Eccoci qua, con il Paese per metà alle prese con la neve e praticamente tutto intirizzito dal freddo. Un altro successone per le previsioni del tempo, quelle che non osano andare oltre la settimana, un altro bagno di sangue per quelle con cui si prova a guardare più lontano.
Un mesetto fa, ma anche meno, diciamo venti giorni, si tiravano le somme del mese di ottobre, un mese piuttosto caldo per il nostro territorio. Sull’onda emozionale di tanta calura sono state redatte da più parti delle previsioni per il mese di novembre con il metodo classico, quello della persistenza. Farà caldo pure a novembre e, perché no, anche per un bel pezzetto di dicembre. C’è da dire, tra l’altro, che anche i modelli più complessi lasciavano intravedere un periodo piuttosto mite. Anche chi scrive, naturalmente presso ambiti che non amo mescolare con le nostre discussioni, non ha fatto molto meglio. Magari non si sarà parlato di super-caldo, ma questa botta fredda, con pochissime eccezioni che magari approfondiremo in un altro momento, davvero non se l’aspettava nessuno.
Qui, per esempio, quanto anticipato ai primi del mese. E qui sotto, con la solita sagacia, il commento dell’amico Fabio Spina su La nuova Bussola Quotidiana:
Ma non doveva fare caldo a novembre?
Questi ‘inconvenienti’ non capitano più da tempo con le previsioni a breve e medio termine, perché i sistemi impiegati, che hanno l’enorme pregio di essere costantemente soggetti a verifica e correzione, sono diventati ormai davvero affidabili. Succede spesso con le previsioni a lungo termine, diciamo fino al mese, perché i sistemi di cui sopra e il sistema climatico per se, non riescono ancora a mettersi d’accordo. Succede quasi sempre con le previsioni stagionali, specie se riferite alle proiezioni sull’occorrenza di specifici eventi.
Dopodomani per esempio si chiude la stagione degli uragani in area atlantica. A maggio, ripetendosi poi a fine luglio, la NOAA aveva diffuso delle previsioni di una stagione intensa, con numero di tempeste “nominate” superiore alla media, numero di queste che sarebbero evolute in uragani anch’esso eccedente la norma e, infine, numero di uragani intensi, valore 3 o superiore della scala di riferimento, sempre eccedente le attese climatiche. Le condizioni, leggevamo allora, sono favorevoli all’insorgenza di questi eventi e tali resteranno per tutta la stagione.
E invece, come forse molti sapranno o avranno semplicemente immaginato perché quest’anno si è parlato solo di quanto avveniva nell’Oceano Pacifico, l’Atlantico ha visto formarsi 13 tempeste tropicali (una oltre la media di 12), ma solo due di queste sono evolute in uragano, senza mai superare il primo gradino dei cinque di cui è composta la famosa scala di cui sopra. Curiosamente, gli amici della NOAA si prodigano a spiegare il perché, ma non fanno il minimo cenno alla debacle del sistema di previsioni, sebbene quella che si avvia alla chiusura pare sia stata la stagione degli urgani atlantici più debole degli ultimi 30 anni. C’è da capirli, non sono situazioni simpatiche. E, comunque, tutto il resto dei cittadini USA non può che rallegrarsi e correre a giocarsi i numeri, perché la cabala dice anche che è stato stracciato, no, doppiato, il record del numero di giorni senza che un uragano di categoria tre o superiore abbia toccato il loro territorio. E’ una fortuna che purtroppo non può durare.
In tutto questo, quando sempre chi scrive non fa mistero di scervellarsi a ‘gettare il cuore oltre l’ostacolo’ spesso e volentieri sebbene con pochissima fortuna, quando tutti gli altri fanno la stessa cosa anche con grande clamore mediatico come abbiamo visto più su, quando i più bravi di tutti ‘bucano’ clamorosamente la previsione più importante dell’anno, qualcuno ancora racconta che si può dar credito a chi dice di sapere come sarà il clima tra 10, 30, 50 e 100 anni, e come saranno i suoi derivati, cioè uragani, tornado, cicloni extratropicali et similia.
Meditate gente, meditate.
Fabrizio – l’Artico ha avuto importanza strategica dal 1940 in poi quindi qualcuno i dati sui ghiacci ce li ha. Il mio amico suyts ha avuto fortuna e ne ha trovato un po’ dal 1973
http://suyts.wordpress.com/2013/11/28/oh-what-a-tangled-web-we-weave-arctic-ice-data-found-confirms-steve-goddards-info/
a proposito di previsioni (a lungo termine), una voce controcorrente….
http://www.meteoweb.eu/2013/09/boom-dei-ghiacci-artici-gli-esperti-e-solo-linizio-le-temperature-diminuiranno-fino-al-2050/224787/
gli esperti: “è solo l’inizio, le temperature diminuiranno fino al 2050″…… ah, però……
Yawn. E’ veramente stucchevole sentire previsioni da qui al 2050, siano di caldo o di freddo, visto che si capisce benissimo che per ora nessuno è in grado di farle. Invece è interessante qualche particolare riportato dall’articolo: ad esempio che il Passaggio a Nord Ovest quest’anno ha dato buca (cosa che nessun telegiornale, per esempio, ha ripotato).
Non capisco invece il riferimento alla crisi dei ghiacci artici degli anni ’20 e ’30: è la prima volta che ne sento parlare e pensavo che gli unici dati affidabili fossero quelli satellitari a partire dagli anni ’70.
In effetti nell’era dei satelliti la qualità dei dati di superficie glaciale è di molto migliorata e tuttavia di lavori scientifici sulla crisi dei ghiacci artici negli anni 20-30 (o meglio 30-40) ve ne sono parecchi. Basta ad esempio vedere in http://www.climate4you.com/ alla voce di menu “sea ice” -> vi sono diagrammi che riportano le coperture glaciali marine dal 1860 e dal 1900 con i relativi riferimenti biblio.
Sulla crisi dei ghiacci artici degli anni 30-40 c’è poi un riferimento letterario da Nabokov (Lolita), che per la verità sarebbe da controllare perché cito a memoria cose lette anni orsono: il protagonista infatuato di Lolita viene incoraggiato dal proprio psichiatra ad aggregarsi ad una spedizione polare di biologi che studieranno gli effetti della mitigazione del clima sulle volpi artiche.
Al cicap sono dei fissati anti-paranormale, poco interessati alla para-scienza che si traveste da normale
Adesso si chiamano in modo leggermente diverso.
Hanno sostituito la P di Paranormale con la P di Pseudoscienze
Senza dubbio le previsioni per questo Autunno 2013 mi sono sembrate ben centrate invece, anche dal vostro bellissimo portale meteo: Io parlo di dati storici del NE e questo Novembre ha stabilito nuovi record di caldo almeno fino a 20 novembre, con medie anomale anche di 3/3,5°C. Ora l’attuale fase fredda, pur apprezzabile ha portato giornate limpide e serene, non certo clima invernale come è successo sul versante Adriatico. Cosa straordinaria poi la mancanza di nebbie in questo Autunno 2013, ma un numero impressionante di temporali, non certo consoni per le nostre zone in tardo Autunno. Volevo farvi i complimenti, siete veramente un portale fantastico, con articoi interessantissimi. Oltre a lei Guidi ricordo anche il bravissimo Bonelli che di stagionali era sempre spesso puntuale ed esauriente.
Grazie Andrea, quando poi qualcuno si ricorderà che autunno e primavera sono stagioni di scambio, quindi di elevato gradiente, importanti sbalzi termici e molta dinamicità atmosferica alle medie latitudini con conseguenti eventi intensi sarà sempre troppo tardi.
gg
A me sembra che ci siano state anche giornate invernali, eccome: minime fino a -5°C nella zona di Camposampiero (Alta Padovana), e di -6.8°C a Galzignano (ai piedi dei Colli Euganei), oltre a gelate diffuse su tutto il territorio. Massime costantemente sotto i 10°C, nonostante l’aria secca ed il soleggiamento. Non e’ inverno questo?
Il CICAP si era interessato a faccende climatiche, anche attraverso una intervista al sottoscritto pero’ pesantemente contestata, forse trovate ancora spazio per chiedere. penso pero’ che in quell’ambiente sia molto presente e condiviso l’IPCC pensiero…quindi inverni molto caldi immagino.
Infatti, così caldi da morire di freddo Teo.
gg
Confermo, Anche a me risulta che il CICAP abbia “sposato” la teoria AGW.
Non commento mai per mancanza di basi scientifiche, ma vi leggo sempre.
A tal proposito ricordo un articolo letto da poco:
http://www.cadoinpiedi.it/2013/10/30/linverno_questanno_non_arriva_non_mettete_via_il_costume.html
Per il resto, visto che il CICAP et similia fanno ogni anno i check per verificare quante previsioni dei cartomanti si avverano nel corso dell’anno, sarebbe carino fare una cosa simile (se lo facesse il CICAP sarebbe il massimo) relativamente alle previsioni di tempo e clima: soprattutto di quelle che hanno una sicumera dovuta alla fede nel cambiamento climatico antropico.
Perché alla fine io penso che previsioni a 1, 10, 50 o 100 anni non abbiano nulla di scientifico: non sono previsioni, sono vaticini di indovini.
Le previsioni di freddo rimandato a fine anno o inizio 2014 mi avevano quasi spinto a non comprare le gomme invernali (è la prima volta che le prendo, dopo qualche anno di dubbi). Meno male che invece le ho prese: sabato devo andare a Milano ed è prevista neve in pianura e sicuramente sull’Appennino Ligure. Lo scrivo per far capire aneddoticamente come poi l’uomo della strada debba cavarsela con le previsioni e la valutazione della loro affidabilità.
PS Per un genovese l’acquisto delle gomme invernali non è una scelta semplice. Non per quello che, maliziosi, state pensando a proposito della parsimonia; ma perché, a differenza di tutto il resto del nord, chi vive a Genova città si gode un certo numero di gradi in più, quasi sempre sopra la soglia dei 7 Celsius che dovrebbe fare la differenza di rendimento con la mescola invernale. Tutto si risolve sulla previsione di quanto si viaggerà in auto per lavoro fuori da questa isola di temperatura mite…
Fabrizio,
il tuo esempio, per quanto semplice, è però perfettamente calzante. Io sogno un mondo dove questo tipo di informazioni siano pensate, organizzate e diffuse con l’unico scopo di essere utili, che sia possibile attribuir loro un valore, pratico o di servizio, che metta anche definitivamente chi le tratta davanti alla responsabilità di vedere il proprio contributo quantificato e quantificabile. Questo eliminerebbe immediatamente chi con queste cose ci gioca o, peggio, ci lucra. In quel mondo, quel che non è possibile fare semplicemente non sarebbe fatto, pena vedere azzerato il valore del proprio contributo. Ci sarebbe ancora spazio per sbagliare, certo, ma si tratterebbe di errori di sistema e non di casualità, nel senso che oggi con questi argomenti si può anche tirare a indovinare, tanto mai nessuno si prende la briga di andare a controllare.
Sogno troppo? Spero di no, perché quel poco che mi riesce di dormire mi piacerebbe metterlo a frutto.
PS: ammetto di aver sorriso a metà del tuo commento! 🙂