Climate Dialogue è una iniziativa mediatica nata sul web un po’ di tempo fa. All’epoca del primo contatto ne abbiamo parlato in questo post. Un format sicuramente interessante, con forse l’unico difetto di aver necessariamente bisogno di tempo per aprire, discutere e dichiarare chiuso un argomento. Tempo significa più di qualche giorno e, purtroppo, sul web anche solo pochi giorni sono un’eternità se si vuole mantenere alto l’interesse. Però il format prevede un’introduzione all’argomento, delle domande a un certo numero di esperti, il relativo dibattito e le conclusioni, per cui bisogna armarsi di pazienza.
Il dialogo in corso verte su vari aspetti della relazione sole-clima ed all’idea ormai piuttosto diffusa che si stia andando nella direzione di una fase prolungata di quiete dell’attività solare, forse addirittura simile al Minimo di Maunder, quello della Piccola Età Glaciale. E’ quindi particolarmente interessante, visto che ne parliamo molto spesso. Gli interlocutori sono Mike Lockwood, Nicola Scafetta, Jan-Erik Solheim, Ilya Usoskin e Jose Vaquero, tutti validi ricercatori, tutti con parecchie pubblicazioni all’attivo su questo argomento. Queste le domande che sono state rivolte dai moderatori:
- Qual è secondo voi la ‘migliore’ ricostruzione dell’attività solare dal 1600 (o anche dal 1000) in termini di Radiazione Solare Totale?
- C’è stato un Solar Grand Maximum nel 20° secolo?
- Qual è la vostra ricostruzione delle temperature preferita per lo stesso periodo? Quanto è stata più fredda la Piccola Età Glaciale rispetto all’attuale periodo caldo?
- Qual è l’evidenza di una correlazione tra le temperature globali e l’attività solare?
- Quale parte del riscaldamento occorso dal periodo pre-industriale attribuireste al sole?
- La Radiazione Solare Totale (TSI) è l’unica cosa che conta per il clima della Terra? Se no, quali processi di amplificazione sono importanti e qual è l’evidenza che questa ha un ruolo?
- Cosa è probabile che faccia il sole nelle prossime poche decadi e quale influenza avrà sul clima? C’è consenso sulla predicibilità della variabilità solare?
Le risposte sono state varie ed articolate, spaziando dall’idea sostanzialmente sostenuta dal mainstream di una scarsa influenza delle dinamiche solari sul clima (Lockwood) a quella di un contributo significativo (Scafetta), o addirittura univoco (Solheim), a quella di una sostanziale impossibilità di fare valutazioni di attribuzione per scarso livello di conoscenza scientifica dei processi relativi (Usoskin), a quella infine di una scarsa confidenza nella possibilità che si ripeta un episodio come il Minimo di Maunder nel breve futuro (Vaquero), soprattutto per il fatto che le valutazioni si basano su osservazioni e non su consolidata conoscenza della fisica solare.
Insomma, il dibattito c’è, eccome se c’è, soprattutto grazie al dialogo. Scopriamo così che esistono seri problemi già nel capire quale possa essere la ricostruzione più attendibile per la TSI, problemi che ovviamente si riverberano su eventuali studi di attribuzione, di processi amplificanti etc. E, tranne Scafetta, nessuno ha fatto riferimento a effetti innescati da qualcosa di diverso dalla TSI ma sempre inerente alle dinamiche solari.
Se credete, torniamo alle notti insonni perché ce ne vorrà più o meno una intera per leggere tutto, tanto l’introduzione quanto le risposte sono qui. A me sembra che l’unica cosa certa sia che l’esclusione dell’attività solare (dove il sole è l’unica fonte di energia del sistema) dal novero delle forzanti sia un po’ un pio desiderio, ma comunque lascio che siate voi stessi a valutare.
Donato, grazie per l’intervento sul mio commento, sempre molto condivisibile. Certamente anch’io sono d’accordo sulla parziale inspiegabilità di cambiamenti climatici avvenuti nel passato e quindi diversi dall’attuale per forma e cause e che sicuramente, almeno, non possono essere attribuiti all’intervento antropico. Tuttavia, la differenza sostanziale del mio ragionamento nel considerare questi eventi risiede semplicemente nella descrizione scientifica che ho dell’evento stesso. Per quanto riguarda l’attuale, dal 1979 circa, ho dati sicuramente validi e significativi, numericamente e qualitativamente importanti, sui quali posso impostare un certo tipo di valutazione. Nel caso degli eventi precedenti, il quadro conoscitivo risulta essere ancora troppo aleatorio ed impreciso in partenza, per cui, di conseguenza anche i ragionamenti successivi mi possono portare a valutazioni e considerazioni falsate. Sì, sappiamo di un periodo caldo medioevale, più o meno, così come quello romano o di una PEG, sempre più o meno. Ma in realtà che quadro abbiamo sull’effettiva esplicazione spaziale e temporale di questi eventi? I pochi dati che abbiamo sono confrontabili con i dati moderni? Naturalmente non ci possiamo accontentare quasi soltanto della storia della Groenlandia verde o del Tamigi ghiacciato. Io provengo per formazione dalla biologia, e non vi dico i salti mortali che sono stati fatti per esempio per ricostruire un quadro esplicativo coerente ad esempio per la filogenesi evolutiva. La ricostruzione ora c’è, ma bisognerebbe sapere anche quanta approssimazione c’è sotto purtroppo, per tutta una serie di motivi, e quante “scatole nere” ancora rimangono da chiarire. Non vorrei che, in generale, fossimo tentati di dare troppo valore ai dati di prossimità o storici. Purtroppo sono le grandi difficoltà delle scienze evolutive. Saluto sempre tutti cordialmente.
Anche secondo è un pio desiderio, lo chiamiamo sistema solare perchè è un sistema eliocentrico..e mi sembra di aver già detto tutto..
Volevo chiedere al tenente colonello se siano reali i dati provenienti da SORCE e se il calo della TSI a 1358 W/m^2 sia credibile:
http://lasp.colorado.edu/data/sorce/tsi_data/daily/sorce_tsi_L3_c24h_latest.txt
Non ho capito tutto questo silenzio…SORCE misura il valore della TSI dal 2003 e dal 2003 al 20 ottobre 2014 non era mai scesa sotto i 1360 W/m^2…
21 ottobre 1359 W/m^2
22-23-24 ottobre 1358 W/m^2
qualche esperto che ha qualche notizia in più?
Alessandro, 2 Wm-2 sono parecchi, soprattutto a fronte di una serie di valori praticamente costanti da oltre 11 anni. Io non sono un esperto di fisica solare per cui il mio parere conta poco o nulla, ma la cosa mi sembra piuttosto interessante e degna di approfondimento. Oggi non ho molto tempo, ma ho intenzione di capirci qualcosa in piu. Ci risentiremo a breve.
Ciao, Donato.
Analizzando con più attenzione la serie storica dei dati di SORCE ho notato che, eccezionalmente, i valori della TSI sono scesi fino ai livelli toccati negli ultimi giorni di ottobre 2014: nella primavera del 2003, nell’autunno del 2004 e in altre sporadiche circostanze.
Ne concludo che se nei prossimi giorni i valori della TSI misurati da SORCE dovessero rientrare entro i limiti precedenti (1360/1361 Wm-2), ci saremmo trovati di fronte ad un evento raro, ma non eccezionale. Qualora la riduzione dei valori misurati della TSI dovesse essere tale da collocarsi al di sotto dei valori abituali e per intervalli di tempo piuttosto lunghi, dovremo cominciare a cercare di capire che cosa stia succedento. Per adesso sono dell’avviso, pertanto, che la riduzione registrata nei valori della TSI sia un fatto di natura occasionale a cui non bisognadare molta importanza.
Ciao, Donato.
Donato grazie per la risposta, anche per me sono valori interessanti
Potrebbe essere la grande macchia 2191che ha ridotto l’Irradianza?
Tra qualche giorno credo ne sapremo di più… al momento sono solo 4 i giorni sui 1358-9 W/m^2.
Magari Scafetta ci sà dire qualcosa in più..
Ciao Alessandro
analizzando con più attenzione ho visto anch’io il periodo 21 ottobre 2003 – 1 novembre 2003 esattamente paragonabile…ma se fosse un periodo più lungo sarebbe notevole la riduzione della TSI.
Ciao, Alessandro
La conferma che la diminuzione di TSI è data dalla presenza sopra la norma di macchie solari:
http://www.astroara.org/meteo/report/sole2003.htm
Il tema in effetti è sempre molto caldo e interessante. Proprio di recente, tra l’altro, mi sono messo alla ricerca di letteratura recente da consultare per cercare di farmi un quadro generale sull’argomento. Quello che ne è venuto fuori è sostanzialmente questo (l’interpretazione naturalmente può essere soggettiva). C’è un sostanziale consenso (salvo rare eccezioni) ad attribuire alla variabile solare un certo ruolo nella modulazione del clima, soprattutto in epoche passate, ma a considerare tale effetto come modesto e quindi non in grado di “spiegare” il recente cambiamento climatico osservato. Tali effetti potrebbero essere un po’ più consistenti a livello regionale, con una qualche influenza sui modelli di pressione e temperatura superficiale ad esempio del nord Atlantico o del Pacifico tropicale. Personalmente mi sento di condividere questa posizione anche in base a valutazioni più empiriche ma tutto sommato credo concettualmente condivisibili. Da quando esistono dati abbastanza significativi (da fine anni settanta) e non aleatori ed incerti come quelli di prossimità (o anche storici nel caso delle macchie solari) non è evidente nessun tipo di correlazione significativa e sistematica tra variazione dell’attività solare e variazione delle temperature globali o indici climatici importanti ai fini della modulazione del clima quali PDO, AMO ed ENSO. L’attività solare, inoltre, risulta essere in leggero calo in tutto questo periodo di tempo (circa trentacinque anni) mentre la temperatura terrestre nel frattempo è aumentata. Anche la questione della possibile correlazione tra raggi cosmici modulati dall’attività geomagnetica del Sole e nuvolosità e quindi clima, non sembra al momento essere supportata da lavori robusti e quindi dal consenso scientifico (in attesa dei risultati dell’esperimento CLOUD del CERN). Certamente c’è ancora molto lavoro da fare, ma la sensazione attuale è che il Sole purtroppo o per fortuna, rappresenti una concausa minore nei cambiamenti climatici e non determinante. Ripeto, naturalmente il tema è complesso e la mia interpretazione dei dati può essere soggettiva e soprattutto temporanea, ma mi auguro di aver contribuito comunque alla discussione. Saluto sempre tutti cordialmente.
Fabio, concordo con quasi tutto quanto scrivi nel tuo commento, ma restano irrisolte un paio di obiezioni di fondo che, fino ad oggi, non mi sembra abbiano trovato risposte soddisfacenti.
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I cambiamenti climatici del passato, anche molto violenti in quanto improvvisi e di grande ampiezza, hanno certamente avuto una causa. Quale è stata questa causa? Se consideriamo i vari ottimi climatici più recenti (romano, medievale e quello odierno) o la Piccola Era Glaciale ci rendiamo conto che qualcosa ha determinato il cambiamento climatico. Per il riscaldamento odierno abbiamo individuato nella CO2 una delle possibili cause (l’unica per alcuni), ma per gli altri qual’è la causa? Secondo alcuni si tratta di eventi regionali e, quindi, sarebbero giustificati da cause legate al Sole (conformemente a quanto tu scrivi nel commento), ma secondo altri si tratterebbe di fenomeni globali per cui sarebbero inspiegabili se si esclude che il Sole possa essere la causa dei mutamenti climatici.
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Altro elemento che suscita diverse perplessità riguarda un aspetto che hai sottolineato nel commento: l’influenza solare è stata preponderante in passato, ma oggi non lo è più. Il Sole è sempre lo stesso, così come la Terra (almeno negli ultimi duemila anni) per cui non riesco a spiegarmi che cosa sia cambiato tra oggi e, per esempio, 50 anni fa. Perché fino alla metà del secolo scorso il Sole era capace di determinare il clima terrestre e, successivamente, ha perso questa capacità?
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Queste perplessità mi spingono a ritenere il Sole un’importante fonte di cambiamento climatico alla stessa stregua della CO2 e degli altri gas climalteranti. Non dimentichiamo che la semplice modifica del processo di evaporazione negli oceani della fascia tropicale a seguito di una variazione della temperatura superficiale del mare e, quindi, una variazione del 30% della copertura nuvolosa, sarebbe in grado di spiegare ampiamente i cambiamenti climatici passati e presenti. E chi è responsabile dell’aumento delle temperature superficiali del mare? Secondo me il Sole.
I modelli tengono conto, però, solo della TSI che, effettivamente, varia poco e trascurano o, per essere più precisi, sottovalutano l’influenza delle nuvole (per mancanza di comprensione scientifica del processo di evaporazione umida e di formazione delle nuvole). Il risultato porta a valori della sensibilità climatica piuttosto elevati e ad una sopravvalutazione dei suoi effetti climalteranti.
In altre parole resta, almeno secondo me, molto altro da capire del clima terrestre prima di escludere il Sole dalle cause dei mutamenti climatici.
Ciao, Donato.
A volte i casi della vita sono tali che uno è portato a credere che vi sia un disegno ignoto che li determini! 🙂
Appena inviato il commento, dando un’occhiata a WUWT, ho appreso di un nuovo paper che ha individuato una forte correlazione tra la copertura nuvolosa e le variazioni di temperature dal 1950 fino agli ultimi anni. In particolare tra il 1984 ed il 1997 (periodo caratterizzato da un grosso aumento delle temperature globali) gli autori hanno registrato una prevalenza di copertura nuvolosa di tipo basso. Successivamente al 1997 si è verificato un forte cambiamento nel tipo di copertura nuvolosa a livello globale (è diminuita la copertura dovuta a nuvole basse ed è aumentata quella dovuta a nuvole medie ed alte) . Neanche a farlo apposta è questo il periodo caratterizzato dalla cosiddetta “pausa”
L’articolo è liberamente accessibile, ma non ho avuto il tempo di leggerlo: lo farò nei prossimi giorni.
Late Twentieth-Century Warming and Variations in Cloud Cover
di John McLean
file:///C:/Documents%20and%20Settings/xp/Documenti/Downloads/ACS_2014102414474452.pdf
Ciao, Donato.
Il link al paper di Mc Lean non funziona. Quello corretto è il seguente (per il pdf cliccare sul link interno alla pagina)
http://www.scirp.org/journal/PaperInformation.aspx?PaperID=50837#.VFNLG_mG-PV