L’immagine in testa a questo post rappresenta un collage dell’attività dei cicloni tropicali nel corso del 2013. Dati preliminari e passibili di modifiche, che tuttavia difficilmente potranno alterarne il significato in modo consistente. Viene dal blog di Roger Pielke jr che, sempre con gli stessi dati preliminari, ha aggiornato quanto pubblicato l’anno scorso sulla stessa materia. In pratica, il dataset e le dinamiche dell’attività dei cicloni tropicali che hanno ‘toccato terra’ dal 1970 si arricchisce di un anno. La notizia è che quello che si avvia a conclusione è stato a livello globale e per questi specifici eventi un anno sostanzialmente nella media (15 ‘atterraggi’, media 14.7 e 5 di eventi intensi, media 4.7).
Quella qui sotto, invece, è la rappresentazione grafica del dataset aggiornato.
Di seguito alcune statistiche:
- Dal 1970 al 2013 ci sono stati in media 15 ‘atterraggi’ all’anno. (Categoria 1-5)
- Di questi 15, circa 5 sono intensi (Categoria 3,4 o 5)
- Il 1971 ha visto il numero più alto di atterraggi, 30, con il secondo posto molto lontano, il 1996.
- Il 1978 è stato l’anno più ‘povero’, con 7 eventi.
- Il 2011 segue nella classifica degli anni con meno eventi con 10 (3 intensi, come nel 1973, 1981 e 2002)
- Sono 5 gli anni con il maggior numero di eventi intensi, 9, e il più recente è il 2008.
- Il 1981 ha avuto il minor numero di eventi intensi, zero.
- Gli USA sono attualmente nel più lungo periodo mai registrato privo di ‘atterraggi’ di uragani intensi.
- Negli ultimi 4 anni ci sono stati 15 eventi intensi che hanno raggiunto la terraferma, numero nella parte più bassa della statistica ma non senza precedenti; il periodo 1981-1987 ne vide solo 11. Il periodo più attivo è il 2005-2008, con 35 eventi.
- Negli ultimi 4 anni ci sono stati in totale 51 ‘atterraggi’, sempre in basso nella statistica, il periodo con attività più bassa è 1878-1981, con 41; e il periodo recente con attività più intensa (80 eventi) è il 2004-2007.
- Ci sono stati molti periodi con più di 25 atterraggi di eventi intensi in 4 anni, o con una attività più elevata di quella degli ultimi 4 anni di circa il 60%.
Dal grafico si notano anche altre cose. Il periodo prima del 1970 ha visto più atterraggi di eventi intensi di quanto sia accaduto dopo. Dati più vecchi dal Nord Atlantico e dal Pacifico nordoccidentale (il 64% di tutti gli eventi intensi è arrivato da lì, così come il 69% di tutti gli eventi, nel periodo 1970-2010) indicano che gli atterraggi di eventi intensi in quelle due aree sono stati del 40% più numerosi tra il 1950 e il 1969 rispetto al periodo 1970-2010. In pratica in quelle aree ci furono nel 1964 e 1965 9 atterraggi di eventi intensi, cioè tanto quanto il numero massimo di atterraggi intensi per tutti i bacini nel periodo post 1970.
Dati scarsi (in senso temporale) e poco intellegibili. Ma non pare proprio che siano dati che indicano una qualsiasi reazione dell’attività dei cicloni tropicali alla tendenza all’aumento delle temperature. E sarà bene ricordare che per quanto rappresentino solo una parte – per fortuna minoritaria – degli eventi, quelli che arrivano a terra sono “il problema”, perché sono quelli che fanno i danni e uccidono la gente.
L’uragano più violento a Galveston, Texas.
Nel 1900 un uragano spazza l’isola con venti oltre 160 Km/h e provoca un onda alta oltre 6 m. Si valuta che siano morte 8000 persone