Si stima che ogni anno muoiano 24.000 persone a causa dei fulmini, mentre i feriti, la cui stima è molto più grossolana si aggirano intorno a 240.000. Alle vittime poi si aggiungono i danni alle infrastrutture, il tempo perso per le attività che vengono sospese (lo sapevate che quando c’è rischio di fulmini si interrompono le operazioni di rifornimento degli aerei, per esempio?).
I fulmini sono una manifestazione atmosferica su cui si è fatta molta ricerca di base ma, al di là della generica e pur difficile previsione spazio-temporale di sviluppo di nubi temporalesche – le uniche in grado di produrne, se e quando queste dovessero produrre scariche elettriche è ancora un territorio abbastanza sconosciuto.
Un gruppo di ricercatori americani ha quindi deciso di provare a sviluppare un sistema di previsione delle scariche elettriche. La scala temporale e quindi il relativo preavviso, naturalmente, non può che essere il brevissimo termine, quello che tecnicamente si definisce nowcasting. Il loro sistema, basato sulle rilevazioni da satellite, i radar doppler e le simulazioni modellistiche, pare sia in grado di ‘centrare’ la previsione dell’insorgere della prima scarica di una nube con uno skill del 90% e un anticipo di 10-15 minuti.
Qui, per chi fosse interessato, il comunicato stampa dell’università dell’Alabama, la stessa dove si seguono le rilevazioni satellitari della temperatura utilizzate anche per questo progetto.
Qui il rapporto ufficiale di un aliante disintegrato in volo da un fulmine:
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http://www.aaib.gov.uk/cms_resources.cfm?file=/dft_avsafety_pdf_500699.pdf