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Ieri si chiamava Foehn, domani si chiamerà Flash Heat

E si continua a parlare di eventi estremi. Alcuni giorni fa Science Daily ha rilanciato un articolo uscito su Natural Hazards and Earth System Science, con cui un gruppo di ricercatori dell’Università della Catalogna ha descritto le caratteristiche di un evento invero piuttosto noto, almeno per il nostro territorio.

Rapid and sudden advection of warm and dry air in the Mediterranean Basin

Si tratta di quegli eventi di aumento improvviso delle temperature e di contemporaneo abbattimento dell’umidità atmosferica solitamente connessi ai venti di Foehn, cioè tipici delle vallate alpine e e della Val Padana e meno frequenti ma altrettanto significativi per le coste del medio Adriatico (dove prende il nome di Garbino).

Non un’ondata di calore, quindi, perché queste si identificano con eventi che devono durare da due giorni in su ma, piuttosto un Flash Heat, al massimo qualche ora. Ha un appeal fantastico, i media ci andranno a nozze. Quanto ci vorrà perché ci raccontino che questi eventi sono senza precedenti?

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Published inAttualità

3 Comments

  1. Mario

    Anni fa sul Corriere della Sera lessi un articolo (in occasione di un episodio di Foehn piuttosto intenso, occorso a fine inverno a Milano) in cui si sosteneva che fosse un vento caldo proveniente dalla Finlandia. Wow…. 🙂

    • Luigi Mariani

      La massa d’aria che produce foehn alpino da Nord (quello che interessa Milano) viene da settentrione e dietro al riscaldamento c’è un effetto termodinamico caratteristico connesso alla liberazione del calore latente di condensazione sul versante sopravvento (per Milano il versante svizzero) che limita il raffreddamento in salita. A ciò segue il riscaldamento per compressione nel corso della successiva caduta che non è in alcun modo limitato dall’evaporazione dell’acqua in quanto a quel punto la massa d’aria è molto secca. In genere il fenomeno si manifesta su masse d’aria polare marittima che giungono da nordovest scorrendo sul fianco destro di un grande promontorio anticiclonico proteso dai subtropici verso la Gran Bretagna e con asse a ovest della nostra area. La Finlandia è dunque un pò troppo a est per essere regione sorgente delle masse d’aria che su Milano producono un foehn tipico.
      C’è poi da dire che Milano non è caput mundi, nel senso che con circolazione da ovest c’è foehn alpino a Torino o foehn da ovest sulle regioni adriatiche e così con circolazione da est c’è foehn appenninico sulle regioni tirreniche (il foehn appenninico è comunque meno intenso di quello alpino poichè la barriera mountuosa ha altezza inferiore).

  2. Luigi Mariani

    Caro Guido, anzitutto buon proseguimento del tuo corso.
    Che dire: a Milano di foehn alpino ne abbiamo in media per 24 giorni l’anno mentre a Locarno ce ne sono 40 ed a Piacenza 15 (*).
    Se vogliamo possiamo chiamarlo pippo, o magari annibal o quella cosa che hai scritto tu e che io non ripeto, lasciando agli spagnoli tutta la responsablità del neologismo….
    Credo comunque che con tutta quest’ansia di assegnare nomi ansiogeni non caveremo certo una miglior conoscenza dei fenomeni. Sempre più la nostra si sta rivelando epoca confusa, una vera babele…
    Luigi

    (*) http://www.agrometeorologia.it/documenti/rivista10_02/ambrosetti.pdf

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