Roger Pielke Jr ha pubblicato un post interessante qualche giorno fa. Quelle che seguono sono due immagini piuttosto eloquenti che mettono in evidenza come a partire dagli anni ’50 ci sia stata una forte accelerazione nella diminuzione dei ‘poveri’ nel mondo e una altrettanto forte impennata dello sviluppo economico.
I poveri nel mondo sono nella fattispecie quanti vivono con meno di 1$ al giorno, mentre lo sviluppo è espresso con il PIL globale.
Come riportato nel post di Pielke e in questo documento del 2011, lo sviluppo “appare essere una condizione necessaria, benché non sufficiente per la riduzione della povertà nel mondo“. Gli amanti della decrescita sono serviti.
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Un recente ed interessante aggiornamento su queste riflessioni si trova qui:
http://www.mauldineconomics.com/frontlinethoughts/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=frontline
(richiede un’iscrizione gratuita)
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L’autore, un analista finanziario inusualmente eclettico, affronta il problema della presunta insostenibilità del tasso di innovazione attuale. Lascio al lettore le conclusioni, ma alcuni dei dati riportati danno molto da pensare.