Se provate a cercare Natale in “google – immagini” troverete solo i simboli consumistici del Natale stesso (alberi di Batale, babbi natale rubicondi, addobbi natalizi). Quel che non si trova è il presepe, che per chi è cristiano è il vero simbolo del Natale, quello da cui la festività trae origine, un simbolo che la gente fino a 50 anni orsono capiva benissimo, anche perché nel mondo rurale si trascorrevano le serate invernali nelle stalle, il solo luogo caldo della casa.
Prima riflessione: non sarà forse che dietro il nascondimento del simbolo natalizio (quello che san Francesco raffigurò nel primo presepe) si nasconde il fatto che in nome del Politically Correct qualcuno, ovviamente senza avvisarci, ha deciso di scristianizzare la festa?
Seconda riflessione: Io insegno agronomia e mi è capitato di vedere alcuni miei studenti che, portati a visitare un’azienda agricola, si turano il naso per il disgusto quando entrano nella stalla. D’altronde provate a far disegnare una vacca (pardon, mucca) ad un bambino; ne scoprirete delle belle….nel senso che pochi ormai sanno com’è fatta.
Torno dopo una lunga assenza 🙂 a scrivere qualche commento e ne approfitto per rivolgere a tutto CM un caloroso augurio di buone feste (tardivo, ma mai inopportuno).
Due considerazioni piccole, piccole.
Durante la mia infanzia mi è capitato di frequentare cascinali in cui la stalla era il luogo principale della casa: una semplice staccionata di tavole sconnesse separava la stalla vera e propria dal “locale” in cui si preparavano e consumavano i cibi. Oggi come oggi una cosa simile farebbe perdere l’appetito a tutti, ma a quell’epoca era un fatto non normale, ma accettabile. Gli animali, del resto, erano indispensabili per garantire il sostentamento della famiglia in quanto unica forza motrice nei lavori agricoli e unica fonte finanziaria per superare le difficoltà della vita: in caso di matrimoni, funerali, spese impreviste, ecc. ecc., si vendeva una mucca e si tirava avanti. Il contadino, pertanto, considerava gli animali quasi come dei componenti della famiglia: li utilizzava, li accudiva e li rispettava (essi sì che erano veri animalisti, non quelli che, purtroppo, abbiamo conosciuto negli ultimi giorni a proposito della vicenda della studentessa ammalata ed insultata in rete).
Altra considerazione, infine, riguarda il presepe. Io sono un appassionato di arte presepiale e mai tralascerei di dare uno sguardo ad un presepe. Tra l’altro sono anche un costruttore di presepi secondo la tradizione napoletana del sughero e del muschio (nella mia tavernetta ne ho realizzato uno di 2,40 m di lunghezza, 1,20 m di larghezza e che si sviluppa su quattro livelli). In esso ho cercato di affiancare alle scene classiche della tradizione alcune immagini della civiltà contadina che ancora ricordo (l’aratura del terreno con una pariglia di buoi, la preparazione del formaggio, la frangitura delle olive, l’uccisione e lavorazione casalinga del maiale e via cantando). Ho iniziato a costruirlo circa venti anni fa e, anno dopo anno, lo trasformo e cerco di inserirvi nuove scene e nuovi ambienti: alla faccia del politicamente corretto di scuola belga o francese!
Anche perché sono dell’avviso che senza essere fieri delle proprie radici, non si riuscirà mai ad accettare le radici degli altri. E lo stesso vale per gli usi, i costumi e le tradizioni.
Si noti che nel presepe assistiamo (sia nella forma tradizionale che in quella riveduta da me) ad un connubio inscindibile tra uomini ed animali: non potrebbe esistere il presepe senza le pecore, i maiali, le mucche, gli asini e via cantando. E con questo ci siamo riconnessi alla prima considerazione.
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p.s.: adesso vi lascio in quanto ho in programma l’esecuzione di un’altra “operazione culturale” di origine millenaria che mi occuperà per le prossime tre ore. 🙂
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Ciao, Donato.
Auguri di Buon Natale a Lei, col. Guidi, e a tutto CM.
Edo da Torino
E qui il punto a cui siamo arrivati con la laicità alla francese: http://www.tempi.it/francia-il-laicismo-anticristiano-non-ha-limiti-ai-ferrovieri-viene-ordinato-di-coprire-il-presepe-viola-la-neutralita#.Ura4QDdjX4R
Ma no, che dici, senza avvisarci? In Belgio già la scorsa primavera il governo ha emanato direttive per sostituire Pasqua con “Festa di Primavera” e Natale con “Vacanze d’Inverno”; vuoi mica che qualcuno si offenda?
Per la seconda domanda: prova a chiedere ad un bambino cittadino medio se il pollo ha due o quattro zampe e ne sentirai delle belle…