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Il global warming è mio e lo gestisco io

Dalle nostre parti ne ha parlato soltanto il Meteogiornale. Invece in Canada, dove la notizia ha avuto origine, la risonanza sui media è stata molto più ampia. La questione è molto semplice: secondo una legge varata già nel 2006 ma che evidentemente si è sentito il bisogno di puntualizzare, i meteorologi canadesi, specialmente quelli appartenenti alle istituzioni, non potranno e non dovranno affrontare temi climatici; il loro settore di applicazione dovrà essere strettamente connesso al tempo atmosferico; alle faccende di più lungo periodo penseranno, previa opportuna autorizzazione, altri esperti del panorama scientifico.

La motivazione, giunta in una nota del portavoce del governo alla stampa, risiederebbe nel fatto che ai malcapitati previsori potrebbe mancare il giusto livello di conoscenza, problema questo che non si pone, evidentemente, per chi è stato ufficialmente investito del titolo di vestale del clima. Né ad alcuno sembra essere venuto in mente che potrebbe anche accadere il contrario, e cioè che un climatologo patentato potrebbe argomentare di eventi atmosferici estremi, per esempio, senza aver trascorso mai un minuto ad analizzarne l’evoluzione, a prevederli, a valutarne quei meccanismi che un clima che cambia e cambia male dovrebbe aver mutato in modo da renderli più frequenti e pericolosi, come prospettato da ogni scenario climatico che si rispetti.

Non è pervenuto poi il ruolo degli esperti di tutti quegli altri settori, ambiente, geologia, economia e, ultimamente anche scienze sociali, impegnati a valutare gli effetti del clima che cambia. Non c’è contributo, intervista, paper o similia che non inizi e termini richiamando il dogma del clima che cambia. Di che si tratterrebbe nella fattispecie, di una deroga speciale?

Bah, per fortuna noi abbiamo un panorama informativo molto più variegato, con diritto di cittadinanza che va indistintamente dal simpaticissimo Enrico il bagnino di Radio DeeJay al professore universitario passando per tutta una pletora di esperti a vario titolo che spazia liberamente su TV, radio, stampa e media di ogni genere. Che strano però, ho sempre pensato che il pensiero e le opinioni si misurassero con la qualità dei contenuti, non con la provenienza, ma evidentemente ero in errore. Del resto, da meteorologo, ci sta che non possieda il giusto livello di conoscenza anche su questo 🙂

Disclaimer: quello linkato più su è solo uno degli articoli usciti in Canada su questa questione. L’ho scelto perché ricco di link con i quali verificare gli argomenti. Devo dare atto però che il collegamento alla nota incriminata non funziona e non sono riuscito a trovarla in giro. Sussiste quindi il rischio che la faccenda sia stata male interpretata o che qualcuno ci abbia ricamato sopra. Perciò, se vi dovesse capitare di riuscire ad approfondire vi prego di farmelo sapere.

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