Quando fa caldo prudono le mani, almeno così leggiamo su Repubblica ambiente che ha solertemente rilanciato la folgorante scoperta del National Bureau of Economic Research (NBER), centro di ricerca privato americano. Ecco qua: l’aumento delle temperature fa aumentare i conflitti a tutti i livelli, dalle risse alle guerre tra stati, passando ovviamente per i conflitti interni. Possibile? Beh, qualche settimana fa faceva un po’ più caldo, ma i vicini di casa non sono venuti alle mani. Sarà perché approfittando del tepore hanno fatto uno scampolo di ferie? Magari se le sono date in riva al mare, vai a capire, del resto adai nefandi effetti dell’AGW (che però nella fattispecie funzionerebbe pure senza la ‘A’, non si scappa.
Scherzi a parte, forse la faccenda diventa più comprensibile se contestualizzata, ovvero riportata a quello che oggi ha di fatto sostituito la realtà. Trattasi infatti di previsioni. Già, la magica parolina ‘modelli’ spunta fuori dall’incerta traduzione del redattore di Repubblica: “Abbiamo scoperto che i mutamenti delle temperature e dei modelli di precipitazioni aumentano sistematicamente il rischio di conflitti…“. A meno che non si parli di modelli di precipitazioni del tipo autunno-inverno 2014, è probabile che si stia parlando di “modeled temperature and precipitation changes“, ovvero degli scenari catastrofici e sin qui largamente disattesi che dovrebbero vedere a breve il mondo arrosto, o gelato, altrimenti alluvionato, ma forse anche arido e…pure litigioso più che mai, naturalmente in modo direttamente proporzionale alle temperature.
Così, per 1°C di temperatura globale, ecco aumentare del 20% i conflitti in Africa e dell’1% le risse negli USA. Ora, ammesso e non concesso che queste previsioni si avverino, cosa sulla quale è almeno sin qui lecito nutrire qualche dubbio visti i risultati attuali, secondo voi ci sono più probabilità che le turbolenze che scuotono l’Africa si plachino dando alle popolazioni delle decenti opportunità di sviluppo o tenendole al fresco?
Noto che il tasso di cavolate che compaiono sui media è soggetto ad un incremento esponenziale. Che anche questo sia colpa del global warming?
Igor, mettiamoci anche i Vichinghi in questa statistica della gente pacifica perché al freddo 😀
🙂
Ciao, ecco perche gli Inuit non conoscono la guerra….
La cosa più incredibile, secondo me, è la visibilità che viene data a questo gruppo di buontemponi. O meglio, la certificazione di attendibilità.