L’elevatissima piovosità sul Centro Nord e la mitezza sono i caratteri salienti del gennaio 2014
Andamento circolatorio (**)
Il mese di Gennaio è stato dominato da un regime circolatorio atlantico (lo stesso proprio della seconda quindicina di dicembre 2013) che si è caratterizzato per il passaggio di perturbazioni in forma di saccature (depressioni a forma di V) che per interazione con sistemi montuosi che circondano il bacino (Pirenei, Alpi) hanno generato minimi di cutoff le cui traiettorie hanno localmente interessato anche l’Italia peninsulare e le isole maggiori. In particolare si evidenziano le due saccature maggiori rispettivamente transitate fra il 17 ed il 21 e fra il 29 ed il 31 gennaio e l’unica fase di prevalente stabilità registratasi fra il 6 ed il 13 gennaio. La topografia media mensile del livello barico di 850 hPa rende ragione di tali condizioni evidenziando il minimo depressionario nordatlantico mediamente localizzato a sud dell’Islanda e l’anticiclone delle Azzorre in posizione assai arretrata rispetto al Mediterraneo, con conseguente predominio sul Mediterraneo di un regime di correnti occidentali moderatamente diffluenti, le quali assumono curvatura ciclonica sull’area italiana.
Conseguenze al suolo di tale regime circolatorio sinottico sono state le temperature al di sopra della norma accompagnate da nuvolosità accentuata e piovosità anomalmente abbondante sul Centro-Nord.
Nel contesto del sopradescritto quadro circolatorio medio si sono poi manifestate una serie di strutture meteorologiche a più bassa persistenza i cui tratti più salienti sono descritti in tabella 1.
Tabella 1 – Sintesi delle strutture circolatorie del mese a 850 hPa (con il termine perturbazioni si indicano grandi saccature atlantiche o depressioni mediterranee o ancora fasi di variabilità perturbata).
Giorni del mese | Fenomeno |
1 gennaio | Campo livellato |
2-5 gennaio | Saccatura da ovest con flusso perturbato meridionale che interessa più direttamente il settentrione (perturbazione n. 1) |
6-13 gennaio | tempo in prevalenza stabile per effetto di un debole promontorio anticiclonico africano insidiato da correnti atlantiche attive a Nord delle Alpi |
14-15 gennaio | Transito di una saccatura da ovest (perturbazione n. 2) |
16 gennaio | Campo livellato (promontorio mobile) |
17-21 gennaio | Transito di una grande saccatura da ovest (perturbazione n. 3) |
22 gennaio | Campo livellato |
23-26 gennaio | Minimo depressionario tirrenico in moto verso sudest fino a divenire minino ionico (perturbazione n. 4). Da venerdì 24 e domenica 26 sull’area padano-alpina regime circolatorio da Nord a debole componente favonica. |
27-28 gennaio | Saccatura da NW che và rapidamente in cutoff scavando un minimo Adriatico (perturbazione n. 5). |
29-31 gennaio | Transito di una grande saccatura da ovest (perturbazione n. 6) |
Andamento termo-pluviometrico
Il prevalere sulla nostra penisola di un regime circolatorio di tipo depressionario è responsabile della rilevantissima anomalia pluviometrica positiva riscontrata sulle regioni nordoccidentali nonché sulla Campania e la Sardegna, segnale decisamente significativo specie sul settentrione. Si noti altresì l’anomalia pluviometrica negativa presente in Calabria, Basilicata e Puglia. La tabella decadale di sintesi per macroaree (tabella 2) indica altresì che l’anomalia pluviometrica positiva al centro-nord si è manifestata in tutte le decadi del mese.
Come elemento aggiuntivo volto a corroborare l’analisi dell’anomalia pluviometrica riporto in tabella 3 i valori precipitativi totali dei 10 mesi di gennaio più piovosi per Milano dal 1763 ad oggi. I dati sono riferiti a Milano Brera per il periodo 1763-2001 ed alla stazione amatoriale da me gestita e localizzata nella parte ovest del centro urbano di Milano per il periodo 2002-2014. Come si nota il 2014 spicca nettamente come gennaio più piovoso dell’intera serie con un valore di 266 mm, pari al 420% rispetto alla norma.
Tabella 2 – Analisi decadale e mensile di sintesi per macroaree – Temperature e precipitazioni al Nord, Centro e Sud Italia con valori medi e anomalie (*).
ITALIA |
NORD |
CENTRO |
SUD |
||
Numero stazioni |
98 |
34 |
30 |
34 |
|
tx_media (°C) |
mese |
12 |
9.3 |
12.2 |
14.7 |
decade 1 |
12.6 |
9.5 |
13 |
15.4 |
|
decade 2 |
12.4 |
8.8 |
13 |
15.5 |
|
decade 3 |
11.2 |
9.4 |
10.6 |
13.4 |
|
tx_anomalia (°C) |
mese |
1.5 |
1.7 |
1.5 |
1.4 |
decade 1 |
2 |
2.2 |
2.1 |
1.7 |
|
decade 2 |
1.9 |
1.3 |
2.3 |
2.1 |
|
decade 3 |
0.8 |
1.5 |
0.3 |
0.4 |
|
tn_media (°C) |
mese |
5 |
3.5 |
4.7 |
6.9 |
decade 1 |
5 |
3.5 |
4.7 |
6.7 |
|
decade 2 |
6 |
4.6 |
5.8 |
7.7 |
|
decade 3 |
4.2 |
2.4 |
3.6 |
6.5 |
|
tn_anomalia (°C) |
mese |
2.4 |
3 |
2.4 |
1.6 |
decade 1 |
2.1 |
3 |
2.2 |
1.1 |
|
decade 2 |
3.3 |
4.1 |
3.5 |
2.4 |
|
decade 3 |
1.7 |
2.1 |
1.6 |
1.4 |
|
rr_media (mm) |
mese |
143.1 |
187.5 |
158.6 |
85 |
decade 1 |
27.6 |
41.9 |
22.1 |
18.2 |
|
decade 2 |
51.6 |
78.6 |
50.3 |
25.8 |
|
decade 3 |
63.9 |
67 |
86.2 |
41 |
|
rr_anomalia (mm) |
mese |
73.8 |
128.5 |
85.3 |
9.1 |
decade 1 |
5.1 |
21.5 |
-3.3 |
-4 |
|
decade 2 |
30.4 |
58.8 |
29.7 |
2.4 |
|
decade 3 |
38.4 |
48.1 |
58.8 |
10.7 |
|
rr_anomalia (%) |
mese |
110 |
205 |
114 |
12 |
decade 1 |
22 |
95 |
-16 |
-19 |
|
decade 2 |
135 |
260 |
122 |
22 |
|
decade 3 |
164 |
245 |
219 |
36 |
Tabella 3 – I dieci mesi di gennaio più piovosi per Milano (serie storica 1763-2014)
anno |
precipitazione totale (mm) |
2014 |
266.0 |
1996 |
211.6 |
1845 |
208.0 |
1977 |
197.0 |
1897 |
192.2 |
1814 |
185.1 |
1800 |
180.8 |
1805 |
180.8 |
1886 |
180.1 |
1948 |
169.1 |
Media 1763-2014 |
62.7 |
Preciso infine che redigendo queste elaborazioni mi sono accorto che due stazioni della rete agrometeorologica nazionale davano valori di precipitazione totale mensile a prima vista inattendibili (San Michele all’Adige – TN – con 52.1 mm e Verzuolo – CN – con 67.6 mm).
Ho verificato giungendo alle seguenti conclusioni:
- San Michele all’Adige dev’essere senz’altro rimossa dall’analisi poichè ha dato 52.1 mm mentre Meteotrentino (http://www.meteotrentino.it/analisiMM/precipitazioni_gennaio_2014.pdf) segnala 158 mm per Trento, che da san Michele dista 15 km circa. Per la mia analisi delle precipitazioni ho pertanto adottato il dato di Trento di fonte Meteotrentino.
- Il dato di Verzuolo è da ritenere valido in base alla carta dell’anomalia precipitativa di gennaio prodotta da Arpa Piemonte e riportata dal Quotidiano piemontese (http://www.quotidianopiemontese.it/2014/02/05/riprendono-le-piogge-sul-piemonte-un-gennaio-da-record-94-nel-novarese-1746/#.UvdPHIWGdgA). Dalla carta emerge che il Piemonte sud-occidentale è rimasto in ombra rispetto al flusso perturbato occidentale che ha dominato il periodo, giustificando dunque il valore totalizzato a Verzuolo
___________________________________
(*) LEGENDA: Tx sta per temperatura massima (°C), tn per temperatura minima (°C) e rr per precipitazione (mm). Per anomalia si intende la differenza fra il valore del 2013 ed il valore medio del periodo 1993-2012. Le medie e le anomalie sono riferite alle 98 stazioni della rete agrometeorologica nazionale di CRA-CMA. Per Nord si intendono le stazioni a latitudine superiore a 44.00°, per Centro quelle fra 43.59° e 41.00° e per Sud quelle a latitudine inferiore a 41.00°. Le anomalie termiche sono evidenziate con i colori (giallo o rosso per anomalie positive rispettivamente fra 1 e 2°C e oltre 2°C; azzurro o blu per anomalie negative rispettivamente fra 1 e 2°C e oltre 2°C) . Analogamente le anomalie pluviometriche percentuali sono evidenziate con i colori ( azzurro o blu per anomalie positive rispettivamente fra il 25 ed il 75% e oltre il 75%; giallo o rosso per anomalie negative rispettivamente fra il 25 ed il 75% e oltre il 75%).
____________________________________
(**) Questo commento è stato condotto con riferimento ad una normale climatica che per le temperature massime e minime è costituita dalla media ventennale 1993-2012 e per le precipitazioni dalla media 1995-2012 riferita ai dati della banca dati agrometeorologica nazionale di CRA-CMA (www.cra-cam.it). I dati del periodo in corso sono stati attinti sia dalla banca dati CRA-CMA. L’analisi circolatoria si è riferita a dati NOAA NCEP (http://www.esrl.noaa.gov/psd/data/histdata/). Come carte circolatorie di riferimento si sono utilizzate anzitutto le topografie del livello barico di 850 hPa in quanto rende in modo molto efficace l’effetto orografico di Alpi e Appennini sulla circolazione sinottica. A tale base si son poi associate considerazioni relative alla media ed alta troposfera.
Mi chiedo se sia statisticamente probabile a seguire una primavera fredda e asciutta.
Perfetto, qui a Milano Gennaio può restare asciutto per 4 anni… 😉
Il valore della media pluviometrica del mese di gennaio a Milano 1763-2014 è corretto?
Ciao, Donato.
Certo che è corretto. L’Inverno a Nord del Po fa registrare di norma il minimo pluviometrico principale dell’anno (il minimo pluviometrico secondario è invece in estate). Pertanto i 62.7 mm sono un valore del tutto in linea con la climatologia dell’area.
Per completezza ti dò anche le medie di genaio per i trentenni più vicini a noi:
media 1971-2000: 74 mm
media 1981-2010: 58 mm
Per la miseria, siamo proprio di MOLTO sopra media!
A dire il vero avevo pensato ad un errore: mai avrei immaginato che fossimo andati così in su: 200 mm sopra media.
Guardando le medie degli anni più piovosi avevo pensato che quella generale fosse superiore a 100 mm: mi sbagliavo di grosso! 🙂
Ciao, Donato
Credo che l’anomalia pluviometrica e termica di questo inverno 2013-2014 nasca dal grande blocco che persiste da tempo sugli Usa e di cui abbiamo recentemente discusso in un post sui CM (http://www.climatemonitor.it/?p=34842).
A valle di tale enorme blocco (che sugli Usa causa caldo e siccità sulla west coast e una anomalia negativa potente sulla costa orientale) le westerlies assumono un comportamento oltremodo anomalo, interessando l’Europa con una forza ed una persistenza del tutto inusuale per il periodo invernale e che si traduce in un’anomalia pluviometrica rilevantissima su centro Europa ed Italia centro-settentrionale.
In proposito si tenga conto che di norma il Nord Italia vive in inverno un minimo pluviometrico che è un tipico segnale centro-europeo, legato all’attenuarsi invernale delle westerlies, di norma contrastate da robusti regimi circolatori da est, forieri di gelida aria polare continentale.
Pertanto i massimi pluviometrici del Centro-nord Italia, così come le alluvioni in UK, sono un sintomo evidentissimo dell’anomalia di questo inverno 2013-2014.
Sottolineo infine che per capire cosa causa una tale anomalia occorre prima chiarire il perché dei grandi blocchi come quello americano (e su questo mi pare che siamo ancora ben lungi da una spiegazione meccanicistica, il che preclude ogni reale capacità previsionale).
Una ricerca non CO2 – centrica dovrebbe a mio avviso occuparsi in modo prioritario di questi temi, anche utilizzando i GCM. D’altro canto ad enormi strutture di blocco si legano la dust bowl degli anni ’30 negli USA (circa la quale ricordo i classici lavori climatologici di Namias) o l’estate 2003 in Europa (in merito alla quale ricordo soprattutto la demagogia di Gore).