Alcuni giorni fa, attraverso il blog di Andrew Montford (Bishop Hill), mi sono imbattutto in una notizia interessante e anche in controtendenza direttamente dal mondo reale. La fonte è il sito web Sail-World, un portale di informazioni per i naviganti, con specifico riferimento al diporto e alle attività sportive. Senza mezzi termini leggiamo l’incipit:
Dopo decadi di cosiddetto global warming, il Passaggio a Nordovest ha quest’anno un significativo 60% in più di ghiaccio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I sogni futuri di dozzine di avventurosi marinai sono ora minacciati. Un certo numero di imbarcazioni inoltratisi nel leggendario Passaggio sono bloccati dal ghiaccio, che ora blocca entrambi gli accessi, con la stagione di transito che potrebbe finire presto. Douglas Pohl racconta la storia: […]
Il buon Douglas, marinaio di lungo corso che solca i mari con il suo yacht offrendo supporto alla rotta ed alle comunicazioni satellitari e wifi agli altri naviganti, prosegue riportando la posizione e le difficoltà incontrate da molte di queste imbarcazioni. Sono circa 22, tra quanti sono riusciti a tornare indietro, quanti hanno abbandonato le loro unità e quanti sono bloccati in attesa di essere soccorsi dai rompighiaccio che dovrebbero operare nell’area ma che sembra non siano ancora intervenuti.
In genere chi va per mare a quelle latitudini e con quel genere di imbarcazioni sa quello che fa, anche se questa faccenda mi fa pensare ai ripetuti salvataggi che ogni stagione vengono portati a termine dai soccorritori alpini a vantaggio di gitanti ‘sorpresi’ dal maltempo o da condizioni ambientali che non avevano tenuto in considerazione. Nella fattispecie del Passaggio a Nordovest, capisco lo spirito d’avventura e il desiderio di confrontarsi, ma forse ci si dovrebbe chiedere anche quanto abbia potuto influire sulle scelte e sulle decisioni di chi ha tentato l’impresa la convinzione che a causa del global warming da quelle parti si sarebbe potuto navigare come a luglio nel Mediterraneo.
Ah, pare che tra le unità in difficoltà ci sia anche una nave commerciale. Prevedo tempi d’oro per lo scambio di merci attraverso le alte latitudini!
L’eccezione per i ghiacciai Antartici .
Agli inizi degli anni 70 i ghiacciai artici hanno raggiunto un record storico per estensione e compattezza , negli anni 80 inizia una costante ma leggera diminuzione , fusione che diventa piu sensibile e rapida dal 1997 – 1998 e anni 2000 . Adesso i ghiacciai anche se hanno raggiunto minimi storici nel 2007 e 2012 , la tendenza è stabile , o almeno un leggero incremento per la stagione invernale . L’ eccezione è invece l’opposta tendenza dei ghiacciai artici , da molti anni , in pratica dal 1979 ( inizio dati satellitari ) che sono incrementati sensibilmente proprio negli anni 2000 . Il G.W. o AGW , sembra concentrarsi in gran parte per il Nord Emisfero , dove è maggiore , la forzante antropogenica che ha influito e incrementato il riscaldamento , e fusione ghiacciai per l’emisfero boreale.
riuscirete mai a far dubitare l’arrostitore globale col farfallino?
Molte volte mi soffermo a riflettere sul masochismo che caratterizza l’Uomo e, sempre più, mi convinco che il desiderio di sofferenza (anche quando non ve ne sarebbe bisogno) è un tratto antropologico del genere umano. Quest’anno, per nostra fortuna e per fortuna del pianeta Terra, i ghiacci polari, in prossimità del minimo, si trovano nelle migliori condizioni degli ultimi 4/5 anni (a livello di area e di estensione). Dovremmo essere tutti felici e contenti sperando che l’anno prossimo la situazione migliori ancora. E, invece, no! Manco per niente: le condizioni dei ghiacci marini artici sono “peggiori di quanto potessimo immaginare” e “nell’arco di due decadi, essi si scioglieranno del tutto”. Colpo di sole settembrino di Donato? No! Parola di esperto.
Oggi vado sulla home del mio gestore di posta elettronica e mi capita sotto gli occhi la notizia:
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“I ghiacci dell’Artico non sono mai stati così sottili: ghiacci perenni scompariranno entro due decenni”
http://notizie.tiscali.it/articoli/scienza/13/09/ghiacci-artico-mai-cosi-sottili.html
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Cerco la fonte della notizia strillata e la trovo in alcune dichiarazioni di relatori al Living Planet Symposium di Edimburgo. Stando a quanto riferisce greenreport.it alcuni relatori facenti capo al consorzio di ricerca CryoSat dell’ESA, avrebbero comunicato che lo spessore dei ghiacci marini artici è sensibilmente diminuito per cui, pur a fronte di una maggiore estensione, a causa di uno spessore ridotto, il volume dei ghiacci marini artici è diminuito di circa 15000 km cubi.
Avendo a che fare con i numeri, crederete che essi sono stati calcolati sulla base di dati sperimentali, di misure, insomma. Il comunicato stampa ed il virgolettato è, come al solito, piuttosto sibillino, vedere per credere!
Secondo l’autore del post dii greenreport.it sembra che il dr. Tommaso Parrinello (responsabile ESA della missione) abbia detto:
«Tra il 2020 e il 2030 in estate l’Artico potrebbe molto probabilmente essere libero dai ghiacci e in inverno resterebbe solo il ghiaccio annuale. ’Il satellite Cyosat 2 ha misurato lo spessore dei ghiacci nell’Artico nel 2011, nel 2012 e nel 2013 e notiamo distintamente la riduzione del loro spessore. ’Al momento la nostra è solo un’osservazione qualitativa e stiamo elaborando i dati numerici».
Vorrei far notare quel “Al momento la nostra è solo un’osservazione qualitativa e stiamo elaborando i dati numerici”. Tradotto in altri termini quei 15000 chilometri cubi sono una STIMA QUALITATIVA che con i numeri, le misure, ha poco o nulla a che fare.
Della serie: facciamoci del male, anzi ancora più male perché è meglio quando è peggio. E poi dicono che non è vero che l’uomo è nato per soffrire. 🙂
Ciao, Donato.
Donato,
in pratica la convinzione che il ghiaccio possa scomparire entro un paio di decadi (l’anno scorso dicevano un paio d’anni…), dopo tutte le valanghe di quattrini spesi, gli sforzi fatti e le risorse intellettuali impiegate è…a occhio. Ma che minchia è una stima qualitativa? Ah, ho capito, questi sono gli unicorni e i cavalli alati di Tore!
gg
chi rimborserà ai navigatori i danni causati dalle errate informazioni diffuse dai media e dagli”esperti” ?
Oltre ai ghiacci artici anche da noi le cose sono andate in controtendenza,mi riferisco ad un articolo che ho letto proprio stamattina riguardante un piccolo ghiacciaio sito in una dolina esposta a sud a poche centinaia di metri dalla vetta del monte Pollino. Ebbene dopo circa trent’anni questa piccola quantità di ghiaccio è riuscita a superare l’estate. Troppi avevano già dato per scontato che il GW avrebbe ridotto il nostro pianeta ad un immensa distesa desertica nel giro di qualche decennio……..non bisogna mai trarre conclusioni certe quando ci sono tante incognite in gioco.
Un colpo di ko a chi utilizza le medie degli ultimi 7 anni, di colpo obsolete e la prossima estate col minimo solare ritornerà il ghiaccio dove era prima
Eh, a forza di parlare di rotte polari commerciali, sfruttamento commerciale dell’Artico, enormi giacimenti di idrocarburi sotto i ghiacci del polo nord, di Artico “libero” dai ghiacci entro qualche decennio ci credo che qualcuno ci sia cascato! 🙂
Se non ricordo male l’anno scorso, di questi tempi, si commentavano le notizie di allegre comitive di diportisti che scorrazzavano dalle parti del Circolo Polare Artico.
Con la Natura, però, bisognerebbe non scherzare troppo (come ci insegnano terremoti, cicloni, uragani, ecc., ecc.) per cui qualcuno , quest’anno, ci ha rimesso le penne: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio! 🙂 . Chissà, forse l’anno prossimo ci penseranno due volte prima di confrontarsi con il ghiaccio marino artico.
Ciao, Donato.
Piuttosto interessante l’osservazione di Maurizio, anche tenendo conto che in più di cent’anni la tecnologia navale è progredita notevolmente.
Per il resto, aggiungo solo una cosa: l’anno scorso, quando una barca a vela di modeste dimensioni, percorse il Passaggio a NW con relativa facilità, la cosa finì su tutti i giornali e telegiornali. E’ invece difficile trovare menzione della chiusura di quest’anno. Come al solito.
Siete i soliti cialtroni negazionisti! Almeno secondo la Bibbia degli AGWarmisti, La Repubblica.
Infatti si legge che, vista l’estensione dei ghiacci artici, c’e’ “confusione climatica”. Gli “scettici esultano” ma fortunatamente gli “esperti” ci spiegano che l’ottimismo è fuori luogo. Meno male.
Secondo me non c’è niente da esultare, semmai rammaricarsi una volta di più per l’approssimazione con cui ci raccontano di aver capito tutto davanti a quello che non hanno capito.
gg
Forse gli intrepidi naviganti invece che affidarsi alle predizioni degli indovini avrebbero semplicemente dovuto guardare i dati sullo stato dell’estensione dei ghiacci antartici, in netta rimonta rispetto agli ultimi anni ( decennio). Ma si sa la lettura delle interiora e del volo degli uccelli é sempre piu intrigante di quella dei grafici e dei numeri.
http://nsidc.org/arcticseaicenews/
http://www.ijis.iarc.uaf.edu/en/home/seaice_extent.htm
E in effetti queste storie ricordano quelle delle orde barbariche di esperti alpinisti che rimangonon bloccati un giorno si e uno no sulle autostrade dei ghiacciai alpini e non.
volevo dire artici ( come si sarà intuito guardando i link)….. mi scuso per il lapsus emisferico
corigetemi se sbaglio ma ho l’impressione che il record di massima latitudine polare per un non-sottomarino resti quello della Fram che nel periodo 1893-1896 arrivò a 85N 57′.
sarebbe davvero curioso che con tutte queste storie sui ghiacci in diminuzione, e nonostante l’enorme numero di immagini da satellite che indicherebbero la strada per il Polo o quasi, nessuno fosse ancora riuscito a fare meglio.