Negli ultimi giorni sono state due le notizie che hanno tenuto banco sui temi finanziari, entrambe hanno riguardato gli Stati Uniti.
Sembra infatti che uno studio appena pubblicato preveda che gli USA siano destinati a perdere il primato nella classifica delle economie mondiali già entro quest’anno in favore della Cina. Il sorpasso era previsto per il 2020 ma probabilmente sarà molto anticipato. Naturalmente si parla del valore assoluto e si devono fare i dovuti distinguo relativi alla consistenza della popolazione ed al reddito pro-capite, per il quale la distanza tra i due colossi è ancora siderale ma, certamente, perdere la testa di una classifica che si guida da un secolo e mezzo non è un bel segnale. Tant’è (fonte qui)
La seconda notizia non è migliore della prima. Sempre negli USA, infatti, la crescita del PIL ha fatto segnare uno striminzito 0,1% nel primo trimestre del 2014 rispetto all’1% previsto (fonte qui).
Vi starete chiedendo cosa questo possa avere a che fare con le le nostre abituali discussioni. Molto semplice. Secondo il dipartimento del commercio USA, da cui tra l’altro dipende anche la NOAA, il loro Servizio Meteorologico, alla base della brusca frenata e della delusione delle aspettative di crescita nel brve periodo ci sono le pessime condizioni atmosferiche che hanno segnato l’inverno scorso. Il gelo che ha afflitto tutto il versante orientale della nazione avrebbe generato una contrazione dei consumi, della produttività e degli investimenti.
Ad oggi, nonostante i ripetuti tentativi, nessun acrobata della catastrofe climatica è riuscito ad attribuire con successo il freddo dell’inverno scorso al riscaldamento globale. Chissà se adesso verrà in mente a qualcuno che le cose stanno diversamente da come ce le hanno sempre raccontate.
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