Sembra che si sia verificato addirittura un rallentamento della consueta fase di scioglimento, a causa di un cambiamento nel movimento dei ghiacci, a sua volta originato da pattern atmosferici che lo hanno compresso nella sua sede naturale piuttosto che favorirne la migrazione verso latitudini più basse e più calde. Nessuna menzione del fatto che da anni fior di studiosi della materia si sgolano a cercare di spiegare che il declino dell’estensione dei ghiacci artici è da imputare molto più a questi fenomeni che ad un generico aumento delle temperature. Che poi questi pattern siano in qualche modo legati anche allo stato termico dell’atmosfera questo è fuor di dubbio, solo che non si ha la più pallida idea di come possa funzionare questo legame.
Loro scelgono dunque di buttarla lì tout court, come fosse una notizia di poco conto, affogata tra le altre che, se lette con attenzione, sono solo belle notizie. Quest’anno c’è più ghiaccio dell’anno scorso e molto più di quello ancora prima, il rateo di scioglimento è dimezzato rispetto al famoso minimo del 2007 e ridotto di un terzo rispetto al 2008 etc etc. Però, non ce la fanno proprio a darci la lieta novella. Sull’home page delle news del centro campeggia il te deum del declino drammatico del ghiaccio nell’ultimo trentennio (decreased drammatically, sic), poi nel citare i numeri favorevoli di quest’anno, concludono che l’8 agosto l’estensione del ghiaccio è scesa sotto la media di riferimento con ancora un mese di scioglimento da trascorrere.
Un patos degno della commedia greca. Del resto si sa che le notizie devono creare emozioni, sensazioni, non possono essere solo notizie, devono anche orientare chi ascolta alla decisione (ma non era comprensione?). Chi lo dice? Uno che la sa lunga, nientemeno che il leader uscente di Green Peace, il quale sempre parlando di ghiaccio rilascia un’interessante dichiarazione riguardo il fatto che si debbano rendere gli argomenti emozionanti (emotionalize issues, sic) per catturare l’attenzione di chi ascolta. Il suo interlocutore, un mastino della BBC, preferisce parlare di strategia della paura (scare tactics, sic) e gli chiede espressamente se considera un errore l’aver dichiarato che tutto il ghiaccio artico si sarebbe sciolto entro il 2030. Udite udite, la risposta è sì, probabilmente è stato un errore (there might have been a mistake, sic).
Secondo voi è suscitare emozioni e coinvolgimento o è mentire per portare l’opinione di chi ascolta alla propria causa, cioè fare mistificazione? In una parola, da queste tattiche di comunicazione, che in molti casi portano anche denaro sonante nelle tasche delle organizzazioni coinvolte, vi sentite emozionati o presi in giro?
NB: Grazie a Piero Vietti per aver fatto circolare la notizia in Italia.
[…] il proprio inglese. Qui inciampa sul falso amico “dramatically” (platealmente, visibilmente) e così, da un […]
http://www.greenpeace.org.uk/blog/climate/greenpeace-admits-bbc-got-it-wrong-about-arctic-sea-ice-melting-20090820#
dato che mi ha riportato l’articolo, metto per completezza di informazione, la risposta di Greenpeace alla questione.
Grazie, mettiamola così, la prossima volta saranno più chiari, piuttosto che far fede su ciò che è “commonly understood”, visto che ciò che è comunemente capito è anche frutto della loro capacità di comunicazione. 😉
gg