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Clima e politica 2.1

Questa serie di post, che non so se potrà continuare ma ho il sospetto che di materiale ne avremo un bel po’, è iniziata la settimana scorsa con un post dedicato al report che l’amministrazione americana si è autoprodotto per sapere quanto sono pericolosi i cambiamenti climatici.

Tralasciando il fatto che il sistema migliore per far sapere di sapere qualcosa che si vuole che tutti si convincano che si sa è chiederlo a se stessi e poi dirlo agli altri, al coro di quanti sanno si è aggiunto anche l’autorevolissimo NYT, lesto a far circolare la notizia di un nuovo, ennesimo report, redatto da un centro di ricerca per la sicurezza militare, in cui si afferma senza tema di smentite che il clima che cambia e cambia male minaccerebbe la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Né più né meno come la minacciava l’imminente glaciazione che altri ricercatori paventavano in altro report verso la metà degli ’70.

L’articolo è qui e il report è qui, se vi va di leggerli. Prima però vi proporrei di leggere quanto scrive al riguardo l’amico prof. Roberto Vacca:

Certi militari USA (e anche Kerry, Segretario di Stato) dichiarano  che il cambiamento climatico minaccia la sicurezza mondiale. Il Senatore Inhofe (Rep. Oklahoma) dissente.  La storia richiama alla mente la storiella  che girava al tempo dell’Impero d’Etiopia, che subiva attacchi da partigiani abissini.

Il Ministero delle Colonie riceve telegramma “VILLAGGIO DENAN DISTRUTTO DA MONSONI”. Risponde: “RAPPRESAGLIA IMMEDIATA DISTRUGGETE VILLAGGIO MONSONI”. Riceve precisazione: “VENTI   MONSONI DISTRUTTO DENAN”. Risponde: “VENTI O DUECENTO STERMINATELI TUTTI”

Senza prezzo 🙂

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Published inAttualità

5 Comments

  1. donato

    La spassosissima storiella citata dal prof. R. Vacca mi ricorda il famigerato comunicato stampa del ministero dell’istruzione ecc. emesso in occasione dell’annuncio della “scoperta” del neutrino superluminale (il tunnel che dalla Svizzera arrivava al Gran Sasso, per chi non se lo ricorda) 🙂 .
    In entrambi i casi balza agli occhi, però, una cosa molto preoccupante: l’ignoranza in campo scientifico (ed anche non 🙂 ) di certi apparati burocratici di cui si circondano i responsabili del “bene comune” (ministri, segretari di stato, presidenti, ecc. ecc.) cioè i famosi decisori politici.
    I vari sommari, rapporti o come li vogliamo chiamare, vanno a finire sulle scrivanie di “solerti” burocrati che li studiano, li digeriscono e, alla fine, ne comunicano il contenuto al politico. Il politico, dal canto suo, non è che prende la decisione sul da farsi di sua sponte, ma si consiglia, ovviamente, con il suo alto burocrate (pagato con i soldi pubblici 🙂 ) e, forte del parere ricevuto, prende la sua decisione. Se chi di dovere non è adeguatamente preparato ed informato (si presume sempre la buona fede, ovviamente 🙂 ) alla fine non potrà fare altro che danno (e far circolare storielle come quella del post 🙂 ).
    Peccato, però, che nel frattempo diversi miliardi se ne sono volati dalla finestra!
    Ciao, Donato.

    • Nell’unica (per fortuna) conferenza sul climate change organizzata dal ministero dell’ambiente ci fu la figura barbina dei 4 gradi in più in Italia rispetto al resto del mondo…che ancora ride!

  2. Maurizio Zuccherini

    Sarebbe interessante riflettere sui motivi che portano agli allarmismi, chiedersi a chi giova. Mi viene in mente quello sulle “piogge acide”, ricordate?…Una quindicina di anni fa non passava giorno senza che sui giornali si venisse ammoniti sull’imminente scomparsa degli alberi, distrutti dalle piogge acide create dall’inquinamento umano. Ricordo che ero seriamente preoccupato in merito….Ieri leggo sul Corriere della Sera un articolo in cui si mette in luce come in generale tutta la penisola si stia coprendo di boschi e come essi godano tutti di buona salute. In alcune zone dell’Abruzzo l’aumento arriva al 100% rispetto al 1985…!

  3. carlo

    Vista la solerzia con cui gli USA intervengono in ambito internazionale per le più svariate motivazioni tutte riconducibili all’aspetto “umanitario”, fossi un pacifista mi preoccuperei per questa nuova presa di posizione, non sia altro per la non remota possibilità che si fosse trovato un comodo alibi per occupare e redimere nazioni “inquinanti”….

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