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Perché aumentano i costi dei disastri naturali?

Ogni volta che capita un evento di forte maltempo si torna a sentire la solita litania dell’aumento degli eventi intensi che accmpagnerebbe i cambiamenti climatici, ovviamente solo quelli che avrebbero origine nelle attività umane. E questo accade nonostante sia ormai noto che l’associazione tra le recenti dinamiche del clima – a prescindere dalla loro origine, e gli eventi meteorologici estremi non è possibile, soprattutto per indisponibilità di dati.

 

Però i costi aumentano e questo preoccupa tutti. Da un lato perché forse dopo aver lottato per secoli e spesso con successo contro la Natura aumentando notevolmente la resilienza del nostro habitat, ora il disordine, gli interessi economici e la scarsa attenzione alle problematiche inerenti la sicurezza, corrono il rischio di farla scendere di nuovo. Dall’altro perché questi costi in qualche modo devono essere coperti, o dalle istituzioni o, come sempre più spesso accade, dal mercato assicurativo.

 

Potrà quindi essere di vostro interesse leggere un articolo uscito su trebol pochi giorni fa. L’analisi è stata condotta in Australia, ma leggendolo vi accorgerete che potrebbe essere stato scritto in qualunque parte del mondo. Giusto un paio di estratti come appetizer, cioè l’inizio e la fine dell’articolo:

 

E’ una visione largamente sostenuta quella che vuole che il cambiamento climatico generato dalle attività umane stia aumentando i costi dei disastri naturali. Questa percezione è falsa. Mentre è innegabile che i costi economici dei disastri naturali stiano aumentando rapidamente, lo stanno facendo a causa della crescente concentrazione della popolazione e del benessere nelle aree esposte al rischio. Sin qui gli studi sulle assicurazioni di lungo periodo sulle serie storiche delle perdite economiche causate da disastri come cicloni tropicali, alluvioni, incendi e tempeste, sono stati incapaci di identificare un contributo dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo. Questo è vero per molti diversi pericoli naturali e per zone diverse.

[…]

Sicché cosa si può fare? Mentre è difficile influenzare la probabilità di eventi estremi, cioè il rischio, abbiamo invece il controllo di dove e come costruiamo. Il successo delle norme migliorative delle costruzioni residenziali nelle aree dell’Australia esposte ai cicloni dimostra quanto si può ottenere dalla volontà politica. E ogni azione che aiuti la società ad adattarsi all’attuale variabilità climatica allevierà l’impatto di ogni clima futuro. In conclusione, è improbabile che le assicurazioni possano essere materialmente minacciate dal cambiamento climatico antropogenico. Tuttavia le assicurazioni possono giocare un ruolo importante valutando economicamente il rischio di conseguenza, mandando quindi chiari segnali di prezzo ai proprietari e ai governi per incoraggiare comportamenti che il rischio lo riducano.

 

Che ne dite? Lo teniamo in caldo per la prossima alluvione?

 

 http://www.mapfre.com/mapfrere/docs/html/revistas/trebol/n67/en/articulo1.html

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Published inAttualità

2 Comments

  1. Uberto Crescenti

    La valutazione del rischio per causa di fenomeni naturali (Alluvioni, frane, terremoti principalmente) prende origine dalle società di assicurazione in America. Attualmente la valutazione si è difuusa in tutto il mondo. Per questo scopo gli eventi naturali vengono considerati per la loro intensità e probabilità di accadimento , mentre i cosiddetti beni a richio in funzione delle loro caratteristiche costruttive e del loro valore. Alla fine del percorso di valutazione si arriva a quantificare il costo del danno (epsresso in soldoni) che ci si attende a causa del verificarsi dell’evento naturale preso in considerazione. Purtroppo assistiamo sempre, quando si verificano alluvioni, eventi meteorici estremi, a dichiarazioni che tutto ciò è colpa del riscaldamento globale, ed in particolare dell’attività antropica. La storia non viene mai presa in considerazione, perchè contrasterebbe con tali dichiarazioni; fli eventi catastrofici si sono sempre verificati anche con intesità e frequenza superiori ad oggi. Manca solo che si attribuisca all’uomo l’innesco di terremoti. In verità i soliti ambientalisti bene informati (sic) hanno sostenuto che i terremoti verificatesi in Emilia e Romagna erano collegati alle ricerche di idrocarburi effettuate dall’ENI in quella regione, e quindi al solito un vento naturale attribuito invece alle attività antropiche. Ne dovremo sentire ancora per tanto tempo di queste assurde affermazioni; viviamo in un’epoca in cui la scienza non è utilizzata per fare conoscenza. Questa per me è una delle cause principali della crisi economica che stiamo vivendo.

  2. flavio

    ” le assicurazioni possono giocare un ruolo importante valutando economicamente il rischio di conseguenza, mandando quindi chiari segnali di prezzo ai proprietari e ai governi per incoraggiare comportamenti che il rischio lo riducano”

    qualcuno pensa veramente che se due case identiche, a cento metri una dall’altra, si troveranno a dover pagare diversamente un’assicurazione contro le alluvioni sarà perchè una è in cima a un montarozzo e l’altra in fondo a un avvallamento? o una nella golena e l’altra dietro gli argini?

    immediatamente salterà su un’associazione di consumatori o per i diritti dei gay o degli immigrati, degli ebrei o dei sikh, degli zingari o degli allevatori di capre, di quelli con l’orecchio destro più grande del sinistro o dei mangiatori di ravioli, dei fratturati al primo metatarso del piede sinistro o dei giocatori di go per cui quella è una discriminazione gratuita, infondata e inaccettabile e che le assicurazioni private vanno chiuse e tutte quelle tutele sono diritti sacri che devono essere forniti aggratis dallo stato

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