Una delle cose di cui abbiamo parlato spesso sulle nostre pagine, è la confusione spesso colpevole a volte solo disinformata che si sente fare tra clima e ambiente. Una confusione di cui i movimenti ambientalisti si sono resi spesso protagonisti, per esempio additando come inquinante la CO2, il gas che è alla base del processo di fotosintesi.
Non che la situazione sia cambiata di recente, ma sembra che qualcosa di molto serio stia accadendo nel mondo ambientalista. Dopo anni, no, decenni di battaglie compatte trasversali ad ogni tipo di frontiera, sembra che il grande movimento globale, divenuto tale soprattutto perché raccolto sotto un gigantesco ombrello ideologico, stia iniziando a perdere i pezzi. Perché l’ideologia non piace più, evidentemente. C’è da chiedersi come sia mai potuta piacere, ma ognuno sa i fatti suoi, perciò passiamo alla cronaca.
Che è molto semplice (e viene da qui).
Il prossimo 3 ottobre A Sri Lanka inizierà l’assemblea generale di Friends of the Earth, nota e molto influente associazione ambientalista. Come quasi tutte le associazioni ambientaliste, anche Friends of the Earth ha una casa madre cui fanno capo le associazioni via via costituitesi in molti paesi. Di fatto è una federazione. Beh, la presidentessa di FoE International ha fatto sapere a mezzo lettera che all’assemblea generale di cui sopra sarà presa la decisione di espellere la componente italiana dalla federazione. Il motivo è che i nostri connazionali sono considerati troppo morbidi e non condividerebbero “visione, missione e principi” e pertanto sono percepiti come “fonte di divisione” nella federazione.
Visione, missione e principi. Quali esattamente? Dando per scontato che si tratti di concetti elevati, piuttosto che scervellarci a cercare di scoprirli ce li facciamo dire dal capo della componente italiana, che in un articolo uscito sul Corriere della Sera ha risposto: “E’ che non siamo allineati alla nuova ideologia del movimento, massimalista, antiamericana per principio, terzomondista e antisemita“.
Nobili ideali, evidentemente, da perseguire non più una con una federazione, dove magari può capitare di condividere gli obbiettivi ma di scegliere strade diverse, ma con il ricorso al pensiero unico assoluto. Con un obbiettivo, quello sì, dichiarato, di realizzare un non meglio specificato ma molto eloquente progetto di giustizia ambientale in cui più che l’ambiente c’entra il clima. L’idea sarebbe infatti quella di far pagare – fisicamente a mezzo dollari, ma anche con restizioni e nuove leggi – all’occidente inquinatore i costi per i danni ambientali e di subordinare la crescita economica a poco definiti diritti umani, diritti collettivi, eguaglianza sociale.
Alè, vogliamoci tutti bene…una volta però le foglie erano verdi…
Ho letto qualcosa in più sulle posizioni di Amici della Terra, su vari argomenti. Ritiro il secondo paragrafo del mio commento qui sopra: parrebbe proprio che abbiano agito in modo lineare, senza preoccuparsi del politicamente corretto.
Siamo al “contrordine compagni: s(c)emo americani.
E’ un tema interessante, perché la federazione internazionale di Friends of the Earth (FoEI) ha una “vision & mission statement” che collega esplicitamente la difesa ambientale con la giustizia sociale, vedi:
http://www.foei.org/about-foei/mission-and-vision/
e, se ho ben capito, FoEI accusa il suo membro italiano di perseguire troppo la prima a scapito della seconda, vedi i tre documenti pdf sull’accusa in:
http://www.amicidellaterra.it/
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Una delle molte riflessioni possibili in questa situazione riguarda la continua ricerca, nelle organizzazioni ambientaliste, di un equilibrio ottimale tra la scienza ambientale, che attrae pochi sostenitori, e la rivendicazione sociale, che ne attrae molti di più ma può diluire la produzione di proposte e soluzioni efficaci per i problemi ambientali.
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Alla fine, un pò come avviene per il clima, ogni paio di decenni l’organizzazione ambientalista sembra oscillare tra l’estremo “tecnico” e quello “sociale”, con una “omeostasi” interna alla continua ricerca di un’equilibrio che attragga il maggior numero di sostenitori — che a loro volta vogliono vedere risultati concreti nel passato ma sono più attratti da traguardi socialmente stimolanti.
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In tal senso l’assemblea della FoEI nello Sri Lanka — se i giochi non saranno già fatti ma avverrà un vero dibattito — potrebbe essere significativa, perché l’espulsione di un membro di un paese importante come l’Italia non suole avvenire a meno che non si profili già un’organizzazione sostitutiva “in pectore” o una nuova dirigenza pronta a riallineare l’organizzazione italiana (allora solo temporaneamente) espulsa, fatto che — in una prospettiva “hodie mihi cras tibi” — indurrà più di un membro ad essere cauto sulla decisione proposta e, se il voto fosse segreto, riservare una sorpresa.
Alla luce di tutto ciò adesso, magari, guarderò gli Amici della Terra con occhio diverso. Ed i Friends of the Earth con gli stessi occhi.
A pensar male verrebbe da dire che un manipolo di ideologi frustrati dai fallimenti ripetuti, nei passati decenni, delle proprie ideologie politiche si sia riciclato per appropriarsi della cosiddetta “battaglia ecologista”, e delle relative schiere di militanti – che in buona o cattiva fede vorrebbero occuparsi di altro – con il solo scopo di rispolverare le vecchie ideologie.
A pensar male ancora un po’ più in là verrebbe da chiedere agli Amici della Terra perché, visto che il trend di Friends of the Earth era già a loro così evidente da tempo, non hanno pensato ad uscire dal network invece di arrivare a farsi espellere… Comunque, meglio tardi che mai.