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Se le lucertole fanno harakiri

Lunedì 9 marzo si è tenuto a Palazzo Vecchio in Firenze l’ultimo appuntamento della serie “Il territorio come destino”, il percorso organizzato dalla Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) per la messa a punto del proprio contributo alla carta di Milano in vista dell’Expo. Un resoconto è disponibile qui.

Nel corso dei lavori, conclusi dal presidente nazionale della CIA Dino Scanavino, sono intervenuti i ministri delle politiche agricole Maurizio Martina e dell’ambiente Gian Luca Galletti; gli europarlamentari Giovanni La Via, presidente della commissione ambiente, e Paolo De Castro, coordinatore S&D in Comagri; il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi; il presidente dell’Accademia dei Georgofili Giampiero Maracchi e Claudia Sorlini, del comitato scientifico di Expo. Consumo di suolo, rapporto dell’agricoltura con il territorio, Expo, sono stati i temi affrontati nel corso del convegno.

In tale sede Il professor Giampiero Maracchi, presidente dell’Accademia dei Georgofili, ha fra l’altro dichiarato che “Quest’anno le lucertole non sono andate in letargo. Loro dei cambiamenti climatici se ne sono accorte, gli esseri umani ancora no“.
Nel grafico qui sotto è riportato il numero di giorni con gelo in funzione della latitudine nelle 98 stazioni della rete agrometeorologica nazionale di CRA – Cma e per il periodo compreso fra 1 dicembre 2014 e 11 marzo 2015.

Cold vs Lat

Si noti che, a parte alcune situazioni oasicole costiere a forte mediterraneità (Albenga, Capo Mele, Termoli, Capo Bellavista, Messina, Reggio Calabria, Messina, Trapani, Gela e Cozzo Spadaro) nel resto del paese è gelato, eccome.

Tabella – Numero medio di giorni con gelo nell’inverno 2014/15 rispetto alla media degli inverni da 1993/94 a 2014/15 per le 98 stazioni della rete CRA-Cma (dati riferiti al periodo da 1 dicembre a 11 marzo). Si noti che l’inverno 2014/15 è stato più mite della norma su tutta l’area ma il gelo è stato tutt’altro che assente.

  Italia Nord Centro Sud
media dell’Inverno 2014/15 20 31 19 8
Norma (media dei 23 inverni da 1993 a 2015) 29 47 31 10
Percentuale rispetto alla norma 69% 66% 61% 80%

La mia deduzione è che se le lucertole quest’anno hanno deciso di non andare in letargo vuol dire che hanno deciso di fare harakiri, ovviamente per colpa del global warming che fa impazzire I poveri animali.

 

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Published inAttualità

8 Comments

  1. donato

    Io vivo sull’Appennino meridionale (versante tirrenico) a 485 m s.l.m. (dati geografici – Lat: 41.25° Lon: 14.87° 🙂 ) e posso garantire che le lucertole sono regolarmente in letargo. La circostanza è nota anche al mio cane che in estate dà loro la caccia in modo spietato (senza prenderne molte, però) 🙂 e che da mesi non ne trova traccia. Forse perché al sud l’inverno è stato più vicino alla norma?
    Ciao, Donato.

  2. Sentite, la cosa mi lascia molto perplesso. Maracchi ha pure detto (http://www.firenzepost.it/2015/03/04/toscana-inverno-2015-tiepido-mimose-fiorite-in-anticipo-e-massiccio-arrivo-dinsetti/):

    “Le mimose sono in fiore già da una quindicina di giorni quando di norma sbocciano nei primi giorni di marzo, proprio in concomitanza con la Festa della Donna dell’8 marzo. Stessa cosa per i mandorli già fioriti e le piante di albicocca piene di gemme».”

    A me pare una fesseria totale. Io seguo da un po’ la fioritura delle mimose per motivi fotografici e in Liguria le vedo fiorite, da anni, già dalla prima decade di febbraio (non parlo delle singole piante precoci, perché le prime “palline” si vedono già da gennaio). In Provenza le guide turistiche (p.es. a Bormes les Mimosas) dicono che la fioritura di certe piante precocii in certi anni può già iniziare a dicembre (io ci sono stato nella prima decade dello scorso dicembre, ed effettivamente alcune piante effettivamente erano molto prossime). Come potete vedere dai link qui sotto, le “feste della mimosa” nelle due capitali della Costa Azzurra si tengono gli ultimi giorni di gennaio e poco dopo la metà di febbraio:

    http://www.bormeslesmimosas.com/fr/agenda/mimosalia.php
    http://www.ot-mandelieu.fr/sortez-a-mandelieu/evenements-mandelieu/Fete_du_Mimosa/Fete-mimosa-programme.php
    http://it.loccitane.com/fp/Mimosa–lalbero-che-fiorisce-in-pieno-inverno,80,2,a41.htm

    Certo, non posso dirvi se queste feste sono state spostate negli ultimi anni (per motivi climatici). Sarebbe il caso di verificare. Di sicuro il riferimento all’8 marzo è farlocco e puzza di populismo.

    Su mandorli e albicocche non so.

    Scusate i toni rudi, ma sono sempre più stufo di essere preso in giro.

  3. teo

    mi piacerebbe che ‘climatico’ significasse ancora una trentina d’anni. Le altre sono anomalie meteo. Che le lucertole sentano le anomalie meteo ci puo’ stare: anch’io le sento, tanto che quest’inverno anche il sottoscritto si vedeva di piu’ in giro rispetto all’anno scorso. Un caro saluto a tutti ed anche al mio (ex)Direttore al quale continuo a volere molto bene anche nei giorni non della merla

  4. Fabio Vomiero

    Mah, riguardo la frase del prof. Maracchi presa alla lettera (anche se il concetto è chiaro), a me sembra sia vero esattamente il contrario e cioè, che di lucertole quest’inverno, come sempre del resto, non se ne sono viste, almeno dalle mie parti (nord-est), mentre penso che il riscaldamento climatico medio in Italia sia chiaramente evidente, oltre che ad essere documentato con una certa precisione dai dati ufficiali. Oltre un grado in più come dato nazionale rispetto agli anni sessanta e settanta, il 2014 sfiora il grado e mezzo. Nel nord-est il cambiamento climatico osservato è ancora più pesante, durante i mesi di gennaio e febbraio 2014, per esempio, si sono battuti numerosi record per quanto riguarda le anomalie positive di temperatura (anche di 5-6°C superiori rispetto alla media 1971-2000). Per non parlare poi del chiaro aumento dell’intensità e della frequenza delle ondate di calore estive e della sensibile diminuzione dei giorni di gelo e di neve in pianura. Quindi gli esseri umani, almeno quelli italiani, non possono non essersi accorti del cambiamento climatico in corso. Saluto sempre tutti cordialmente.

    • Luigi Mariani

      Caro Vomiero, concordo pienamente con lei.
      Cordiali saluti a tutti a che da parte mia.

  5. Franco Zavatti

    Ma il professor Maracchi ha potuto disporre di informazioni attendibili sul letargo delle lucertole, magari disponibili a tutti, tipo quelle CRA-Cma sul gelo, oppure è l’assillo del “quanto è brutto e cattivo il riscaldamento globale” a far fare a persone che presumo serie figure tanto barbine? Forse (l’assillo del) l’AGW ha fatto male alla salute di qualcun altro e le lucertole sono a fare quello che devono (non sono mica sceme!).

    • Luigi Mariani

      Circa le lucertole, credo che prima di parlarne occorrerebbe quantomeno dire di che specie si parla, in quanto in Italia ve ne sono parecchie.
      Ad esempio la Treccani (http://www.treccani.it/enciclopedia/lucertola/) riporta come specie italiane la l. adriatica (Podarcis melisellensis); la l. campestre (Podarcis sicula) e la sua sottospecie l. azzurra di Capri (Podarcis sicula coerulea); la l. muraiola (Podarcis muralis); la l. siciliana (Podarcis wagleriana); la l. tirrenica (Podarcis tiliguerta); la l. ocellata (Timon lepidus), il più grande rappresentante del genere (oltre 80 cm), presente, per l’Italia, in Liguria; la l. vivipara (Zootoca vivipara), presente in Italia su tutto l’arco alpino.
      Come sempre quando si affronta un argomento concreto di tipo biologico, l’analisi non è mai banale e va affidata ad esperti. In tal senso mi farebbe davvero piacere poter condividere i dati su giorni di gelo (o dati simili desunti dalla rete CRA-Cma, ad esempio la piovosità) con uno zoologo esperto del settore, in modo da verificare com’è andato davvero il letargo di una o più delle specie sopra riportate nello scorso inverno e in quelli precedenti.
      Da inguaribile curioso osservo che la frase di Maracchi ci sta aprendo nuovi orizzonti.

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