Dal blog di Roger Pielke Jr, due curve molto interessanti. Rappresentano la quantità di cibo pro-capite e la totalità della terra destinata alla coltivazione, naturalmente nel tempo.
L’argomento non è affatto semplice e tantomeno è semplificabile in due sole curve, per cui vi consiglio di andare a leggere il post di Pileke e il materiale che rende disponibile.
Nonostante ciò il messaggio è chiaro. Stiamo producendo più cibo con meno terra, questa è una buona notizia.
A proposito di evoluzione del benessere e della speranza di vita, un piccolo aneddoto.
Qualche giorno fa un caro amico mi fece vedere la trascrizione di alcune tavole del Catasto Onciario (antica forma di catasto descrittivo in uso nel Regno di Napoli) relative al mio comune e risalenti alla prima metà del 1700. Nell’elenco degli abitanti si individuavano alcune decine di “massari” (coltivatori ed allevatori di bestiame), un paio di centinaia di “bracciali” (braccianti, mezzadri e via cantando), 1 speziale, un paio di commercianti ed artigiani, delle vedove e vergini (letterale), un paio di inabili ed un “decrepito”. Alla mia considerazione che anche all’epoca si viveva parecchio, il mio amico ribatté che mi sbagliavo: il decrepito aveva cinquantadue anni! Essendo il decrepito più giovane di me, restai senza parole!
Successivamente ho avuto modo di riflettere su quanto sia stato fortunato a nascere in questa epoca storica. 🙂
Ciao, Donato.
Dimenticavo: quelli di cui sopra sono i dati che Giovanni Sartori si guarda bene dal pubblicare sul Corriere (scrivo questo perchè fra poco ariva Ferragosto e prevedo l’immancabile articolo di fondo in chiave catastrofica e neo-malthusiana).
Per me questi grafici sono di grande conforto, come lo sono quelli globali relativi relativi alla speranza di vita globale (oggi siamo a 70 anni, nel 1975 eravamo a 55 anni) ed alla mortalità infantile (nel 1975 avevamo 80 morti ogni 1000 nati vivi , oggi sono 40) [fonte: ONU – World population prospects – http://esa.un.org/wpp/unpp/panel_indicators.htm%5D. Tutto questo credo che lo dobbiamo alla tecnologia (cibo e cure mediche).
Segnalo infine che chi volesse accedere ai dati delle produzioni agrarie in forma globale o disaggregata può interrogare la utilissima base dati Faostat che mantiene dati dal 1961 al 2012 (http://faostat3.fao.org/faostat-gateway/go/to/download/Q/QC/E).
Luigi