Il post di oggi è per me fuori tema, però ci è capitato di affrontare lo stesso argomento in molte altre occasioni, perciò penso che quanto segue possa essere di interesse per i nostri lettori. Si tratta del terremoto dell’Aquila dell’aprile 2009. Nei giorni scorsi è circolata (Repubblica e Corriere, per esempio) la notizia che un team di ricercatori dell’INGV ha pubblicato su Environmental Earth Sciences i risultati di uno studio effettuato sulle variazioni della concentrazione di radon nel mese precedente il sisma del 4 aprile.
L’articolo rende conto di un’analisi eseguita sia su dati simulati, ovvero con l’impiego di un modello messo a punto e validato con osservazioni risalenti al biennio 2004-2006, sia su osservazioni vere e proprie effettuate nel marzo del 2009. In entrambi i casi, contrariamente a quanto annunciato nei mesi dello sciame sismico culminato con l’evento distruttivo del 4 aprile, non è stata riscontrata alcuna significativa variazione positiva della concentrazione di radon al livello atmosferico superficiale, anzi, in realtà nelle osservazioni è stata riscontrata una diminuzione del 30% della concentrazione di radon, mentre nelle simulazioni la diminuzione si è fermata al 17%, conformando comunque l’approccio simulato a quello reale.
Secondo quanto riportato dai media, questo confermerebbe il fatto che il terremoto dell’Aquila non fosse prevedibile. Di per se questo fatto sarebbe scontato, semplicemente perché i terremoti, alla scala temporale e spaziale breve non sono mai prevedibili. Diventa meno scontato in conseguenza delle accese polemiche cui si è assistito sia prima che dopo l’evento, proprio con riferimento all’argomento concentrazione di radon. Leggiamo dall’abstract che i dati che avrebbero dovuto confermare una variazione positiva della concentrazione di radon concomitante al sisma in realtà non risulta che siano mai stati pubblicati.
Della concentrazione di radon come precursore degli eventi sismici avevamo parlato anche sulle nostre pagine con il post del prof. Uberto Crescenti pubblicato il 25 aprile scorso. Anche in quel caso, avevamo visto come le ricerche sull’impiego delle osservazioni del radon per la previsione dei terremoti abbiano dato risultati molto contraddittori e spesso inservibili, nonostante gli sforzi di indagine importanti e prolungati nel tempo sostenuti da vari centri di ricerca.
Il caso di studio dell’Aquila, a quanto pare, segna un altro punto a sfavore della teoria del radon, mi piacerebbe conoscere il parere dei molti geologi che seguono le nostre pagine. Vi invito però a restare sull’argomento, cioè a non riaccendere la polemica sui fatti giudiziari relativi all’evento del 2009, perché non mi sembra abbiano molto a che fare con questa notizia.
NB: Grazie a Guido Botteri per la segnalazione.
Ho letto velocemente l articolo di giuliani. la cosa stana dello studik dell università è il fatto che abbiano misurato la concentrazione di radon nell aria e non nel suolo cosa poco sensata in quel caso ha ragione giuliani. Inoltre per queste misure bisogna anche vedere lo strumentoutioizzato che puo avere sensibilita e fattori di errore molto differenti. Infine la diminuzione della concentrazione di radon prjma dinun sisma non mi stupisce affatto visto che un aumento dello stress tettonico puo avere un influenza sui sistemi di fratturazione delle rocce inibendo la risalita del gas nei sistemi di faglie IN SEGUITO AD UN AUMENTO dello stress compressivo della roccia
Salve sono in fase di trasloco e con internet di fortuna. X quanto riguarda il radon ci lavoro da qualche anno in ambito di inquinante negli edifici. X la mia esperienza personale posso dire che la sua concntrazione e conseguente liberazione nell aria in qualsiasi luogo ha delle variazioni locali importanti legate alla composizione del substrato roccioso o sedimentario Alla stagione alla piovosità .qujndi in breve penso che il suo utilizzo nella prevenzione dei terremoti sia ben lungi da essere una panacea. Innanzitutto bisognerebe conoscere le concentrazioni e le variazioni di una localita definjta su un periodo di alcuni decenni. …poi si potrebbe provare a individuare delle anomalie imputabili a variazioni di stress tettonjco. Un discorso differente invece x i vulcwni dove le emissioni di radon sono fortemente influenzate dai gas risalenti el camere magmatiche…… vado a spostare il frigo
pardon, di Giuliani…
la risposta di Giuliano…
http://www.fondazionegiuliani.it/news-dalla-fondazionepgg/attualita/2471-giampaolo-giuliani-risponde-allo-studio-delluniversita-di-laquila-che-boccia-la-teoria-del-gas-radon-come-precursore-sismico
Mi piacerebbe sapere quali variabili guida vengano utilizzate per simulare il tenore atmosferico di radon e se i modelli a disposizone forniscono risultati realistici (penso sia domanda per geologi…).
Luigi