Come da programma, appena ieri è stato reso pubblico il Summary for Policy Makers del secondo volume del 5° Report IPCC, documento di cui qualche giorno fa avevamo dato qualche anticipazione (qui e qui). Insieme all’SPM, ormai in versione ufficiale, è disponibile on line anche la bozza definitiva del report vero e proprio, anche se questo deve essere ancora finalizzato.
Quella in testa al post è l’immagine che riassume il lavoro del Working Group II dell’IPCC, concetto esploso dettagliatamente nelle prime pagine dell’SPM. Nell’immagine, forse qualcuno lo avrà notato, compare anche la variabilità naturale. Questa è una novità.
The assessment of impacts, adaptation, and vulnerability in the Working Group II contribution to the IPCC’s Fifth Assessment Report (WGII AR5) evaluates how patterns of risks and potential benefits are shifting due to climate
change. It considers how impacts and risks related to climate change can be reduced and managed through adaptation and mitigation.La definizione degli impatti, adattamento e vulnerabilità nel contributo del Working Group II al quinto Report dell’IPCC (WGII AR5), valuta come l’andamento dei rischi e dei potenziali benefici stiano cambiando a causa dei cambiamenti climatici. Considera come gli impatti e i rischi connessi con i cambiamenti climatici possano essere ridotti e gestiti attraverso l’adattamento e la mitigazione.
Benefici? Se sabato scorso non avessimo celebrato l’Earth Hour, si potrebbe dire che si è accesa la luce, o quantomeno una lampadina!
Qui sotto ancora poi, ci sono due tabelle pubblicate nell’SPM in cui sono rappresentati a livello regionale (continentale – Europa) i fattori di rischio e gli impatti, unitamente al livello di confidenza scientifica e di maggiore o minore contributo della tendenza del clima a cambiare.
Lascio ai lettori le valutazioni e rimando ad una lettura più approfondita tramite i link in testa al post, anche perché ognuno merita la sua dose quotidiana di catastrofismo, però vale forse la pena riprendere uno dei fattori di rischio indicati nella prima tabella, quello relativo alla variazione nell’occorrenza di eventi alluvionali e ingrossamento dei fiumi a carattere estremo, qualcosa che ci riguarda molto da vicino. A questa sono assegnati una una very low confidence e un impatto minoritario dei cambiamenti climatici. In sostanza significa che con l’attuale livello di conoscenza e con i dati disponibili, questo fattore di rischio non ha subito variazioni attribuibili ai cambiamenti climatici. Questo è un portato dell’SREX, lo special report dell’IPCC tutto incentrato sugli eventi estremi. C’è da sperare che amministratori del territorio e commentatori vari tengano conto di questo piccolo particolare qualora dovessimo trovarci a fronteggiare eventi di questo tipo.
Sotto ancora, un’immagine piuttosto interessante che rappresenta il flusso delle decisioni verso un sistema che accresca la propria resilienza rispetto alle dinamiche del clima, immagine che può essere accompagnata da un’altra frase dell’SPM che riporta alla mente gli episodi di cui sopra:
A first step towards adaptation to future climate change is reducing vulnerability and exposure to present climate variability.
Un primo passo verso l’adattamento a futuri cambiamenti climatici è la riduzione della vulnerabilità e dell’esposizione all’attuale variabilità climatica.
Secondo voi, è meglio spenderle nel mercato della CO2 o nel consolidamento del territorio le (poche) risorse disponibili?
Mentre ci pensate io chiudo il post, e lo faccio con una vignetta che spiega piuttosto bene dove sta andando il clim…. ehm, il dibattito sul clima 😉
NB: non so se siete andati a leggere i post dei giorni scorsi su questo argomento, ma il nome di Richard Tol, che aveva chiesto che la sua firma fosse ritirata dall’SPM perché non ne condivideva l’assetto finale, in effetti non compare nella lista degli autori che campeggia in testa al documento.
Vogliono spendere miliardi per contenere la forchetta di 2 °C della temperatura media della Terra.
Dalla lettura del seguente grafico si evince che sulla Terra negli ultimi 4’500 anni tale forchetta ha segnato la differenza di 2,5 °C.
http://1.bp.blogspot.com/-HQCJE7CYY3o/UHnd4x_Z8TI/AAAAAAAAAZI/ibE693C7w30/s1600/Global+Warming+italiano.JPG
Poverini! Vogliono fare meglio della natura però con i nostri soldi e non raggiungeranno alcun risultato se non una dirigista spesa pubblica con fiumi e rivoli di spesa che talvolta hanno persino nomi e cognomi.
Io ho scritto che sono delinquenti politici e criminali economici al seguente collegamento:
http://4.bp.blogspot.com/-tRQzHKNhE8Y/Ug-Kiog6KII/AAAAAAAAAoc/sJ5BWNwiOXM/s400/Tariffa+A3+Lug_Set_JPG.JPG
Presumo che nei secoli a venire tutto questo ambaradam verrà studiato come un caso classico di chiusura epistemica (v. http://en.wikipedia.org/wiki/Epistemic_closure )