Non che si abbiano notizie di alberi su altri pianeti, alti o bassi che siano. Certo però che piante che riescono a superare i cento metri di altezza fanno impressione. California settentrionale, Tasmania e Australia, queste le zone del mondo dove pare vivano questi giganti.
Ma come ci arrivano fin lassù? E soprattutto perché?
Questo si sono chiesti alcuni ricercatori che hanno recentemente pubblicato i risultati della loro ricerca su ESA Ecology:
La risposta, anzi, le risposte, sono nella disponibilità idrica e nelle condizioni ambientali, con la prima intesa non solo come precipitazioni, che pure sono essenziali, ma anche al rateo dell’evaporazione in relazione alle piogge.
Affascinante, qui su Science Daily.
Buona domenica
“… se ci muoviamo dalla riva del mare (ove la pioggia è scarsa e la richiesta evapotraspirativa atmosferica molto alta, per cui domina la macchia mediterranea, con altezze di 1-2 m circa) all’alto Appennino (ove la pioggia è elevata e la richiesta evapotraspirativa atmosferica è scarsa, per cui domina il faggio, la cui altezza può raggiungere i 30 m).”
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Cosa che ho potuto constatare di persona, proprio in questi giorni, passando dal litorale calabro alla Sila catanzarese e viceversa. Qui, comunque, gli alberi più imponenti erano i pini (pino laricio) e gli abeti (abete bianco): in ogni caso una passeggiata lungo uno dei tanti sentieri della Sila piccola è sempre emozionante ed offre scorci paesaggistici del tutto equivalenti a quelli della foto in testa al post.
Ciao, Donato.
Il motore fondamentale dello sviluppo in altezza degli alberi è la competizione per la luce, sia fra individui della stessa specie sia fra individui di specie diverse. Come evidenziato poi nell’articolo, lo sviluppo verticale è modulato dalla richiesta evapotraspirativa dell’atmosfera (che gli autori esprimono con il dato da un evaporimetro di classe A, che come mi domando quanto rappresentativo di una chioma che si estende fino a 100 m di quota, ma qui bisognerebbe leggere l’articolo, cosa che non sono in grado di fare) e la capacità degli alberi di soddisfarla grazie ad una sufficiente quantità d’acqua proveniente dalle precipitazioni. Si tratta peraltro è un fenomeno che vediamo all’opera nelle nostre successioni di associazioni vegetali, se ci muoviamo dalla riva del mare (ove la pioggia è scarsa e la richiesta evapotraspirativa atmosferica molto alta, per cui domina la macchia mediterranea, con altezze di 1-2 m circa) all’alto Appennino (ove la pioggia è elevata e la richiesta evapotraspirativa atmosferica è scarsa, per cui domina il faggio, la cui altezza può raggiungere i 30 m).
Certo, vedere che tutto ciò porta ad individui alti oltre 100 metri è sempre stupefacente, specie se rapportato alle specie arboree proprie della flora europea, che raggiungono altezze significativamente più contenute. Dai dati riportati in questo sito (http://www.monumentaltrees.com/en/heightrecords/europe/), che non so dire quanto attendibili, si coglie che l’albero più alto appartenente alla flora autoctona europea sarebbe un abete rosso (Picea abies) di 62 m presente in Slovenia mentre l’albero europeo più alto in assoluto sarebbe un Eucalipto (Eucalyptus diversicolor) di 72 m presente in Portogallo.