Il video qui sopra viene dalla NASA. Sembra qualcosa di molto reale ma non lo è, perché si tratta di una rappresentazione modellistica delle dinamiche con cui si muove l’anidride carbonica in atmosfera. E’ però anche un’operazione con un livello di dettaglio mai raggiunto sin’ora, resa possibile grazie all’impiego di un modello ad altissima risoluzione cui è stato ‘insegnato’ come dovrebbe muoversi la CO2. Si vedono le zone dove è preponderante il rilascio di questo gas ad opera dell’uomo, si vede la differenza che c’è nella sua distribuzione nei due emisferi, si vedono anche i cicli stagionali. Ed ha un nome molto suggestivo: Nature Run.
Con ben 75 giorni di calcolo, è stato costruito il dataset di una simulazione che copre due anni, dal maggio 2005 al giugno 2007. Stranamente però, nonostante se ne parli ampiamente nel comunicato stampa con cui la NASA ha reso pubblici i risultati di questo lavoro, il periodo simulato non coincide con quello dal quale sono disponibili osservazioni satellitari mirate proprio della concentrazione di CO2. Cioè, la definizione della simulazione è molto alta, ma non è stato fatto il riscontro con dati osservati. Quel che si vede, quindi, è ciò che si pensa che accada, non quello che accade. E questo è strano, se si pensa che proprio la NASA ha messo in orbita un satellite proprio con lo scopo di fornire queste informazioni.
Che, se fossero realistiche, sarebbero anche. Per esempio, più o meno contemporaneamente al rilascio di questo dataset, è apparso su Science Daily un articolo che descrive i risultati di una nuova ricerca sempre in tema di CO2, ma mirata all’analisi delle interazioni tra il suolo e l’atmosfera nel ciclo del carbonio.
Weaker soil carbon–climate feedbacks resulting from microbial and abiotic interactions
Anche in questo caso si fa ampio uso di simulazioni modellistiche, ma i risultati sono piuttosto interessanti: il suolo, se sollecitato da variazioni di temperatura – leggi in un mondo che si scalda – rilascia carbonio con meno efficienza di quanto si pensasse, per cui fino a che non si terrà conto di questa novità e delle dinamiche che la caratterizzano, le simulazioni sulla risposta del pianeta in materia di rilascio e assorbimento di CO2 al variare della temperatura sono destinate a fallire. Un particolare non di poco conto, se si pensa che le simulazioni climatiche utilizzano di fatto la CO2 come unico combustibile per il futuro riscaldamento del pianeta. Sbagliate le simulazioni su questo aspetto, sbagliate le simulazioni sulla temperatura.
E sbagliati probabilmente anche altri calcoli, come per esempio quelli impiegati per delineare le eventuali policy di mitigazione. Questo però accade probabilmente per altre ragioni. Sempre da Science Daily, arriva infatti un altro breve articolo che svela una verità piuttosto scomoda. L’Europa, che sta cercando da tempo di adottare delle policy che le consentano di assumere la leadership della lotta alle emissioni, più che diminuirle le ha aumentate, o, per meglio dire, delocalizzate. Le attività produttive sono infatti state sottoposte a regolamentazioni che limitino le emissioni, ma se si tiene conto anche delle emissioni basate sui consumi e non solo sula produzione, si scopre che il netto è ancora positivo, perché le importazioni dall’estero sono aumentate. Un effetto logico tra l’altro, perché se decido di rendere non conveniente le produzioni ad alta intensità di carbonio ma continuo ad aver bisogno di quei prodotti, è normale che qualcun altro lo faccia al mio posto e me li metta a disposizione, ovviamente crescendo più di me, ma questa è un’altra storia. L’agognata leadership, quindi, consisterebbe più che altro nell’aver spostato il problema – ammesso che sia tale – a casa di qualcun altro. Con buona pace del clima, naturalmente.
Postilla: vi interessa sapere chi ha in Europa il primato dell’importazione di emissioni? Andate qui.
” vi interessa sapere chi ha in Europa il primato dell’importazione di emissioni?”
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Ci avrei scommesso i … gioielli di famiglia! 🙂
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Notavo un piccolo dettaglio. Come fa la Francia a produrre tanta carne da sfamare i Francesi, parte degli Italiani e dei Greci ed a rispettare i vincoli di emissione? Non sarà che ci hanno messo lo zampino le sue centrali nucleari?
Mi sa propriodi si. Ricapitolando: ci vendono l’energia elettrica, la carne, altri beni di consumo e noi ci teniamo la disoccupazione, la delocalizzazione, la crisi economica ed il debito pubblico che cresce, nel frattempo ci impoveriamo e rischiamo il tracollo. Tutto perché: No atomo, No TAV, No trivelle, No rigassificatori, No metanodotti, No centrali elettriche a gas o altro, No OGM, No chimica, No allevamenti, insomma No tutto, ma Si fotovoltaico, Si biodinamico, Si eolico, Si decrescita e Si s*******e varie.
Mah!
Ciao, Donato.