Come lo chiameranno, peak iron, peak copper, peak aluminiun? La geniale ‘invenzione’ del peak oil di qualche decennio fa in fondo ha premiato. Per carità, il petrolio non è finito, ma vuoi mettere quanta fortuna hanno fatto i profeti della sua fine?
Ora, per la serie non si può stare mai tranquilli, a quanto pare siamo punto e a capo. Da Nature Geoscience e da qui (parecchio più semplificato), giunge l’allarme per l’insostenibile impiego di risorse minerarie di base per l’implementazione del passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili. Un certo numero di ordini di grandezza in più di alluminio, cemento, acciaio (sì, quello che va tanto di moda in Italia), rispetto a una domanda che già supera l’offerta e a ratei di utlizzo in continua crescita.
Picchisti del nuovo secolo? Può darsi. Certo però che per prospettare il solito futuro di difficoltà politiche, conflitti e austerità varie, potevano anche utilizzare una fonte diversa dal WWF come base dati per il futuro impiego delle rinnovabili. Come dire, gli amici del Panda non è che siano così bravi con le previsioni.
Ad ogni buon conto, per chi fosse convinto che le torre eoliche siano di pan di zucchero e i pannelli solari di glassa, ecco una buona ragione per riflettere. Stando ai loro calcoli, gran parte dell’energia che queste risorse produrranno in futuro servirà per…produrre loro stesse. Le chiameremo risorse socialmente utili.
NB: grazie a Uberto per la segnalazione.
C’e’ una cosa che mi suona strana per l’acciaio: “rispetto a una domanda che già supera l’offerta”. Credevo che l’attuale offerta di acciaio – specie a causa della sovrapproduzione cinese – fosse superiore alla domanda, parlando globalmente.
In ogni caso, sono pienamente d’accordo con l’articolo! Molta gente sembra pensare che le fonti rinnovabili siano gratis et amore dei, e non invece lo step finale di un lungo procedimento INDUSTRIALE. Poi s’inventeranno qualche nuovo “peak” (rame, ferro, cadmio o altro) per specularci sopra.