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Il consenso sull’AGW, molto più ideologico che fattuale

consensoI lettori ci scuseranno se torniamo questa questione, che molti, come del resto anche noi, troveranno parecchio noiosa e inconsistente. Qualcosa mi dice però che tra qualche settimana, quando saranno stati consolidati i dati del mese di dicembre e avremo forse un bel record di 1-2 centesimi di grado, si tornerà a parlare anche di consenso, oltre che di riscaldamento globale. E molti torneranno a consolidare anche la loro posizione di ‘consenso’.

Allora sarà forse il caso di rispolverare questo post. Il perché è semplice. Gianluca Alimonti, come forse ricorderete, ormai quasi un anno fa firmò insieme a Luigi Mariani un post sulle nostre pagine in cui si analizzava approfonditamente l’articolo (Cook et al., 2013) in cui si definisce il consenso sull’AGW al 97% degli scienziati che si occupano di clima.

Il Caval Barbero e i Cavalli Frisoni – Note a margine di uno scritto di Cook et al, 2013

Già allora, e vi pregheremmo di tornare a leggerlo, appariva chiaro che quella portata avanti da Cook e dal gruppo di Skeptical Science era un’operazione ideologica condita da una interpretazione dei dati quanto meno sportiva. Questo però è un piccolo blog, certamente privo dell’autorevolezza di una rivista specializzata. Sicché vi farà forse piacere sapere che Gianluca ha ottenuto la pubblicazione di una letter con gli stessi contenuti del post pubblicato qui su EuroPhysicsNews, rivista della European Physical Society.

About “scientific consensus on climate change”.

Qui trovate ilo pdf della prima pagina dell’articolo. Dato che si tratta di una letter, nella stessa pagina c’è anche la risposta di Cook, evidentemente chiamato a sostenere la sua opinione. Prima che andiate a leggere vorremmo proporvi alcune brevi considerazioni:

  1. Nella letter di Alimonti si osserva che con un 67% degli autori che non prende posizione siamo lontani dal poter parlare di consenso;
  2. Cook rileva invece che del 33% che prende posizione il 97% è favorevole alla teoria AGW e ne deduce che il 97% degli scienziati è favorevole alla teoria stessa (per inciso è buffo che tutti i lavori che ammettano anche un minimo effetto dell’uomo sul clima (compresi quelli di ricercatori piuttosto scettici come Lindzen e Shaviv) siano imbarcati fra i favorevoli;
  3. Cook stesso nella sua risposta ad Alimonti conclude che “Dal momento che c’è una distanza importante tra la percezione dell’accordo scientifico e la realtà del 97%, è necessario che il consenso soverchiante sia adeguatamente comunicato”.

Dal momento che Alimonti scrive che la verifica delle ipotesi scientifiche non si basa sul livello di consenso ma sul confronto con la realtà e Cook su questo gli da’ ragione e che sono anni che la temperatura superficiale del pianeta non aumenta in modo significativo ma soprattutto si allontana sempre di più dalle simulazioni, c’è da chiedersi se l’adeguata comunicazione cui Cook fa riferimento sia ancora da ritenere un discorso scientifico oppure se sia solo retorica, che in senso letterale è l’arte di condurre un discorso in modo tale da convincere il pubblico che tu hai ragione ed il tuo avversario ha torto. Nonostante tutto.

 

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Published inAttualità

2 Comments

  1. … e ideologicamente i delinquenti politici e criminali economici stanno marciandoci sopra per ergersi a “salvatori” con i miliardi di tasse “ambientali” per preservare la Terra dai disastri futuri inesistenti.

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