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La depressione pre-arrosto e i dieci comandamenti di Bertrand Russel

Non sono davvero un esperto di psicologia, sebbene ci sia chi dice che avrei bisogno di qualcuno che mi chiarisca le idee al riguardo, perciò non so se si possa parlare di qualcosa di reale descrivendo una depressione da stress pre-traumatico, cioè una difficoltà indotta dal fatto che ci si sta preparando a qualcosa di brutto e si sta male prima che arrivi.

Pare che questa sindrome stia però diventando un problema tra quanti, a titolo anche scientifico, popolano le truppe del movimento salva-pianeta. Se ne parla in questo articolo su Grist. La frustrazione, la sensazione di impotenza, il tempo perso a spiegare che è tutto vero ma nessuno ti ascolta, l’orologio corre e c’è un mondo da salvare. Brutti sintomi e brutte sensazioni che alcuni descrivono con timidezza, con riserbo, consci che se dovessero esternarle e liberare le loro legittime emozioni che so, durante un’audizione o una conferenza, i cattivi scettici finirebbero per trarne vantaggio consigliando loro di parlarne con qualcuno del mestiere. E vorrei vedere.

E già, si allarga quindi lo spettro della psicologia dei cambiamenti climatici, non più ‘soltanto’ fosche previsioni di moltitudini afflitte da depressione per la pioggia troppo violenta o la siccità troppo lunga, ma anche fior di professionisti che dovendo mortificare la loro voglia di urlare al mondo al fuoco, al fuoco, dentro al cinema, finiscono per gettare la spugna e darsi ad altro o, appunto, cadono in depressione. Del resto, come potrebbe essere altrimenti, se sempre da Grist e sempre dallo stesso articolo leggiamo che un serio e stimato ricercatore lamenta il fatto di non essere creduto quando invece parla di fatti concreti. Chissà se il fatto che la penna del redattore per sostenere la sua tesi cita un fatto tutto da dimostrare come l’aumento degli eventi intensi allevierà le sue pene.

Comunque, forse ricorrere ad un supporto psicologico potrebbe non essere necessario, potrebbe bastare tornare a fare il proprio lavoro dismettendo i panni da attivista e da salvatore del pianeta che molti hanno indossato. Come? Iniziando dal decalogo lasciato da Bertrand Russel, una lista di dieci piccole grandi cose che se tenute a mente e osservate farebbero un gran bene anche al clima e ai suoi derivati. Lo trovate qui, buona domenica.

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Published inAttualità

4 Comments

  1. “In 2007, she shared a Nobel Peace Prize with Al Gore for her work as a lead author of the Third Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).”

    visto che già questo è un falso, uno può anche chiedersi quale sia la vera causa della depressione climatica

  2. Sergio

    Preso dal bisogno ho convocato i miei 4 figli e non li ho rilasciati se prima non mi hanno insegnato a tradurre con il traslator dello smartphone. Ora sono a posto.

  3. Sergio

    Buongiorno Guido, seguo sempre, e dico sempre, il tuo blog perché lo trovo serio e competente grazie a te e ai tuoi amici che collaborano nel postare articoli e quant’altro.
    Vorrei chiederti una cortesia:
    quando posti materiale di produzione straniera per approfondire le tematiche che tratti, potresti postali già tradotti in italiano perché non so usare i traduttori del computer e/o smartphone e quindi mi perdo materiale che penso sia estremamente importante.
    In ogni caso, grazie per la cultura che mi doni.

    • Sergio, grazie per le parole di apprezzamento.
      In linea di massima cerco di tradurre il più possibile, ma spesso non ce la faccio proprio con i tempi. Ad ogni modo, ad esempio per i dieci comandamenti di B. Russel, la versione tradotta si trova facilmente con google.
      Grazie a te per la fiducia che ci accordi.
      gg

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