Un’immagine da satellite all’infrarosso tra le più spettacolari degli ultimi mesi o forse anni (fonte). L’ondata di maltempo che ha investito il Mediterraneo centrale portando aria fredda di matrice nord-atlantica fin sull’entroterra algerino, sta chiudendosi col botto. La risalita di aria subtropicale continentale subito prima dell’ingresso della depressione, le temperature di superficie dello Stretto di Sicilia e del Mar Libico ancora alte, l’effetto di sottovento nei bassi strati che ha dato il via alla caduta del campo barico, l’orografia delle coste dello Stretto e, ultima ma non meno importante, l’intrusione di aria stratosferica nel minimo in quota, hanno fornito gli ingredienti per lo sviluppo di un Tropical Like Cyclone o Medicane nello Stretto di Sicilia.
Oltre 70 Kt di vento (quasi 150 Kmh) misurati sull’Isola di Lampedusa, pressione atmosferica nell’epicentro della depressione (quasi un occhio ben definito) di 992 hPa, circa 10 in meno dell’area circostante la depressione, nel contesto di un intenso flusso sciroccale che insiste in area ionica già da due giorni.
Non sono cose di tutti i giorni, come del resto non lo sono stati sin qui gli effetti davvero importanti di questa ondata di maltempo autunnale. Ma nemmeno si tratta di cose così rare. Per esempio qui, se volete approfondire, una bella pagina dedicata proprio ai Medicanes.
Per il TG2 (ho guardato solo quello oggi), dall´alto della loro cultura scientifica, é una conseguenza dei cambiamenti climatici e la dimostrazione che il clima stia facendo diventare I fenomeni estremi sempre piú frequenti ed intensi … sarebbe il caso che cominciassero a leggere qualcosa (in questo caso basterebbe anche il report IPCC) oppure che consultassero qualche esperto in materia (Marcello se leggi, chiama il TG2 :-))
Caro Guido, trattasi di vortice mediterraneo. Punto.
Luigi
Luigi, mea culpa. Ho scritto ieri sull’onda delle news e senza approfondire più di tanto. Ovviamente hai ragione, la struttura in quota non lascia dubbi. Ne ho molti di più invece circa il fatto che possano aver avuto un ruolo anche le SST. Resta il fatto che nei numeri, almeno sul mare, il nostro abbia effettivamente raggiunto e superato la categoria 1 della scala degli uragani con i 73 kt di Lampedusa. Ma l’abito non fa il monaco nella fattispecie.
Chiuderei con una nota di merito alla performance del modello ECMWF, che ha inquadrato perfettamente struttura, percorso e profondità del vortice. Lo stesso non si può dire purtroppo del modello LAM, che avrebbe dovuto fare ancora meglio e che ha invece sottostimato molto la caduta barica è sbagliato la traiettoria. Questo fatto mi lascia molto perplesso e anche un tantino preoccupato, visto che i LAM esistono per i soggetti a quella scala spaziale.
gg