La stagione dello Spritz

E’ apparsa questa mattina sul Corriere una notizia piuttosto curiosa. Uno scienziato australiano propone di introdurre due nuove stagioni, lo Sprummer (spring + summer) e  la Sprinter (spring + winter). Secondo lui, data la particolarità climatica del paese downunder, in questo modo si riuscirebbe e descrivere meglio le variazioni che il clima subisce nell’arco di un anno. Sospetto che abbia fatto ampio ricorso all’aperitivo più di moda del momento, i nomi suggeriti per le nuove stagioni costituiscono degli indizi piuttosto pesanti.

Ma non è tutto, con una rappresentazione climatica più fine dal punto di vista temporale si riuscirebbe a seguire meglio anche le variazioni del clima che, ahimè, affliggono anche la terra dei canguri. Questo però lo ha aggiunto la firma del Corriere, perchè nell’articolo dal quale è stata tratta la notizia non c’è traccia di queste considerazioni finali. Vino bianco, acqua gassata e campari mescolati assieme producono strani effetti. Evidentemente non si riesce proprio a parlare di queste cose, anche quando si tratta per lo più di amenità di fine estate, senza accennare al male che tutti ci affligge. Per dirla con Johnny Stecchino il nostro pobblema non è il traffico, perchè questo è l’unico mese dell’anno in cui si riesce a circolare in città, ma il clima che cambia.

E allora anche noi cambiamo le stagioni. Dopo aver faticato decenni a convincere l’opinione pubblica che non ci sono più quelle mezze, proviamo con l’esitenza dei quartini. Del resto l’Italia è così climaticamente difforme che ne potremmo identificare una per decade ed almeno tre per regione. Totale, loro si accontentano di sei, noi ne vogliamo almeno sessanta.