Senza mezzi termini. Donna Laframboise già autrice di un libro e di molti articoli critici dell’IPCC e della sua leadership, propone di disfarsi rapidamente sia del panel che del suo presidente. E lo fa con un nuovo libro, commentato e consigliato nei giorni scorsi anche da Judith Curry, Andrew Montford e Antony Watts, ossia da quelli che raccolgono il maggio numero di letture nella blogosfera climatica.
E’ in sostanza una raccolta degli articoli usciti negli ultimi anni nel suo blog No Frakking Consensus. Sono pagine alle quali abbiamo attinto anche per i nostri commenti, specialmente per quanto dedicato alle relazioni a doppio filo tra il panel stesso e le multinazionali dell’ambiente, da cui proviene la gran parte della letteratura ‘grigia’ (non soggetta a referaggio) che non dovrebbe entrare nei resoconti scientifici del panel o, quando dovesse entrarci, deve esser chiaro che si tratta di opinioni, non di indagine scientifica.
Cosa che non è accaduta, come sottolineato dal report dell’Inter Academy Council, che ha suggerito significativi cambiamenti a tutti i livelli del lavoro del panel, ivi compresa la decadenza del suo presidente (termine oggi assai di moda) al termine del primo mandato. Altra cosa che non è accaduta.
E così, il libro di Donna Laframboise esce a poche settimane dall’uscita della prima parte del nuovo report IPCC, di cui siamo tutti ansiosi di conoscere i contenuti. Un tempismo notevole, che sta già avendo l’effetto di preparare quello che si annuncia come l’ennesimo scontro tra quanti sono convinti che le attività umane abbiano disfatto il clima e che si debba quindi rivedere in toto l’architettura della nostra società e quanti non lo sono, o almeno sono molto più cauti.
Se volete conoscere una gustosa e interminabile serie di retroscena delle gesta del leader e dei dirigenti del panel ONU, non dovete far altro che andare su Amazon e acquistare il libro. In fretta però, perché poi ci sarà da leggere il report!
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