetti quest’ anno la fioritura è in ritardo,
Mauro