Si potrà pensare al definitivo trasferimento della scienza del clima nell’esoterismo, con tanto di strani simboli ed oggetti oscuri, atti ad aprire una finestra sugli accadimenti del futuro del clima. Finalmente la soluzione.
Invece no, si tratta di un esercizio di stile in cui si sono cimentati all’Australia National University. Raccogliendo le proiezioni sui pattern delle precipitazioni così come elaborate dai venti modelli di previsione climatica impiegati dall’IPCC, hanno costruito un atlante del ciclo dell’acqua. Attenzione, non è un istantanea, di per sè già impossibile da realizzare, ma è una proiezione dinamica che arriva fino alla fine di questo secolo.
Destinazione d’uso l’attività agricola, le infrastrutture, la protezione civile e quant’altro. Tutti nobili scopi raggiunti alla modica cifra di novantacinque dollari. Valore intrinseco dell’opera enorme, perchè nessuno sa quanti bilioni di dollari è costato raccogliere e generare le informazioni contenute in quest’opera. Valore reale sconosciuto, come sconosciuta è l’attendibilità di queste proiezioni.
Non è questione di uso del principio di precauzione o meno, mi chiedo se qualcuno ha mai pensato che in casi come questo proprio l’applicazione di tale principio dovrebbe suggerire di non lanciarsi in operazioni del genere. Come si fa a correre il rischio che privati cittadini, intere categorie professionali o peggio le istituzioni, possano prendere delle decisioni sulla base di indicazioni prive di alcun fondamento pratico riscontrabile? Quale assurdo livello di presunzione può innescare un simile meccanismo?
Non so rispondere, non so se sia peggio sperare che si sbaglino per non avere a che fare con tali disastri climatici -ammesso e non concesso che lo siano-, o che abbiano ragione, per evitare che le risorse impiegate per seguire questa isteria siano completamente perdute. Una cosa è certa, non si sono minimamente posti il problema di non aver ragione.Vada come vada non sono belle prospettive.
La ricerca in campo non climatico, come ad esempio quello medico, è fatta anche di ricerca di base che ha unicamente come scopo quello di approfondire le conoscenze nel campo: anche se si prende una strada sbagliata non è mai tempo perso…
Anche i modelli in questo senso, nella maniera più prudenziale possibile, non sono mezzi errati a priori, ma tentativi più o meno leciti di modellizare il sistema…ognuno poi può crederci o meno…fatto sta che sono l’unico mezzo di previsione e un’occhiatina di riguardo bisogna dargliela…
Tra l’altro inoltre non mi sembra nemmeno che l’opera si prefigga di dimostrare l’AGW quanto piuttosto di fornire degli scenari di previsione del Ciclo dell’Acqua.
Dubito poi che una ricerca di simulazione sia costata bilioni di dollari…
Non credo che tu abbia colto il senso delle mie considerazioni. E’ chiaro che la ricerca di base è necessaria, anche attraverso la modellizzazione ovviamente. Il punto è che pubblicazioni come questa si prefiggono lo scopo (scritto nelle dichiarazioni d’intenti nello stesso documento) di fornire indicazioni per le decisioni. In questo modo si dà all’utenza l’impressione di possedere delle conoscenze acquisite e questo non è vero. Quanto alle risorse impiegate il riferimento è ovviamente all’enorme quantità di denaro spesa nella realizzazione degli strumenti su cui si basa questa pubblicazione. Strumenti utili, anzi come detto necessari, ma certamente anche molto sovradimensionati a netto svantaggio dei metodi d’indagine tradizionali. In questo documento non c’è necessità di dimostrare l’AGW, perchè si da per scontato che sia così e, ancora una volta questa è una enorme bugia.
gg