La stazione meteorologica della Paganella si trova a 2.129 metri di quota, proprio sulla vetta dell’omonima montagna. Ieri l’altro, 28 giugno, è nevicato per ore e la temperatura è rimasta circa un grado sotto zero. Sì, va bene, per qualche giorno ha fatto caldo, ma non si può dire che questo inizio della stagione estiva stia facenda la fortuna di chi vende costumi da bagno.
Sarà forse per questo che le rondini sono in difficoltà? Ma poi lo sono veramente? Leggiamo questo articolo uscito su Meteoweb:
Maltempo, allarme per le rondini: in Italia sono sempre meno, colpa dei fenomeni estremi
Negli ultimi dieci anni, la presenza della rondine in Italia ”e’ diminuita del 20% e negli ultimi mesi moltissime sono state le nidificazioni interrotte a causa del maltempo”. A lanciare l’allarme e’ Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu, che all’Adnkronos spiega: ”Il bilancio e’ purtroppo ancora provvisorio, perche’ ”e’ molto probabile che le nidiate primaverili abbiano subito una notevole moria di giovani”. ”La rondine -aggiunge- e’ il simbolo di un’agricoltura sempre piu’ in difficolta’. Il consumo del suolo avanza, e la politica agricola comune (Pac) non fa alcun passo in avanti per aiutare l’agricoltura di qualita’ a far sopravvivere le specie di uccelli che vivono in ambienti agricoli”. Per questo motivo ”la Lipu lancia una campagna di monitoraggio delle rondini attraverso la piattaforma www.ornitho.it, attraverso la quale il cittadino potra’ segnalare la presenza degli uccelli favorendo cosi’ la creazione di una banca dati piu’ ampia”. ”Oggi le rondini sono poco piu’ di mezzo milione di coppie, ma bisognera’ attendere il monoraggio che sara’ completato entro l’estate 2014 per avere i dati aggiornati rispetto al calo dell’ultimo decennio”. I cittadini potranno segnalare i nidi attivi di rondine e balestruccio attraverso il sito www.ornitho.it, il progetto che coinvolge 4mila tra ricercatori, birdwatcher, fotografi, gruppi e associazioni. L’iniziativa punta a raccogliere dati utili per capire quali dinamiche siano in atto considerato che, tra il 2002 e il 2012 (dati progetto Mito2000), la rondine e’ calata del 19% e il balestruccio del 25%, per uno stato di conservazione giudicato ‘cattivo’ (per la rondine) e ‘inadeguato’ (per il balestruccio). Il progetto, che ha visto finora l’inserimento di 4 milioni di dati, punta a compilare entro il 2015 un Atlante nazionale degli uccelli nidificanti e svernanti in Italia. In pratica, chiunque puo’ segnalare (ma senza disturbare la nidificazione), entro fine giugno, la presenza di nidi attivi di rondine e balestruccio sul sito web di Ornitho, aggiungendo eventualmente anche le tendenze osservate negli ultimi anni. La rondine, come noto, e’ una specie legata soprattutto agli spazi rurali, alle stalle e alle cascine, mentre il balestruccio frequenta abitualmente le zone edificate, anche in aperta campagna. Le rilevazioni che il pubblico registrera’ sul sito di Ornitho potranno anche evidenziare gli effetti negativi che le anomalie climatiche della scorsa primavera hanno avuto sulla nidificazione del 2013, durante la quale, a causa delle basse temperature registrate soprattutto nel mese di maggio, molte nidiate sono andate perdute. Alcune differenze potranno essere rilevate da regione a regione, considerate le differenze di latitudine, i differenti habitat e le zone bioclimatiche che contraddistinguono il nostro Paese.
Sicché, è colpa dell’agricoltura o del clima? Tenderei ad escludere il secondo, perché mi par di ricordare che una volta la causa della diminuzione del numero delle rondini fosse il caldo eccessivo, poi il freddo eccessivo, poi la pioggia, poi la siccità, poi fulmini, poi le caval…ehm, no quelle andrebbero bene…
Insomma, fossi una rondine smetterei di leggere le notizie. Anche perché potrebbe capitarmi di rileggere questo vecchio articolo di Riccardo Cascioli sul rondino-climatologo più gettonato d’Italia rischiando di morire sì, ma dal ridere.
Buona Domenica.
Io abito a Roma e sotto il cornicione del tetto del palazzo si trovava da anni un nido di rondini. Negli ultimi due anni i nidi sono diventati ben tre, eppure ne era rimasto uno solo per decenni.
Mentre scrivo i cielo è pieno di rondini che fanno le loro acrobazie, le vedo dalla finestra.
Quindi no, non mi sembrano affatto in difficoltà, anche se la mia è un’esperienza su scala ridotta e deve essere presa con le dovute cautele.
Da una ventina d’anni il cornicione di casa mia è un punto di nidificazione di rondini (o balestrucci, non saprei dire 😉 ). Si contano almeno una quindicina di nidi di cui alcuni attivi ed altri abbandonati da tempo. L’altro giorno ho cercato di contare il numero di nidi utilizzati ed ho visto che dovrebbero esserne 7od 8: un numero perfettamente in linea con quello degli anni passati. In merito al numero di nidiate primaverili, concordo con l’articolo di Meteoweb: è fortemente diminuito. In base alle mie stime solo la metà delle nidiate primaverili è andata a buon fine. La colpa, però, non è solo del cattivo tempo, ma anche del fatto che è fortemente aumentato il numero di gazze e ghiandaie presenti sul territorio. Questi uccelli, per loro consuetudine, si nutrono, tra l’altro, di uova e nidiacei di altre specie saccheggiandone i nidi. Nel mio caso almeno due nidi sono stati assaliti e distrutti dalle gazze. Le quali sono talmente abbondanti sul territorio da impedire la nidificazione e la riproduzione di cardellini, fringuelli ed altri piccoli uccelli. Rispetto alla mia infanzia (vissuta nello stesso luogo in cui vivo attualmente) ho potuto notare una drastica diminuzione di cingiallegre, cardellini, fringuelli, scriccioli; una stabilità, se non un aumento, dei passeriformi ed, infine, una crescita enorme di gazze, ghiandaie, tortore ed altri uccelli di grosse dimensioni. Ho potuto constatare, infine, un leggero aumento del numero dei rapaci diurni (falchi e poiane) e, stando ai richiami notturni, una certa stabilità di quelli notturni (civette e barbagianni). E’ diminuito, invece, il numero di pipistrelli.
Si tratta di impressioni, ovviamente, in quanto non mi sono dedicato ad un censimento rigoroso delle specie descritte per cui quanto riferisco deve essere interpretato in senso aneddotico e non oggettivo 🙂 .
Se interessa mi riferisco ad una zona di collina del Sannio beneventano settentrionale al limite tra centro abitato e zona rurale.
Ciao, Donato.