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Il Martello

Nel giugno 2007 abbiamo pubblicato un post che iniziava con questa frase di Arthur Schopenhauer:

“Non esiste opinione, per quanto assurda, che gli uomini non abbracceranno prontamente non appena essi giungano alla convinzione che sia accettata universalmente.”

Per certi aspetti molti dei nostri post sono tornati su questo argomento, perchè ormai nell’immaginario collettivo si è radicata la convinzione che siamo sull’orlo del baratro. Il dibattito sul peso reale del contributo antropico al global warming è tutto tra gli addetti ai lavori o tra quanti per una ragione o per l’altra hanno deciso di documentarsi e seguire i progressi della conoscenza in questo settore.

L’opinione pubblica a vario titolo disinformata -attenzione, non è un delitto occuparsi d’altro nella vita e fidarsi dei livelli d’informazione più superficiali- è nella migliore delle ipotesi preoccupata, nella peggiore convinta di finire arrosto, sott’acqua, assetata, travolta da uragani di potenza biblica etc etc.

Questo perchè la campagna mediatica cui abbiamo assistito ha innegabilmente avuto successo. Non c’è nient’altro al mondo che faccia più paura della presunta deriva catastrofica del clima, tutti i mali del mondo, dai più classici e più pericolosi che mai come gli episodi di violenza terroristica o bellica al più endemico come la fame, vengono spazzati via appena si manifesta qualche nuova divinazione sul clima che verrà. Persino le epidemie fanno fatica a trovare il loro spazio, nonostante anche in questo campo non siano lesinati gli interventi allarmistici.

Il segreto? La paura dell’ignoto, il timore di vedere il proprio futuro anche se lontano minacciato, conditi con la leva del coinvolgimento personale, ovvero della percentuale di colpevolezza di ognuno di noi. Così siamo coinvolti, molto spesso a torto co modalità che vanno dal comico al grottesco. La parola d’ordine è l’importante è insistere, con ogni mezzo ed in ogni situazione. E non parliamo solo della grande stampa o dei media televisivi più accreditati, tutti sono invitati al banchetto.

Un piccolo esempio. Quanti di voi hanno la passione dell’enigmistica o molto più semplicemente (lo ammetto, come me) adorano leggere le barzellette e le curiosità pubblicate con enorme successo sulla Settimana Enigmistica ogni settimana? Un passatempo imperdibile, fonte a volte di informazioni veramente simpatiche unite ad un rapido strumento per testare la propria prontezza di spirito o d’intelletto. Non per niente è il settimanale che gode del maggior numero di imitazioni al mondo. Bene, da un pò di tempo a questa parte, in ogni numero c’è un piccolo messaggio di catastrofismo climatico. Provare per credere, io vi anticipo gli ultimi che ho trovato.

Edizione numero 4031, nella sezione “per rinfrancar lo spirito”, una vignetta in cui due bimbi siedono di fronte alla nonna, su di loro campeggia un quadro con un numero vecchio del Corriere, che recita: “2008, inverno con freddo record”. La nonna dice loro “Ai miei tempi, in inverno indossavamo strani indumenti chiamati cappotti”, mentre la didascalia riporta così “Le storie che un giorno racconteremo ai nipotini.

Edizione numero 4034, leggendo qua e là: “Recentemente, la Air France e l’associazione ambientalista GoodPlanet hanno allestito un servizio telematico grazie al quale i passeggeri possono conoscere i dati sulle emissioni di anidride carbonica del loro volo: per compensare i danni ambientali causati da tale inquinamento i viaggiatori particolarmente attenti alla “salute” del pianeta possono fare all’associazione una piccola offerta”.

Esiste sul serio, lo trovate qui e non c’è solo la compagnia d’oltralpe, ce ne sono anche molte altre. L’importante è picchiare il martello con costanza, il messaggio prima o poi arriva.

A questo punto, non essendo riuscito fin qui ad ottenere i lauti compensi che l’industria dell’inquinamento sembra dispensi a tutti quelli che sostengono di far fatica a mandar giù questo genere di corbellerie, avrei deciso di aprire anche io una piccola raccolta fondi. L’informazione è libera? Bene, ogni volta che troviamo cose del genere compriamo una pagina sulla stessa fonte per sbugiardarle, che dite accetteranno?

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Published inAmbienteAttualità

26 Comments

  1. Caro Guido, non condivido il commento di Achab e parte del tuo sull’attacco personale e desidero difendere la mia posizione e ribadire che non c’è stato alcun attacco ad hominem. Poi magari mi sbaglio e posso imparare.
    Se avessi risposto a Pasini che lui non è uno studioso di storia e quindi non ha i titoli per parlare della civiltà lungo il Po, quello sarebbe stato un attacco ad hominem. Ma dire che l’affermazione che il Po ha visto i primi insediamenti umani e lo sviluppo dell’agricoltura non è una corretta interpretazione storica, bene questa è una critica lecita sul contenuto.
    Se, inoltre, qualcuno ha ed esprime una certa opinione di sè e non la si condivide, anche questa non è un’offesa. Magari se ne può parlare invece di ritirarsi e alimentare la convinzione che ci si sottragga al dibattito, soprattutto dopo aver provocato una tale risposta.

    A mio parere non c’è differenza tra l’esempio che riporti tu sulla nonna ed il cappotto e quanto scrive Pasini che:

    “in un prossimo futuro potrebbe ridurre la disponibilità di acqua anche in regioni non solitamente soggette a fenomeni di siccità, come la pianura padana”.
    oppure
    “In futuro alcuni di questi problemi potranno essere aggravati da un certo modello di sviluppo e, probabilmente, dai cambiamenti climatici prossimi venturi.”
    e ancora
    “Inoltre, il riscaldamento climatico globale rischia di aumentare le frequenze degli episodi siccitosi e di quelli alluvionali..”

    Tra il tuo esempio e queste affermazioni, è mia opinione che sono più preoccupanti, benché scritte in maniera elegante, queste ultime.

    La polemica c’è ed è stata già riconosciuta nel momento in cui ho scritto, ma non dovrebbe portare a tanto risentimento.
    Mi auguro che si possa ancora esprimere un opinione, anche in modo polemico.

    • Certo che si può. CM esiste anche per questo, tuttavia, come moderatore non posso essere contento quando la discussione si fa troppo “agitata”, perchè di sicuro questo allontana i contenuti ed abbassa la qualità degli interventi. Ci manca solo che da scettici (l’ho detto!) diventiamo pure litigiosi 🙂
      gg

  2. @ Tutti
    Punto primo: qui non si fanno processi, nè difese d’ufficio.
    Sono in difetto, sarei dovuto intervenire subito e mi scuso con tutti voi. Antonello, pur con un pò troppa fretta (che non fa altro che alzare il livello dello scontro) ha ragione ad essersi risentito. Per una serie di motivi. Innanzi tutto in qualità di ospite cui è dovuto rispetto, poi anche perchè, diversamente da molti altri, ha spesso la voglia di cercare il confronto dove sa che le sue opinioni non sono esattamente condivise. Proprio come facciamo noi. Poi perchè, e qui mi rivolgo direttamente a Paolo, so perfettamente che lui non è nel “Martello”, nel senso che certamente non fa uso dei media (cui ha ampio accesso peraltro) per fare catastrofismo. Le sue opinioni sono semplicemente nel mainstream, e questo non è un torto e tantomeno un peccato, è semplicemente una scelta, nel suo caso suffragata dalla realtà professionale. Che la si condivida o meno -e molti di quelli che leggono sanno che per me vale il secondo caso- non c’è comunque necessità di far polemiche o attacchi personali. Tantomeno, e qui invece parlo direttamente a lui, c’è bisogno di lasciare la discussione così tout court, perchè questo è parimenti offensivo nei confronti degli altri.
    Ciò detto, se ritenete possiamo continuare la discussione, magari proprio seguendo il filone dell’influenza delle condizioni climatiche sullo sviluppo delle civiltà (Jared Diamond ci ha vinto un Pulitzer con il suo saggio “Armi Acciaio e Malattie”), oppure, forse più in-topic parlando di quanto e se, i mali endemici del mondo possano essere condizionati dalle modifiche del clima. Insomma, direi che non c’è bisogno di menar le mani, basta far funzionare i neuroni.
    gg

  3. Giorgio Stecconi

    nessun processo, non ne esistono ne i motivi ne l’autorità, solo una critica a chi in un dibattito si alza e se ne va…. Nessun attacco ad hominem, decisamente in topic.
    Ps. Voltiamo pagina?

  4. Achab

    Questo post sembra essere diventato un processo a Pasini, ad hominem. Decisamente off topic. Minimo.

  5. Giorgio Stecconi

    Non c’è che dire in una piazza affollata e un pò populista l’intervento in difesa del clima del sig. Pasini sarebbe stato molto applaudito, ma qui si applaudono solo le teorie dimostrate e le idee concrete, il qualunquismo non mi interessa. Io sogno un mondo senza inquinamento e malattie vedo come un incubo spendere miliardi per imprigionare sottoterra la co2 senza sapere la quota di responsabilità che l’anidride carbonica ha avuto nel riscaldamento del secolo scorso.

  6. Guardi che conosco bene il Tigri e l’Eufrate, ma anche i graffiti della Val Camonica…
    Dato che lei mi accusa di determinate cose, in maniera arrogante come suo solito, non ritengo opportuno risponedere in questa sede, che probabilmente non frequenterò più.
    Sparlate pure di me quanto volete. Io mi esprimerò comunque sul mio blog.
    Cordiali saluti a tutti i lettori, che ritengo perfettamente in grado di giudicare da soli.
    Passo e chiudo.

  7. Pasini,
    nei suoi post citati vedo luoghi comuni e falsi storici.
    Tanto per dirne una, per giustificare la scelta di Torino per il congresso da lei riportato, ci viene a raccontare che lì intorno alle Alpi ci sono tra “i più importanti fiumi europei, che nella storia hanno favorito i primi insediamenti umani, lo sviluppo dell’agricoltura e…”
    A Torino si è sviluppata la civiltà umana, l’agricoltura?
    Cambia la storia e non me ne sono accorto?
    Tanto per non andare troppo lontano, la civiltà si è sviluppata lontana dai ghiacciai o da fiumi da essi alimentati. Si ricorda degli Etruschi, degli Ateniesi o dei Romani? O dei Maya e degli Aztechi? Se si va ancora indietro, l’agricoltura è nata nel Vicino Oriente. Vicino sì, ma non abbastanza da essere confuso con il fiume Padus.
    Non si preoccupi di cercare civiltà sviluppatesi sulle rive di fiumi glaciali, ci sono anche quelle, come gli Inca e lungo i fiumi asiatici. La storia è più complicata di come la racconta lei.
    Il punto cui voglio arrivare è che non condivido l’opinione che lei ha di sè, che lei non fa parte del “martello catastrofista”.
    Io l’arruolo in pieno. E’ un opinione, eh.

    Altro punto, meno polemico del precedente.
    Mi cita quali sono i peggiori mali dell’umanità, quelli che fanno più morti ad esempio in Africa, e quanto il cambiamento climatico ha peggiorato le cose. Mi dia i numeri per favore, perché devo capire se devo investire in modelli climatici o in insetticidi, potabilizzatori, antiretrovirali, istruzione (in particolare femminile).

    Come? Lei è preoccupato di quello che succederà nel 2100?
    E quel disgraziato che sta morendo di diarrea proprio adesso in Malawi?

    Ci sono soldi per tutto e tutti?
    Mmmmh…qui mi fermo!

  8. Chi mi conosce sa che non faccio parte del “martello catastrofista”. Nonostante questo, sono consapevole del fatto che i cambiamenti climatici, pur non essendo probabilmente il “massimo male” che oggi abbiamo di fronte, essi sono comunque un problema in sé e hanno anche un’azione amplificante su tantissimi altri problemi.
    Allo stesso tempo, arginare i cambiamenti climatici futuri, può avere un’azione sinergica per la soluzione anche di questi altri problemi.
    Vi propongo qualche approfondimento nei miei due ultimi post su:
    http://antonellopasini.nova100.ilsole24ore.com/
    Saluti
    Antonello Pasini

  9. No, il catastrofismo nasce da uscite deliranti come questa che ho trovato sul blog di Piero Vietti: “Se non otterremo un accordo soddisfacente a Copenhagen, è chiaro che le implicazioni umanitarie ed i relativi costi umanitari saranno molto importanti, questo sfortunatamente sarà particolarmente grave per le comunità del mondo meno favorite. Dobbiamo realmente prendere sul serio questa preoccupazione. Un tale fallimento aprirebbe anche la possibilità di mettere in pericolo la pace e la sicurezza mondiale. Il riconoscimento del premio Nobel per la pace 2007 all’Ipcc ed all’ex vice presidente americano Al Gore mostra chiaramente il legame che esiste tra il global warming da una parte e la pace e la sicurezza dall’altra. Tutto questo sarà certamente minacciato se non reagiamo. E’ inevitabile”. Rajendra Pachauri presidente dell’IPCC. Ciò che non è noto ai più, è proprio il delirio di onnipotenza di questi personaggi, altro che conoscenze tecniche.
    gg

  10. MeteoGeek

    Il catastrofismo, quando non di natura politica, nasce nello stesso modo in cui nascono le ipocondrie. Quando i non addetti ai lavori leggono una enciclopedia medica, succede il finimondo. La stessa cosa vale per i serristi, con l’aggravante che “le loro conoscenze tecniche” non sono nemmeno il verbo consolidato.

    MG

  11. Luca Galati

    Concetti come ‘saturation’ e ‘climate sensitivity’ erano già presenti nella letteratura tecnica serrista solo che non sono mai stati tirati fuori in sede di divulgazione finchè non lo hanno fatto presente gli ‘scettici’ con le loro critiche; in questo senso la divulgazione serrista non è stata all’altezza…
    Il ‘catasfrofismo’ è solo la conseguenza dei risultati a cui pervengono i serristi tramite le loro conoscenze tecniche, molto spesso non accessibili ai più…

  12. Ivan 72

    Io continuo a non credere al catastrofismo che ci sbandierano in continuazione, città sott’acqua o pianeta arrosto, mi sembra più un film di fantascienza che la realtà.

    Naturalmente è sempre bene non abbassare la guardia, monitorare l’ambiente ed il clima e fare la giusta prevenzione perché in natura gli equilibri sono molto sottili, insomma, un minimo di preoccupazione ci vuole, ma l’allarmismo esagerato no, è solo dannoso e dietro ci sono i soliti interessi economico-politici di qualcuno.

  13. Claudio Costa

    gira uno spot su SKY per il programma “planet green” dice:

    “L’uomo con le emissioni dei combustibili fossili causerà l’estinzione di massa di molte specie compresa quella umana”

    catastrofismo purissimo come la liquirizia di calabria

    Ci salveranno i pannellini solari…ah poverini

  14. Giorgio Stecconi

    Ciao Guido,
    ti cerco il link la prossima settimana perché adesso sono al mare e mi connetto via cellulare…
    Per il paginone conta su di me, l’idea mi stuzzica parecchio!

  15. Giorgio Stecconi

    per chi interessasse è il journal of climate di questo mese. E la ricerca è del SWPC del colorado

    • Grazie, qualche link più preciso si può avere via mail?
      Quanto al paginone, devo pensare un pò a come fare ma secondo me si può fare!
      gg

  16. Giorgio Stecconi

    ….per tornare al tema, io ci sto a comprare una bella paginona sul corriere, ma non essendo la exxon, una tantum, però! Avete idea del putiferio che si scatenerebbe? Per quanto riguarda le forzanti naturali è uscito da poco un articolo su rivista specializzata che mette in relazione il ciclo solare e l’ENSO…non male come inizio… Ne trovate un bel riassunto sul meteogiornale…divulgativo ma su base scientifica.

  17. A proposito di scuola primaria, vi sembra normale che il libro di scienze di mia figlia in seconda elementare abbia il titolo: la terra ha la febbre? Non è che possa esserci stato un po’ di bias nella scelta di in paio d’anni fa?
    gg

  18. teodoro georgiadis

    @Galati

    Veramente si sente la mancanza di una divulgazione dei serristi?
    Io credo che il pensiero serrista sia stato divulgato in tutte le salse, a tutti i livelli: dalla scuola primaria fino al governo. Temo anche che la divulgazione sia stata rigorosa: ovvero, e’ difficile sentire qualcosa che tenda a divergere dalle posizioni IPCC. Quindi i casi sono due: o le repliche degli scettici sono basate sui fondamenti del pensiero serrista, o se non e’ stato rigoroso nella divulgazione allora c’e’ qualcosa che non funziona in quella base.
    Uso il termine serrista e ‘pensiero serrista’ nella piu’ tranquilla delle accezioni.
    Ripeto: non credo sia una partita dove se vince l’uno o l’altro poi si fanno delle feste con le bandiere, le auto, i clackson (si scrive cosi’?). Lo si ricordera’ nel futuro remoto come una faccenda molto simile a quello della febbre puerperale.

  19. Luca Galati

    Io invece ho l’impressione che molte conoscenze tecnico- scientifiche agli inizi i ricercatori se le siano tenute nascoste forse perchè gelosi delle loro ricerche. Inoltre in rete non compaiono quasi mai articoli e pubblicazioni ‘free’ di riviste prestigiose che invece sono a pagamento: è mancata quindi una divulgazione rigorosa e precisa da parte dei ‘serristi’ che forse avrebbe limitato in parte le repliche degli ‘scettici’.

  20. Luca Galati

    Faccio una breve riflessione sociologica:

    io ricordo benissimo che fino a qualche anno fa, diciamo un lustro o poco più, sui forum si respirava l’aria dell’AGW, poi quando è cominciato a ‘stufare’ il catastrofismo, perchè di fatto solo di quello si parlava senza particolari contenuti tecnico-scientifici, si è mossi all’opposto giurando fedeltà al Natural GW anche perchè vedere il Clima in in maniera ciclica e naturale appariva più elegante e di un non sò che di ‘romantico’, filosoficamente parlando, che per di più andava incontro ai desideri inconsci dei meteofili notoriamente nivofili e freddofili che vedevano a rischio la possibilità di godere delle meravigliose catastrofi e fenomeni estremi della natura quali le osannate ondate di gelo e neve…
    E giù coi Cicli Oceanici e col Sole quando ai ricercatori era perfettamente noto il peso di ciascuna forzante tramite le simulazioni numeriche di cui però praticamente nessuno sapeva nulla nè poteva saperlo …
    Chissà se esistono invece posizioni più scientifiche e più equilibrate invece di saltare da una parte all’altra come solo gente poco informata e superficiale sa fare.
    Ho paura quindi che molti possano ancora sperare in una Rete che sostituisca percorsi di studio ben più rigorosi, seri e certamente più duri rispetto ad un informazione di più facile consumo.
    Per carità: non v’è nulla di male a recepire informazione su Internet, il problema diventa scremarla degli errori e soprattutto non credere presuntuosamente di sapere tutto o più di chi invece su queste tematiche ci lavora sopra (io non ancora)…

    P.S. Sia chiaro: non v’è nessun riferimento a voi di CM.

    • Non so, ridurre la faccenda alla passione per le nevicate ed alla loro presunta diminuzione mi pare un pò riduttivo. Ma quei ricercatori che sapevano perfettamente il peso di ciascuna forzante hanno smesso di occuparsene? Voglio dire, sono andati via dalla partita portandosi il pallone cioè i loro segreti? Perchè non mi pare che le cose stiano esattamente così. I progressi sui forcing naturali sono arrivati proprio quando l’attenzione è salita di livello, non è accaduto il contrario. Comunque può darsi che mi sbagli. La rete poi è strumento d’indagine sulle conoscenze acquisite, non su quelle da acquisire, per quello dovrebbe continuare ad esserci il metodo scientifico no? Mi dirai che forse se ne sono perse un pò le tracce ultimamente, ma forse, anche qui, sono in errore.
      😉
      gg

  21. Insomma, voi scettici siete proprio incorreggibili. I devoti oltre all’astronomico prezzo del biglietto fanno anche le offerte e voi non vorreste spendere qualche soldino per un pò di buon umore e di verità scientifica? Sapete che vi dico? Tenetevi la settimana allarmistica allora! Comunque, più ci penso e più mi piace e non è detto che non ci sia un seguito 🙂
    gg

  22. teodoro georgiadis

    Caro GG sono d’accordo con Zan: non ci pensare neppure che mi faccia azionista della tua idea! Ma ci pensi alle badilate di quattrini che si dovrebbero sborsare per rispondere pagina su pagina? Altro che pagato dall’Exxon, come diceva il Ministro, dovrei ‘essere’ l’Exxon!
    A parte gli scherzi, certo che e’ strano, ma qualcuno ha fatto il conto economico per il solo fatto di fare notizia dei GHG? Quanto costa fare consenso?

  23. Franco Zan

    Guido, proposta interessante ma lei sarebbe in questo caso costretto a comperare una pagina , ogni giorno, su Repubblica e il Corriere . Infatti non passa giorno che su questi due diffusissimi quotidiani nazionali non venga pubblicato un articolo da far ridere se non ci fosse da piangere.

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