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Il Global Warming gioca a nascondino, tana numero 31

La temperatura media del pianeta ha smesso di crescere da un pezzo, ormai più di 15 anni. Nessuno sa perché, molti fanno ipotesi, ma tutti sono convinti che si tratti di qualcosa di temporaneo e che quindi torneranno presto quei ruggenti anni ’90, cioè quelli del riscaldamento globale a più non posso. Naturalmente perché, malgrado tutto, così dicono le previsio… pardon, proiezioni.

Ieri è apparso su Science Daily un pezzo che avevo deciso di mettere nell’angolo del buon umore, poi però ho cambiato idea e quindi titolo del mio post, che comunque, lo avrete capito, non sarà poi così serioso.

Siamo alla trentunesima spiegazione della scomparsa dell’AGW. Vediamola. Si tratta di un paper uscito su Nature Geoscience:

Natural variability, radiative forcing and climate response in the recent hiatus reconciled

Lo studio è naturalmente a pagamento, per cui ci toccano l’abstract e quello che ne dice SD, che però gode del privilegio dei virgolettati degli autori, che si spera non dicano cose diverse da quelle che scrivono. E qui viene il bello, per tutta una serie di ragioni.

Innanzi tutto è estremamente interessante vedere come la variabilità naturale sia addirittura nel titolo del paper. E’ però buffo che lo scopo dello studio sia di riconciliare le osservazioni, cioè la realtà, con le simulazioni, e questo avvenga per il tramite di qualcosa che nelle simulazioni non c’è, appunto la tendenza del clima oscillare per i fatti suoi come fa da sempre. Comunque, si fa sempre a tempo a mettercela dentro, come in effetti pare abbino fatto gli autori di questo paper.

E così, tra l’ENSO (El Niño – La Niña), l’attività solare (incredibile!) e gli aerosol di origine vulcanica rimasti in stratosfera, ecco che la distanza tra osservazioni e simulazioni si riduce un bel po’. Ma non abbastanza, a quanto pare, sicché bisogna andare più a fondo e magari usare un modello tra quelli che hanno la sensibilità climatica più bassa. Un modello cioè che più che arrosto il pianeta lo preveda lesso, cottura che, si sa, prevede un po’ più di tempo. Accidenti, non basta ancora, per cui ecco il coniglio dal cilindro: in fondo noi la realtà non la conosciamo così bene (i modelli sì però, perché ce li siamo inventati, per cui sono infallibili per definizione), vuoi vedere che la temperatura del pianeta a leggere bene i dati potrebbe essere in effetti un po’ più alta di quella espressa dai dataset ufficiali? Beh, qualche mese fa, per esempio, ci ha pensato un altro gruppo di ricerca, scrivendo un paper che abbiamo commentato qui e che gli autori di questo nuovo studio portano a riferimento. Siccome la copertura dei dati osservati è deficitaria, se nei dataset se ne aggiungono un po’ e se guarda caso quei dati sono caldi, ecco che anche la temperatura del pianeta è un po’ più alta.

Quindi, mettendo nei modelli un po’ di cose successe davvero, abbassandone la reattività all’aumento dei gas serra e dando una raddrizzata alle osservazioni, ecco che la curva delle temperature previste e quella di quelle osservate tornano ad andare d’accordo. Un lavorone.

Ma come finirà? Beh, la fine è già scritta, perché il clima avrà pure la sua variabilità naturale, ma questa è buona per spiegare perché il pianeta non si scalda, mica c’entra nulla quando invece lo fa. Per cui, naturalmente, presto il global warming uscirà dal suo nascondiglio e saranno dolori per tutti. E se non lo farà ci sarà la scusa numero trentadue, cui qualcuno di sicuro starà già pensando.

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Published inAttualità

8 Comments

  1. stefano piccinine

    l’ultima notizia apparsa su repubblica afferma che il mancato innalzamento delle temperature è colpa dell’oceano atlantico che sta assorbendo il calore in eccesso, ma che il tappo salterà nel 2030 ed allora l’aumento sarà vertiginoso…….A me hanno insegnato che quando le motivazioni di qualcosa sono diverse non si ha chiaro cosa sta succedendo

  2. Se per pura teoria il G.W. è un trend a lungo raggio – secoli – e statisticamente ( dal 1860 ) affermato la gradualità nell’ aumento medio delle temperature , che sarebbe un step by step a gradini – la salita dal 1860 al 1885 – sosta delle temperature dal 1885 al 1915 poi salita dal 1916 al 1946 poi the parking step tra il 1946 al 1977 , altro gradino a salire ma con ” pendenza ” maggiore dal 1977 al 2006 . adesso sempre secondo questa teoria saremmo solo all inizio di un nuovo ” parking step ” nessuno aumento delle temp. che dovrebbe durare circa una trentina di anni , per poi di nuovo salire dal 2030/2035 . Ma se in teoria a gestire il G.W. è stato al 70% l alta attivita Solare e il 30% la forzante antropogenica , ( dal 2008 la bassa attivita Solare ) le temperature non sono aumentate , sono aumentati gli estremi meteorologici che potrebbero essere sintomi e indice di cambiamento – da notare anche l aumento dei ghiacciai nel sud emisfero – antartide e , dal 2012 anche per i ghiacciai artici, le eccezionali nevicate di questa estate sulle Alpi. Se la bassa attività solare dovesse continuare nei prossimi decenni come , alcuni scienziati astrofisici ritengono possibile , il G.W. potrebbe anche essere al ” giro di boa ” e in pochi decenni il Clima potrebbe cambiare . Il Clima è secondo studi esu carotaggi-paleoclimatici è sempre cambiato nei millenni , fasi a lungo raggio – piu calde e piu fredde , che hanno contraddistinto questa fase Interglaciale in periodi secolari di G.W. e PEG .

  3. max

    Voglio fare una domanda!,!, quanto in percentuale il sole è rispetto ai cicli passati. ?.

  4. Roberto Breglia

    Ah!Ah! Grande Guido!

  5. Mario

    Quando ero bambino c’era Bernacca e mi ricordo che, quando parlava di temperature, citava sempre quelle registrate il giorno prima. Ora si parla solo di temperature che verranno (lettura del futuro?) senza che nessuno si sogni, nemmeno lontanamente, di verificare se effettivamente le temperature annunciate si siano realmente realizzate.
    🙂

  6. Tiratina d’orecchie agostana…prima di tutto si dice “la temperatura non è aumentata quanto previsto”. Questa formula evita ogni polemica, perché copre ogni altra possibilità ed è accettabile per chi pensi che sia aumentata più o meno del previsto, e anche per chi pensi che sia diminuita o magicamente rimasta stabile (*).

    Secondo come ti permetti di criticare velatamente questi lavori ex-post-facto. Naturalmente i professoroni e ricercatori di alta fama che hanno fatto sapere al mondo come questo ultimo articolo DIMOSTRI che tutto va bene madama la marchesa scienza climatica, non si sono accorti che scoprire a cose fatte che Gesù abbia letteralmente messo lo zampino nell’evitare l’arrosto collettivo, significa che nessuna previsione o proiezione futura sia di alcuna utilità. Tutti in Texas per la Sharpshooter Fallacy Competition, dove vinco sempre anche io.

    (*) ancora nessun intervento autorevole sul fatto che, statisticamente e metrologicamente parlando, da un bel po’ di anni la temperatura davvero sia rimasta identica a se stessa.

    • Hai ragione Maurizio, non è corretto parlare della realtà senza fare riferimento al virtuale, che è poi l’ambiente nel quale viviamo… o no?
      😉

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