Non so e non credo che nessuno abbia fatto un’analisi di dettaglio sui costi delle policy di mitigazione climatica per il nostro Paese, se così dovesse essere vi prego di segnalarcelo. E’ però interessante andare a leggere quello che viene calcolato per realtà molto prossime alla nostra come ad esempio il Regno Unito. Se ne è occupato Roger Pielke jr, già autore di una pubblicazione su questo argomento all’epoca del climate change act, ossia dell’atto legislativo con cui sono stati definiti i limiti alle emissioni per i prossimi decenni.
Com’era emerso anche all’epoca, il rateo di decarbonizzazione necessario al conseguimento degli obbiettivi è insostenibile, prova ne sia il fatto che gli amici inglesi non lo stanno sostenendo. Si tratterebbe di un obbiettivo di riduzione dell’intensità di carbonio rispetto al PIL del 3% all’anno per ogni punto di PIL di crescita. Con il PIL inglese tornato ai livelli precrisi (2008=2014), il rateo di decarbonizzazione nel periodo è stato dello 0,9%, cioè molto al di sotto del necessario. E nessuno sa quanto sia dovuto in effetti ad una riduzione dell’intensità di carbonio e quanto alla contrazione delle attività produttive, con quest’ultima che è stata l’unica causa di effettiva riduzione delle emissioni tra il 2008 e il 2009.
C’è da chiedersi se qualcuno tra i decisori europei che anelano misure di mitigazione climatica draconiane si sia mai posto il problema della reale possibilità di raggiungimento degli obbiettivi. O se magari se lo sono chiesto i nostri decisori e i loro consiglieri cui sembra sfuggire la cruda realtà efficacemente rappresentata dall’immagine qui sotto.
Se a qualcuno dovesse essere recentemente calata la vista come sta accadendo al sottoscritto, segnalo che noi siamo quelli della linea celeste.
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