Specialmente perchè andiamo incontro all’autunno. Ieri ho letto un gran bell’articolo sul Corriere della Sera, a firma di Danilo Mainardi, etologo di indubbie capacità ed esperienza. Dal mio punto di vista ben scritto ed interessante, invita a riflettere sulle modifiche che innegabilmente abbiamo indotto al nostro ecosistema. Non c’è traccia di catastrofismo,  però si affrontano temi interessanti come la differenziazione delle specie animali, la loro diversa capacità di adattamento e la possibilità che una prevalga sull’altra anche in funzione delle modifiche ambientali.
Si parla di rondini e della scarsità del cibo cui sono abituate, gli insetti, che sarebbero stati decimati dall’uso di pesticidi. Una dieta forzata che avrebbe ridotto in modo sensibile la popolazione di questi affascinanti uccellini. Al loro posto animali non endemici a quanto pare giunti dalle nostre parti perchè rilasciati dalla cattività o liberati per scopi venatori.
Non c’è da stupirsi, il territorio è densamente urbanizzato, le coltivazioni sono sempre più aggressive e si usano sempre più spesso sostanze che agli insetti non fanno proprio bene. Qualche volta fanno bene alle colture, qualche volta no ed è bene fare attenzione. La riflessione di Mainardi è quindi leggittima e, ripeto, interessante.
E allora qualcuno mi spiega che cosa c’entra il clima? Perchè il titolo parla di “Fuga anticipata delle rondini tradite dal clima impazzito?” Il clima non c’è nell’articolo, non un singolo riferimento non so, alle temperature, alle piogge, a qualsiasi cosa che abbia a che fare con il clima. Le rondini non si sono cotte nè gelate, bagnate nè seccate: hanno semplicemente fame. Chi è il titolista? Perchè Mainardi scrive un bel pezzo e se lo fa massacrare dalla solita solfa catastrofica?
Forse c’è una risposta. Poniamo che cento persone (si fa per dire) abbiano comprato il Corriere. Forse qualcuno non avrà fatto caso al pezzo, alcuni lo avranno letto e forse gradito, molti avranno letto solo il titolo e si saranno dati la solita coltellata del mea culpa. Perchè è questo che si fa per vendere i giornali, dare coltellate. Avanti così, peccato, era un bell’articolo.
[…] animali. Cambiamento di rotta dei volatili, sarà il caso di tornare sulla faccenda delle rondini (qui , qui e qui )? Sesso delle Tartarughe, non sarà piuttosto un mutamento che segue la moda del […]
qui un articolo di Cascioli sull’argomento
http://www.svipop.org/sezioniTematicheArticolo.php?idArt=507
MARACCHI E LE RONDINI: CHI E’ IN CONFUSIONE?
@Claudio Costa:
la parola “apprendimento” è di Mainardi, non mia!
Ho compreso la crisi ecologica, non ho compreso i fronzoli! 😉
Ciao Max,
alla tua prima domanda, “perché non condividi?”:
Non condivido perché da uno scienziato mi sarei aspettato un punto di vista scientifico. Per contro, l’approccio iniziale ( e non solo, come vedremo più avanti) dell’articolo denuncia un trasporto emotivo e personale. Ché, se fosse in un blog, nulla da eccepire, ma sul Corriere.. beh…
La seconda domanda, “su che basi contesti le sue affermazioni?”:
Non contesto affatto, cerco di capire qualcosa che mi è parso tendenzioso. Ho posto dei dubbi, che credo sia legittimo avere. E – sia chiaro – non pretendo risposta alcuna… ma sarò felice di tornare ad avere l’opinione che avevo dell’ Autore, togliendo le ombre che, mio malgrado, mi sono creato.
Sulle presunte discriminazioni razziali ed estetiche:
In primo luogo il mio “razzismo zoologico” voleva essere una risposta alla “globalizzazione zoologica” dell’articolo.
Bada bene però, non sono io ad avere quest’idea.
É che ho colto quest’aspetto tra le righe.
E me ne dai ragione; se si tratta solo di uno “stupido condizionamento culturale”, perché trovo scritto “Specie furbe e opportuniste”?
La discriminazione è evidente!: le specie che scompaiono fanno tristezza (e poi chi le guarda più?), le specie che si adattano sono opportuniste (con un’accezione, anche in virtù degli esempi citati, che percepisco negativa). Non vengono cioè trattate con lo stesso metro di giudizio ma con un’enfasi figlia della nostra cultura.
Un punto di vista scientifico si dovrebbe limitare ad affermare: “gli usignoli scompaiono perché specialisti, i ratti resistono perché generalisti”.
Ma quando si condisce il tutto con: “Era una gioia sentirne il canto notturno bello e toccante”, ed ancora “magici uccelli”, per arrivare a parole come “nostalgia”… beh, converrai con me che l’evidenza porta a pensare ben altro.
Trattiamo di etologia, scienza o romanticismo? O di quale confuso mix si tratta?
Chi è che parla, l’uomo o l’etologo? Vorrei saperlo perché in tal caso potrei cambiare il mio punto di vista.
Max, te ne prego, convincimi; fammi un esempio di un animale che secondo i nostri condizionamenti culturali è bello da vedere, non punge, non morde, non da fastidio e… riesce ad adattarsi. Se poi questo essere è visibile anche al di fuori di uno schermo CRT o un più moderno LCD ancora meglio.
E dimmi, se si estinguessero le zanzare, avremmo tutti “nostalgia” delle loro punture?
Tornando al nocciolo della questione: non contesto le teorie e mai potrei per la mia ignoranza in materia ma mi sento talmente in gamba (“furbo ed opportunista” se vuoi) da discernere una teoria da un’ opinione. Per essere più chiari non mi schiero totalmente da una parte, ma nemmeno dall’altra (es: mi piacciono le rondini e qui da me – che non sono nella “piccola” Milano – son felice di vederne tante. Rispetto la natura e nel mio piccolo mi adopero per salvaguardarla. Pratico attività outdoor, tramite le quali sono in costante, diretto contatto con la natura ).
Sono però per la chiarezza, per un punto di vista obiettivo, scevro per l’appunto da condizionamenti e/o coinvolgimenti emotivi; aspetto che ahimé, credo sia in pericolo, alla stregua degli usignoli.
Cito la tua frase e concludo:
“in quanto ospiti su questo pianeta che non ci appartiene, abbiamo il DOVERE, proprio perché al vertice della piramide degli animali senzienti e con capacità di coscienza e di pensiero simbolico, di tutelare e conservare al meglio possibile, sia per motivi puramente etici e culturali, ma anche di “convenienza†ecologica, tutto ciò (animali, painte, e ambiente chimico-fisico) che ci circonda…..”
La vedo diversamente, non mi ritengo ospite di questo pianeta. Mi ritengo parte integrante; esemplare di una specie che è sì evoluta ma comunque facente parte della natura, nel senso più ampio del termine. Elevarsi – da soli – senza riconoscimento di altri, ad esseri con “capacità di coscienza e pensiero simbolico”, trovo sia presuntuoso da parte nostra (IMHO).
Presuntuoso come quando si ripopolano intere aeree, per poi aprire la caccia a breve per lenire i danni del sovrappopolamento, (siamo paladini difensori della natura o matematici tesi all’artificioso e forzato mantenimento del numero?)
Fatalmente penso che se ci rovineremo, un’altra specie (la nostra) sarà estinta e magari torneranno gli usignoli. Questo naturalmente, non mi dà alcun diritto di far del male ad altri esseri, di ogni specie. E son totalmente d’accordo con te sulla tutela dell’ambiente che ci circonda. Però credimi, non sopporto i concetti occulti di certa stampa… li trovo addirittura dannosi.
Un immenso Grazie a Guido Guidi per ospitare questa filippica.
@ Roberto
Scrivi “Si definiscono gli animali generalisti “furbi ed opportunistiâ€, dotati di “raffinate capacità di apprendimentoâ€.
Beh, se ne deduce che le rondini possono essere “stupide ed idealisteâ€, dotate di “scarsissime capacità di apprendimento”
Adattamento, non apprendimento. Sono cose molto diverse in etologia, infatti Mainardi scrive
“Le rondini, ho scritto prima, sono aniÂmali specialisti: hanno cioè messo a punÂto, nei tempi lunghi della loro evoluzioÂne, un raffinato, talora pressoché perfetÂto, modo di stare al mondo, adattandosi a un tipo di ambiente prevedibile e stabiÂle”
Cioè le rondini essendo molto specializzate si adattano meno ai cambiamenti ambientali, e climatici, anche se per quest’ultimi sembra che le rondini si spostino a nord se la siccità le spinge.
Se è dubbio che sia l’uomo a determinare i cambiamenti climatici, quelli ambientali sono invece evidenti, e contribuiscono a ridurre le popolazioni di molte specie, (o ad estinguerle)e favorirne poche altre.
Se la popolazione mondiale aumenta all’infinito, si prende gli spazi naturali, che spariscono e con essi gli animali contenuti.
Forse è questa, e l’inquinamento ovviamente, la crisi ecologica di cui parla Mainardi
ciao roberto, vorrei capire meglio una cosa:
all’inizio del tuo post, dici:
“durante la lettura, mi sono trovato talmente in disaccordo col contenuto a tal punto da ipotizzare una firma quanto meno sconosciuta.”
cosa c’è di tanto assurdo nel contenuto dell’articolo (NON NEL TITOLO, che come già sospettavo, non è farina del sacco di Mainardi)?
il contenuto dell’articolo è una semplicissima,forse anche un po’ semplicistica (perché diretta ad un pubblico non specializzato) corretta e chiara esposizione di concetti ben noti a chiunque si sia occupato o abbia studiato ecologia ed evoluzione delle specie;
perché non condividi? e su che basi contesti le sue affermazioni?
non commento le presunte discriminazioni “razziali ed estetiche” che tu sembri rilevare….
“…Beh, se ne deduce che le rondini possono essere “stupide ed idealisteâ€, dotate di “scarsissime capacità di apprendimentoâ€.
Se così è,
– e qui arrivo al terzo punto – perché il problema siamo noi?….”
perché, in quanto ospiti su questo pianeta che non ci appartiene, abbiamo il DOVERE, proprio perché al vertice della piramide degli animali senzienti e con capacità di coscienza e di pensiero simbolico, di tutelare e conservare al meglio possibile, sia per motivi puramente etici e culturali, ma anche di “convenienza” ecologica, tutto ciò (animali, painte, e ambiente chimico-fisico) che ci circonda…..
ma so che molti la pensano diversamente…..
sai, il fatto che i coralli si estinguano (insieme a tutto il degrado visibile dell’habitat delle barriere coralline) e le zanzare invece si adattino, non è colpa né di Mainardi, né di Al Gore….
PS: io non provo né schifo né ribrezzo nei confronti di topi, scarafaggi, vermi, serpenti o altro….
sarà forse invece, la generale tendenza a ritenere questi e altri animali “più brutti”, solo uno stupido condizionamento tipico della cultura occidentale?
ah, beh……. 🙂
Max, questa la incornicio: “perché, in quanto ospiti su questo pianeta che non ci appartiene, abbiamo il DOVERE, proprio perché al vertice della piramide degli animali senzienti e con capacità di coscienza e di pensiero simbolico, di tutelare e conservare al meglio possibile, sia per motivi puramente etici e culturali, ma anche di “convenienza†ecologica, tutto ciò (animali, piante, e ambiente chimico-fisico) che ci circonda…..”
Possiamo cambiare solo il vocabolo ospiti con inquilini?
gg
@Guido:
tra ospiti o inquilini, o parte integrante (come dice giustamente Roberto), dal mio punto di vista, nulla cambia, non vi era nessuna accezione negativa o alcun intento di sminuire “l’esistenza” della specie Homo Sapiens Sapiens, mi premeva solo sottolineare il concetto che, a mio parere e a mia sensibilità personale, non ritengo (io, rappresentante della specie) che sia giusto considerare il nostro pianeta come una proprietà di cui disporre a piacimento in maniera indiscriminata…ma non mi dite che è un pensiero condiviso da tutti perché non è così, nemmeno tra coloro che scrivono e frequentano questo blog….
@Roberto: ti ringrazio dei chiarimenti sulla tua posizione, ho capito un po’ meglio il tuo punto di vista e alcune cose le condivido anche;
forse ci stiamo accanendo un po’ troppo su come è stato scritto un articolo, dando troppa importanza a concetti in realtà non detti ma supposti;
lo ripeto, il Corriere non è una testata di informazione scientifica, meno che mai riservata ad addetti ai lavori, quindi, se per esprimere concetti basilari di ecologia Mainardi usa frasi e suggestioni romantiche e poetiche che di scientifico nulla hanno, pazienza, è il messaggio all’utente generalista che conta; non dubito che in sede di congresso scientifico per addetti ai lavori lo stesso Mainardi avrebbe usato espressioni e terminologia ben diversa….
cito:
“…La discriminazione è evidente!: le specie che scompaiono fanno tristezza (e poi chi le guarda più?), le specie che si adattano sono opportuniste (con un’accezione, anche in virtù degli esempi citati, che percepisco negativa). Non vengono cioè trattate con lo stesso metro di giudizio ma con un’enfasi figlia della nostra cultura…..”
beh, io questa accezione negativa non ce la vedo, è esattamente la stessa terminologia che incontravo sui libri quando all’univ. studiavo paleontologia e meccanismi di speciazione, evoluzionismo e differenziazione genetica delle popolazioni….
“….fammi un esempio di un animale che secondo i nostri condizionamenti culturali è bello da vedere, non punge, non morde, non da fastidio e… riesce ad adattarsi. Se poi questo essere è visibile anche al di fuori di uno schermo CRT o un più moderno LCD ancora meglio.”…….
il gatto? … sento cosa ne pensano i miei due…. 🙂
il concetto di “non da fastidio” è relativo, che intendi?…..
per “riesce ad adattarsi”, vuol dire che sia “abbastanza non specializzato” da far fronte a cambiamenti ambientali del suo habitat?
“…..E dimmi, se si estinguessero le zanzare, avremmo tutti “nostalgia†delle loro punture?……”
a parte che a me pungono poco 🙂
comunque, no, non avremmo nostalgia delle loro punture, ma di lì a breve avremmo nostalgia di tutto ciò che ne dipende:
le larve forniscono nutrimento a numerosi animali acquatici e svolgono un’azione di “pulizia” delle acque, eliminando materie organiche, batteri, piccoli protozoi; gli adulti sono bocconi prelibati per uccelli e pipistrelli.
senza uccelli e pipistrelli, proliferano altri insetti forse più dannosi delle zanzare; senza uccelli, i meccanismi di impollinazione di molte piante decadono, etc etc etc etc etc, senza piante, no frutti e fiori, no erbivori, no carnivori che si nutrono di erbivori e uccelli etc etc etc etc… film già visto…..
Un esempio di ecosistema alterato:
In Borneo l’uso del DDT ha causato l’alterazione dell’ecosistema, che indirettamente ha colpito l’uomo. Il grande uso di DDT per sterminare le zanzare che trasmettono la malaria ha ucciso tutti gli insetti, compresi quelli utili all’uomo come gli scarafaggi. Questi insetti sono il principale alimento delle lucertole , la cui popolazione si è ridotta fortemente così come il numero dei felini che si nutrivano delle lucertole. I felini, però, tenevano sotto controllo anche la popolazione dei topi: la riduzione dei felini ha portato a un aumento del numero dei topi, che in condizioni di sovraffollamento trasmettono all’uomo pericolose malattie.
Il Borneo, dopo le campagne di disinfestazione col DDT, è stato colpito da epidemie infettive che hanno causato più vittime della malaria.
te ne racconto un’altra:
intorno alla metà degli anni 80, mi pare, nelle zone delle vastissime piantagioni di mais degli USA meridionali, si decise che le colonie di milioni e milioni di pipistrelli (per molti brutti da vedere e addirittura paurosi), dovevano essere allontanate;
si procedette alla cosa, “disinfestando” le molte grotte e caverne dove questi animalacci sanguinari risiedevano;
la stagione successiva, un’orda sterminata di cavallette e locuste, distrusse migliaia di ettari di piantagioni, facendo danni per circa 75 milioni di dollari (di allora)….
“……Elevarsi – da soli – senza riconoscimento di altri, ad esseri con “capacità di coscienza e pensiero simbolicoâ€, trovo sia presuntuoso da parte nostra (IMHO)……”
lo dice la psicologia cognitiva, non io….per altro anche alcuni animali (scimpanzè, forse elefanti, forse …sempre i gatti… ) sembrano mostrare doti di pensiero astratto….
“..Presuntuoso come quando si ripopolano intere aeree, per poi aprire la caccia a breve per lenire i danni del sovrappopolamento, (siamo paladini difensori della natura o matematici tesi all’artificioso e forzato mantenimento del numero?)…..”
concordo pienamente…..
ciao
Lo confesso, ho letto anch’io l’articolo sul Corriere e, durante la lettura, mi sono trovato talmente in disaccordo col contenuto a tal punto da ipotizzare una firma quanto meno sconosciuta.
É con grande sorpresa che ho appreso invece, sollo alla fine, che si trattava del noto Mainardi.
Ora, avendo letto nei commenti una certa disponibilità al confronto da parte del rispettabilissimo Mainardi, mi piacerebbe chiarire quelli che sono i miei dubbi.
– L’inizio dell’articolo, per altro collocato geograficamente alla sola Milano (riduttivo no???!!!), sembra più evidenziare la mancanza di romanticismo di noi umani. Cito testualmente :
“chi ancora s’accorge, e forse addirittura ha nostalgia, dell’immagine bella di quell’affollarsi di rondini una volta consueta e ormai così rara? Quante sono, al giorno d’oggi, le persone che, per sensibilità e soprattutto per l’esperienza acquisita in tempi lontani, sa ancora percepire e leggere i tanti piccoli segni […]”
Non so, sarà anche un’ introduzione atta ad alleggerire un rigoroso, presumibile tono scientifico a seguire, ma mi ha dato l’impressione di essere confezionato appositamente per far leva sulla coscienza di ogni singolo, esattamente come certa stampa catastrofista.
A tal punto da chiedermi, il problema sono le rondini che non ci sono o noi che non le guardiamo?
– Secondo punto: la differenza tra animali specialisti ed animali generalisti.
Sarà un caso che tra gli animali specialisti ci sono le rondini: belle da vedere, disegnate a scuola sin dalle prime classi, simbolo della primavera (e delle acque minerali)… e che tra gli animali generalisti ci siano invece topi, ratti e scarafaggi?
Perché “l’affollarsi di rondini ” è una “bella immagine”, un solo topo invece fa ribrezzo?
Cosa ha di diverso, nel loro rispettivo diritto alla vita, uno scarafaggio da una rondine, se non la nostra approvazione e/o un nostro fastidio giustificato o meno?
Non è forse questo, usando una forzatura, un razzismo zoologico ad opera di Homo sapiens presuntuosi ?
Questo è un concetto che ho già avuto modo di notare nel film di Al Gore: I coralli (che i più vedono solo in televisione), belli e colorati si estinguono, le zanzare (cattive) invece si adattano.
Si definiscono gli animali generalisti “furbi ed opportunisti”, dotati di “raffinate capacità di apprendimento”.
Beh, se ne deduce che le rondini possono essere “stupide ed idealiste”, dotate di “scarsissime capacità di apprendimento”.
Se così è,
– e qui arrivo al terzo punto – perché il problema siamo noi?
Perché l’Homo sapiens costituisce un problema per le rondini e non per i ratti? per i coralli e non per le zanzare?
In definitiva, non è questa propaganda?
Ho probabilmente scritto un mucchio di banalità e mi si perdoni nel caso della scarsa preparazione scientifica; ho ragionato solo per logica spicciola.
Un grazie anticipato per eventuali risposte, un doveroso ringraziamento a Guido Guidi per il chiarimento.
Con grande stima,
Roberto
Roberto, hai commesso un solo errore: non mandarmi queste righe per mail piuttosto che postarle in un commento. Ne avrei fatto un post di sicuro per la “Voce del Lettori”. Non è escluso che non lo faccia comunque. Grazie.
gg
E qui un articolo del 2007 che cita la ricerca già accennata da Mainardi
http://archiviostorico.corriere.it/2007/ottobre/09/Migrazioni_ora_gli_uccelli_fanno_co_9_071009017.shtml
“Migrazioni, ora gli uccelli fanno le previsioni meteo†di Mainardi
E’ esattamente il contrario di quello scritto dal titolista “Fuga anticipata delle rondini tradite dal clima impazzitoâ€. casomai arrivo anticipato….ma quando???
LA RISPOSTA DI MAINARDI
Caro Costa,
in realtà c’è poco da chiarire, se non che i lettori più attenti hanno visto giusto, e cioè l’esistenza di un’incongruenza tra il contenuto dell’articolo, scritto da me, e quello del titolo, opera di un titolista.
C’è da dire, in verità , che, anche se in questo caso nel testo non ho parlato degli effetti dei cambiamenti climatici sulle migrazioni, questi effetti ugualmente esistono e ne avevo parlato diffusamente in ben due articoli apparsi recentemente sulle pagine della scienza. Nel primo, tra l’altro, facevo riferimento anche alla rondine, che è straordinariamente sensibile, così come lo sono il balestruccio, la balia nera, la bigiarella, il luì grosso, l’upupa e l’usignolo. Ciò è stato dimostrato da Roberto Ambrosini (Milano Bicocca) e Nicola Saino (Milano statale) nell’articolo presentato ad Ancona al convegno della società di ecologia del 18/9/07 intitolato Should I stay or should I go? Climatic connectivity and timing of bird migration. All’argomento ho poi dedicato un capitolo(migratori adattati ai cambiamenti climatici) nel mio “La bella zoologia” Cairo editore, 2008.
Con i saluti più cordiali, Danilo Mainardi
[…] […]
Tramite un amico dell’università di Parma ho chiesto al professor Mainardi dei chiarimenti sull’articolo (sul titolo più che altro, perchè il testo è chiaro)
Perchè potrebbe essere vero che le rondini sia migrate anticipatamente per via del clima, ma nell’articolo non è specificato e io non ho trovato altri riferimenti.
Le possibili cause potrebbero essere un autunno anticipato ma non mi sembra, forse nel nord europa. Oppure un’estate siccitosa che ha determinato un drastico calo della popolazione di mosche: può darsi, ma non certo in nordeuropa, bisognerebbe specificare da che aree geografiche sono migrate anticipatamente, e se in queste stesse aree, le rondini siano arrivate come sempre on in anticipo, il che cambierebbe di poco le cose.
@ Max
Io non voglio cercare il marcio, non mi interessa, è che nulla mi torna dal titolo di questo articolo.
@ Max
Non mi fraintendere, ma il titolo dell’articolo non torna con l’articolo di Mainardi, i migratori sono un indicatore climatico, quindi se c’è una primavera anticipata, nulla di strano se c’è un anticipo della migrazione dall’africa in europa. Ma il titolo dice : “Fuga anticipata delle rondini tradite dal clima impazzito”.
Scritto a settembre ha un significato opposto ai dati della LIPU.
“di tutto si parla tranne che di clima impazzito”
ma se è una citazione!
Guarda è qua:
http://www.lipu.it/sezione/roma/dettaglio_news.asp?ID=116
Io rifarei il titolo dell’articolo
“Clima impazzito: fuga di cervelli. Il titolista è a Milano, ma il suo cervello è migrato anticipatamente in centrafica dove intende svernare”
Max chiediti perchè mai una firma come Mainardi dovrebbe accettare che un suo articolo sia massacrato da un titolista?
e perchè mai il presidente onorario della Lipu dovrebbe accettare che su il sito della Lipu sia scritto che il declino della rondine dipende (anche) dal clima impazzito???
Poi se ci sono meno mosche perchè ad es noi allevatori, le uccidiamo con i trattamenti, oppure costruiamo stalle dove gli uccelli non possono entrare, è logico che ci siano meno rondini.
Senza i trattamenti però le nuvole di mosche oscurerebbero l’orizzonte e l’asl ci farebbe chiudere gli allevamenti.
Purtroppo la lotta biologica è poco efficace, se lo fosse, comunque non ci sarebbero le rondini, sempre per mancanza di mosche.
Claudio, senza offesa, ma mi pare che anche questa volta fai la caccia a trovare il marcio a tutti i costi anche dove non c’è, e cioè sia nel voler trovare responsabilità dirette del Prof. Mainardi su una questione con cui sono sicuro non ha a che vedere, dato poi il contenuto dell’articolo, sia, come d’altronde ormai abitudine consueta su questo blog, dare addosso all’associazione ambientalista di turno:
innanzitutto il Prof Mainardi è presidente Onorario della Lipu, non Presidente, cosa ben diversa….e dato che conosco e leggo i suoi libri e i suoi articoli sulle riviste italiane (poche ormai) che trattano di etologia, ecologia e conservazione della natura, prima di mettere in dubbio la buona fede di una persona che è riconosciuta come un etologo di primo piano anche nella comunità scientifica (e non certo solo perché va ospite da Piero Angela), mi porrei ben più di qualche dubbio, se lo scopo è fare la caccia alle streghe….
qui trovate la scheda sul sito LIPU relativa alle Rondini e al progetto di conservazione della specie portato avanti dalla LIPU:
http://www.lipu.it/ps_rondine.htm
di tutto si parla tranne che di clima impazzito;
riguardo al link da te citato, relativo ai 13 giorni di anticipo, sarebbe stato anche corretto da parte tua dire che sulla stessa pagina la LIPU dice :
“Sebbene i risultati non abbiano una base scientifica, il progetto conferma quanto gli scienziati vanno affermando da tempo: il clima si sta surriscaldando e i cambiamenti in atto – sottolinea la LIPU – influenzano l’arrivo degli uccelli migratori, che quest’anno, infatti, hanno solcato i cieli europei con 13 giorni in media di anticipo rispetto alla norma. ”
intanto, viene riconosciuta la mancanza di base scientifica, poi la scheda si riferisce ad un progetto di educazione per le scuole:
cito sempre dalla stessa pagina:
“Il progetto Spring Alive! ha ottenuto buoni risultati nelle scuole italiane in termini di conoscenza della natura. Il 70% dei bambini tra gli 8 e i 14 anni hanno imparato a conoscere il fenomeno della migrazione, un altro 70% è ora consapevole che proteggere l’ambiente è fondamentale per salvaguardare i volatili. “Gli uccelli sono i principali indicatori dello stato dell’ambiente – prosegue Manghetti – e il fatto che siano state notate delle anomalie nei tempi della migrazione significa che l’ambiente è sotto pressione”. ”
ben diverso, quindi, da un resoconto di un ente di ricerca come IPCC, e con tutt’altre finalità …..
in più, la scheda in questione risale al 2007, quando, e lo ricorderete tutti, cause antropiche o meno (di cui la Lipu non fa menzione alcuna!!!) , i trend di cambiamenti delle temperature generali e di arretramento dei ghiacci artici non avevano ancora conosciuto lo stop e l’inversione di tendenza (forse) riscontrati nell’anno successivo…..
insomma, non voglio farla lunga, questo blog mi piace (anche se quando entrate in dettagli tecnici sui meccanismi atmosferici e climatici, io, povero laureato in Geologia, vi seguo poco) e ne condivido l’opinione di fondo, però devo dire che leggere abbastanza frequentemente delle posizioni a priori contrarie a tutto ciò che in qualche modo fa riferimento a ambientalismo, ecologia e dintorni, mi deprime e amareggia tanto quanto sentire al TG il papavero dell’ONU di turno che dice che nel 2025 saremo tutti morti nel deserto o sommersi da metri di oceano….
vabbè…. il merito del blog è anche darmi lo spazio per ribattere a quanto non condivido…..
🙂
Grazie Max. Continua a leggerci ed a scrivere con noi.
Non credo che Claudio voglia cercare del marcio a tutti i costi, nè vogliamo farlo noi. Da parte mia, trovo deprimente che le questioni ambientali siano affrontate in questi termini. Come ho scritto nel post, quello di Mainardi è un bell’articolo. L’unica cosa che mi premeva far notare è che il clima c’entra tanto quanto.
Tutto qui.
gg
Ricordo che Danilo Mainardi è il presidente della LIPU
Bingo! Mi sa che il titolo se l’è fatto da solo! 🙂
gg
Sempre dalla LIPU trovo una frase in comune con il titolo : Clima impazzito.
Cito
“IL DECLINO DELLE RONDINI
La rondine, simbolo della primavera e della bella stagione, rischia di scomparire. Questa specie ha subito un calo drastico negli ultimi 20 anni, a causa dei rapidi cambiamenti ambientali e dell’uomo. L’agricoltura sempre più intensiva e industrializzata, la campagna irrorata di pesticidi, stalle moderne con poche opportunità per costruire il nido, un clima impazzito: ecco le principali cause del declino delle rondini.”
Aggiungo che le stalle moderne impediscono l’entrata degli uccelli (reti o finestre strette) per la sicurezza biologica, non per cattiveria, purtroppo gli uccelli potrebbero portare patogeni (diversi a seconda della specie allevata) parassiti, salmonellosi, virus influenzali ecc
@ Guidi
Se Mainardi intendeva escludere dai cambiamenti ambientali, quelli climatici, il titolo non ha nulla a che vedere con l’articolo: non sarebbe la prima volta.
Mah….
Qui c’è un comunicato della LIPU che ci dice che nel 2007 le rondini sono arrivate dall’africa con 13 giorni di anticipo, per via del riscaldamento globale
http://www.lipu.it/news/no.asp?560
ma l’anticipo si riduce a qualche giorno nel 2008
http://www.lipu.it/news/no.asp?645
e il 2009? non pervenuto!
Sempre dal sito della Lipu cito la migrazione della rondine
MIGRAZIONE
D’inverno le rondini europee migrano verso il Sud Africa. Volano in grandi stormi e coprono fino a 11.000km.
Generalmente partono a settembre (il momento preciso della partenza è determinato dal clima e dalla disponibilità di cibo), viaggiano attraverso la Francia occidentale, oltrepassando i Pirenei e scendono attraverso la Spagna orientale.
Per ottobre hanno attraversato il Mediterraneo vicino a Gibilterra per raggiungere il Marocco. A questo punto inizia il lungo viaggio attraverso il Deserto del Sahara, continuando verso Sud passando per Algeria, Niger e Ciad oltrepassando l’Equatore e raggiungendo la Repubblica Democratica del Congo a novembre.
Alcuni uccelli preferiscono passare lungo la costa ovest dell’Africa per evitare il Deserto del Sahara, mentre altre rondini europee passano più a est e scendono attraverso la valle del Nilo. Viaggiano per giungere in Sud Africa verso fine dicembre.
Migrano durante il giorno a basse altitudini nutrendosi in volo. Non aumentano molto di peso prima di partire, quindi quando attraversano il deserto sono più vulnerabili all’inedia.
Diversamente da molti altri passeriformi, le rondini sono migratori diurni, volano quasi al livello del terreno.
Milioni di uccelli cominciano la migrazione ogni autunno spinti da segnali come le giornate più corte, mancanza di cibo e un clima più rigido messaggeri di tempi duri in arrivo.
Le rondini ripartono dall’Africa a inizio marzo percorrendo 10.000km in 6 settimane per arrivare in Europa.
Sottolineo: clima più rigido!
[…] dall’articolo sulla fuga anticipata delle rondini uscito qualche giorno fa sul Corriere della Sera e preoccupato per l’impazzimento del clima che tutti ci pervade, Luigi Mariani ha deciso di […]
@ Guidi
Stavo proprio per raccogliere materiale su questa fuga anticipata delle rondini ( se fa freddo ci sono meno cicli di mosche e le rondini migrano, non migrano certo per il riscaldamento…ma non è così semplice, c’è la lunghezza del giorno, il campo magnetico, il bioritmo ecc)
Poi bisogna vedere da dove stanno migrando in anticipo,vicino al mio allevamento ad es ce ne sono a centinaia (balestrucci però)
Spesso i titolisti non sono quelli che scrivono l’articolo, in realtà il Mainardi una zampetta sul clima impazzito la mette:
Cito:
“Ma ecco allora dove sta il problema: ebbene, il problema sta in noi, in noi Homo sapiens, una specie che, piuttosto straordinariamente, è in grado di cambiare il suo comportamento non per evoluzione biologica, ma culturale. Il che significa, tra l’altro, il saper determinare e sempre più col passare del tempo anche repentini cambiamenti ambientali.”
E non è del tutto scevro dal catastrofismo: ecologico magari, e non climatico come nel titolo: “Ecco allora che questo nostro tempo, che poi è tempo di crisi ecologica”
Claudio,
i cambiamenti ambientali ci sono, hanno poco o nulla a che vedere con la CO2 ma ci sono. E così anche la crisi ambientale, basta fare un giretto in Campania ad esempio. Non so quanto questo incida sulle abitudini delle rondini ma di sicuro non è di clima che si sta parlando. 🙂
gg
concordo in pieno con te….
sarebbe interessante senire cosa ne pensa il direttore del giornale in questione, ma, ahimè, credo che non lo sapremo mai…..
ehm…. sentire…. non “senire”, ovviamente… 🙂