Titolo un po’ forte, lo so, ma rimedio subito. Non so se sia meglio o peggio, ma è di terrorismo climatico che stiamo parlando, del resto di questo si occupano le nostre pagine. Prima di proseguire ringrazio Fabrizio Giudici, lettore e non solo di CM per avermi segnalato l’ennesima assurdità di cui si veste la discussione sul clima che cambia e cambia male.
E’ un volume a fumetti o, come dicono quelli bravi, un graphic novel, realizzato dal tal Philippe Squarzoni, recentemente tradotto in inglese e dal titolo Climate Changed. Pare che Jean Jouzel, glaciologo e climatologo francese con una carriera di esperto al servizio del Commissariato per l’Energia Atomica sempre francese, nonché uno dei numerosi vicepresidenti dell’IPCC, l’abbia definito un lavoro estremamente ben documentato.
E in effetti è così. Nel volume sono perfettamente documentate tutte le fughe in avanti proprie della propaganda catastrofista di cui l’IPCC si bea quando dimentica di essere un organismo sovranazionale che prima ancora del suo mandato dovrebbe avere come fine principale quello di rappresentare tutti quelli che lo sostengono, anche chi nella catastrofe non ci crede. E forse con ragione, visto che secondo la ‘ben documentata’ previsione che si legge nel volume, tra sei anni dovrebbero esserci 250 milioni di profughi per siccità, inondazioni, tempeste e quant’altro. Per non dire dei 25-50 milioni che già sarebbero in giro senza che nessuno stranamente se ne sia accorto.
Ma questo non è importante, perché ormai a questi vaticini dal sapore biblico ci siamo abituati, anche se ora invece che nella polverosa forma di volumi da migliaia di pagine che nessuno legge ma di cui tutti parlano, arrivano nella più snella rappresentazione del fumetto. Ciò che invece è importante è che al peggio non c’è mai fine, perché nel graphic novel di Squarzoni c’è spazio (tanto) anche per della sana ideologia ecoterrorista, di cui sinceramente si sentiva la mancanza e dalla quale penso che chi fa scienza si dovrebbe tenere alla larga.
E così ecco che Camille, la compagna di Squarzoni, entra nel Nuclear Power Christmas Market (sinistra analogia con in trascorsi di Jouzel) con un fucile automatico in spalla e, presa dai sui pensieri sul fatto che “oggi, il popolo è stato derubato della possibilità di scegliere sui temi energetici. Le decisioni sono nelle mani di politici o grandi multinazionali“, scarica l’arma su tre derelitti vestiti da Babbo Natale intenti a celebrare il consumismo sfrenato uno con una Coca Cola l’altro con diverso oggetto di consumo.
Camille non resiste e li crivella di colpi formulando il seguente illuminato pensiero: “sul fronte della domanda, tocca agli individui, alle famiglie e alle comunità locali valutare i loro stessi bisogni, con un occhio alla tutela della conservazione“. E’ chiaro che dalla conservazione ovviamente si elide Babbo Natale, che finisce sforacchiato in triplice copia per il bene del pianeta e dei suoi salvatori.
Vedete, non so se e quando riusciremo a capire come funziona questo benedetto sistema climatico e se i timori dell’AGW siano fondati oppure no o fino a che punto lo siano davvero, ma di sicuro mai e poi mai riusciremo a capire cosa passa per la testa a questa gente.
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