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La Natura si adatta e la scienza si adegua

Lo avevamo detto che si sarebbero adattati. Le temperature non crescono più? Sono finite – se mai esistite – le risorse da gettare letteralmente al vento in politiche di mitigazione di ciò che non è mitigabile affette da gigantismo? Il clima che cambia e il mondo che si scalda sono usciti dall’agenda del Genne? Poco male, ecco pronta una lunga inversione a U, tanto lunga da essere appena percettibile in termini di curvatura.

Eppure, al termine di questa inversione, l’indirizzo dell’intellighenzia climatica sarà completamente cambiato. Buone, anzi ottime notizie. Questi i numeri. Il secondo volume del 5° Report IPCC, quello che guarda all’impatto del clima che cambia più che alle sue cause, batte il precedente 4° rapporto del 2007 10 a 0 nel numero di volte in cui nel Summary For Policy Makers si legge la parola adattamento rispetto a quella mitigazione. Ma l’intero report fa ancora meglio. Quattro sono i capitoli dedicati all’adattamento in questa nuova raccolta dello stato dell’arte della scienza, due erano le pagine ad esso dedicate in quella che l’ha preceduta.

E il membro del bureau dell’IPCC che dirige le operazioni del gruppo di lavoro che ha redatto questo volume dice così:

La vera novità di questo report è la nuova idea di pensare alla gestione del cambiamento climatico.

E il suo co-chair aggiunge:

Investire in una migliore preparazione può fruttare dei dividendi sia nel presente che nel futuro … l’adattamento può giocare un ruolo nella diminuzione del rischio.

Questo e veramente molto altro in un articolo di Matt Ridley che vi consiglio vivamente di leggere. Ma prima vi invito a una riflessione e, se siete sempre stati un po’ scettici in tema di clima che cambia e policy climatiche, o se avete appena letto il numero in basso a destra dell’ultima bolletta della luce, cercate di mantenere la calma. Dopo 5 report, decine di migliaia di pagine e altre migliaia ancora di pubblicazioni scientifiche, la più alta espressione della scienza climatica ci sta dicendo che dobbiamo fare quello che abbiamo sempre fatto: rinforzare gli argini dei fiumi, stare al caldo se fa freddo, cercare il fresco se fa caldo, aprire l’ombrello se piove etc etc.

E’ morto l’allarme del clima che cambia, viva il clima che è sempre cambiato!

 

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Published inAttualità

3 Comments

  1. Si consiglia la lettura
    http://www.21mosecolo.it/sitonew/xx21mo/xx21mopoplibri.php?D1=59
    .
    La natura, non l’attivita’ dell’uomo, governa il clima
    Riassunto ad uso dei responsabili politici del Rapporto del Comitato Internazionale Non-governativo sui Cambiamenti Climatici
    .
    di: a cura di S. Fred Singer

    Da tempo ci dicono che l’attuale riscaldamento globale è causato dalle attività umane. Principale promotore di questa convinzione èl’IPCC, il Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici(IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change), insignito nel 2007 del premio Nobel per la Pace. Il Comitato Internazionale Non-governativo sui Cambiamenti Climatici(N-IPCC, Nongovernmental International Panel on Climate Change) è stato costituito da un gruppo di autorevoli studiosi del clima, allo scopo di esaminare le stesse informazioni di cui si è servito l’IPCC e confermarne o meno le conclusioni. A differenza dell’IPCC, che nel suo Quarto Rapporto perviene alla conclusione che «la maggior parte dell’incremento delle temperature globali medie a partire dalla seconda metà del XX secolo è molto probabilmente dovuto all’aumento delle concentrazioni dei gas-serra immessi dall’uomo», l’NIPCC perviene alla conclusione opposta – e cin l’atmosfera, fondatore e presidente dello Science and Environmental Policy Project (www.sepp.org) e professore emerito di Scienze ambientali alla University of Virginia. È stato Primo Direttore del National Weather Satellite Service, Direttore del Center for Atmospheric and Space Physics alla University of Maryland e Vice-capo del National Advisory Committee for Oceans and Atmosphere (NACOA). Singer è anche autore di molti articoli e libri scientifici, tra cui: The Greenhouse Debate Continued –An Analysis and Critique of the IPCC Climate Assessment (ICS Press, 1992), Hot Talk Cold Science – Global Warming’s Unfinished Debate (Independent Institute, 1999), Climate Policy – From Rio to Kyoto (Hoover Institution, 2000) e Unstoppable Global Warming – Every 1500 Years (Rowman & Little-field, 2007), scritto assieme a Dennis Avery. Traduzione italiana di Franco Battaglia

  2. Guido Botteri

    Stanno venendo, piano piano, sulle posizioni che sono sempre state degli scettici.
    Con buona pace di chi si riempie ancora la bocca di epiteti del tipo “negazionisti” ora i sostenitori seri dell’ipotesi AGW devono ricorrere agli argomenti degli scettici per mettere una pezza alle loro affermazioni di qualche anno fa.
    E ci vengono, finalmente (ravvedimento tardivo ma sempre bene accetto), a dire che bisogna fare adattamento, piuttosto che mitigazione.
    Non ci verrà riconosciuto, lo so, ma almeno questa è la prova che avevamo ragione, quando qualche anno fa ci battevamo contro un mainstream che sembrava un gigante imbattibile….
    Noi, male armati e sparuti, avevamo l’arma terribile e potente dell’avere ragione. Lo sta dicendo il susseguirsi degli eventi.
    Secondo me.

  3. maurizio rovati

    Si staranno “adattando” anche loro, poverini…

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