Ci hanno torturati con l’accordo dal ‘respiro’ globale. Ci hanno malmenati con la crescita sconsiderata del costo dell’energia per assolvere agli alti doveri di Kyoto. E ce l’abbiamo anche quasi fatta, nonostante tutto e grazie alla crisi economica che ha depresso animi, occupazione, PIL e…naturalmente, anche il potenziale emittivo.
Ora, dalle pagine di Nature, non proprio il Giornale dei Piccoli, beccatevi un editoriale in cui il CDM (Clean Development Mechanism) la base dell’accordo di Kyoto che prevede sanzioni e pratiche di riparazione per chi non raggiunge gli obbiettivi prefissati, viene messo alla gogna. Con lui, tutte quelle assurde pratiche riparatorie che vanno anche tanto di moda. Fai un concerto e sei eco-consapevole? Pianta cento alberi e passa la paura. Ma si potrebbe anche pensare alle adunate oceaniche salva clima fatte ora a un capo ora all’altro del mondo, in occasione delle quali si promettono intere piantagioni. Così, tanto per fare un paio di esempi.
Il motivo è semplice, la pratica di carbon offsets, così si dice in inglese e non mi viene in mente come tradurla, è peggio che non far nulla, è priva di leggittimazione scientifica, è pericolosamente ingannevole e quasi certamente contribuisce ad un aumento netto del rateo assoluto di aumento delle emissioni.
Leggere per credere. E poi chiedere indietro la pecunia, come minimo!
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