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Se pensi che si debba fare qualcosa, fallo!

If you want something done, do it!

Beh, questa è una frase che di questi tempi troverebbe facilmente applicazione in ogni campo dello scibile umano. Ci aggiungerei però anche “assicurati di saperlo fare“, visto che di tuttologi e/o esperti improvvisati ne abbiamo fin troppi.

Per quello di cui parliamo oggi però l’esperto c’è; questo fa salire le quotazioni dell’idea che ha avuto. Si tratta di Richard Tol, economista noto alle cronache climatiche per aver chiesto e ottenuto che la sua firma fosse ritirata dal Summary for Policy Makers del secondo volume del recente report IPCC (qui su CM). Una piattaforma Wiki sul report IPCC, cioè un ambiente nel quale non solo venga messo a disposizione tutto il report (che già esiste sul sito ufficiale), ma siano resi disponibili anche tutti i riferimenti scientifici, nonché, ove necessari, anche gli emendamenti che il progresso della ricerca dovesse consentire. Il tutto liberamente accessibile e, soprattutto, con licenza totale di contribuire per chi ne avesse voglia, competenza e possibilità.

Insieme a lui una tra le penne più appuntite del dibattito sul clima, Donna Laframboise, con specifico interesse alla strana commistione che si è venuta a creare nel tempo tra il mondo delle multinazionali dell’ambiente, l’apparato burocratico dell’IPCC e alcuni (molti) di quelli che hanno nel tempo contribuito alla generazione dei report. Trovate tutto qui. Nella prima pagina campeggia lo scopo del progetto, a seguire si stanno formando le varie sezioni.

Chissà che uno dei primi emendamenti non riguardi uno degli aspetti più importanti del dibattito sul clima, quello sulla sensibilità climatica. Pochi giorni fa, infatti, è apparso su Earth System Dynamics un altro paper, l’ennesimo, che abbassa la TCR (Transient Climate Response – la quantità di riscaldamento atteso al raddoppio della CO2) di circa il 35% rispetto al valore centrale della stima IPCC. Secondo gli autori non sarebbe stato tenuto nella giusta considerazione il contributo dell’AMO (Atlantic Multicadal Oscillation), quindi la stima per loro più probabile dell’aumento delle temperature al raddoppio della CO2 sarebbe di 1,3°C.

Difficile dire però dove ci porterà l’inseguimento delle temperature per definire la sensibilità climatica. Ieri salivano, per cui tutti a scrivere che è alta, oggi non salgono e tutti scrivono che è bassa. Ho come l’impressione che il problema sia affrontato dalla parte sbagliata. Ma, forse, è anche l’unica parte dalla quale è affrontabile. Per cui prevedo una nuova inversione di tendenza entro un paio d’anni. Infatti, lo avrete magari letto sulle nostre pagine o sentito dire in giro, ma ormai praticamente ci siamo. E’ in arrivo un El Niño, forse anche bello tosto (PDO negativa permettendo). La NOAA ha modificato lo stato di allerta in un El Niño Watch, praticamente tutti i modelli di previsione vedono l’ENSO sconfinare in territorio positivo durante la prossima estate, in preparazione del picco che tipicamente dovrebbe arrivare a cavallo della fine dell’anno. La comunità dei salva-pianeta è in fibrillazione, perché questo potrebbe porre fine alla stasi delle temperature degli ultimi 15 anni. In verità, un aumento è certo, perché la caratteristica peculiare di questo tipo di eventi è proprio quella di trasferire calore dall’oceano all’atmosfera. E’ molto meno certo se ci sarà poi un rebound o un assestamento ad un livello superiore, come accaduto per esempio con il super El Niño del 1997-98.

Se siete interessati (o per essere preparati) alla discussione sulle somiglianze tra gli ultimi due El Niños (1982-83 e 1997-98) degni di nota e quello in arrivo, Bob Tisdale sta proseguendo la pubblicazione di una interessante serie di post che affrontano il tema a 360°:

Nel frattempo, sia quel che sia, se si decidesse ad arrivare la buona stagione non sarebbe male! 😉

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