L’OMM è L0rganizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), cioè l’agenzia dell’ONU specializzata sulla meteorologia. E’ anche l’organizzazione che insieme all’UNEP, agenzia specializzata per l’ambiente, ha fondato l’IPCC, il panel sempre delle Nazioni Unite che si è posto l’obbiettivo di individuare le origini antropiche dei cambiamenti climatici.
Non stupisce quindi che nel comunicato stampa con cui l’OMM ha assunto una posizione ufficiale rispetto all’evoluzione delle condizioni climatiche del Pacifico Equatoriale, sia stato posto l’accento sul potenziale contributo alle temperature medie globali che un prossimo evento di El Niño potrebbe avere.
Queste le parole di Michel Jarroud, segretario generale dell’OMM:
El Niño e La Niña sono i principali fattori di condizionamento della variabilità naturale del nostro clima. Se dovesse svilupparsi un event di El Niño – ed è ancora troppo presto per dirlo con certezza – questo influenzerà le temperature e le precipitazioni contribuendo a siccità o forti piogge in diverse regioni del mondo. Gli importanti progressi delle nostre capacità predittive implicano che saremo meglio preparati a gestire l’impatto sull’agricoltura, sull’acqua e su molti altri settori socio-economici sensibili al clima di questi eventi, specialmente se estremi.
El Niño ha un effetto di riscvaldamento importante sulle temperature media globali, come abbiamo visto durante il forteEl Niño del 1998. Soltanto due dei passati 15 anni sono stati categorizzati come anni di El Niño, nonostante tutti siano stati più caldi della media. La combinaizone del riscaldamento naturale e di quello indotto dall’uomo con i gas serra, ha il potenziale di causare un significativo aumento delle temperature medie globali.
Cioè: se arriverà un evento naturale come El Niño, le temperature saliranno perché c’è il global warming indotto dall’uomo.
Chiaro no?
NB: nell’immagine (fonte NOAA) un schematizzazione degli impatti medi delle condizioni di El Niño.
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